Il sindaco di Delia, Gianfilippo Bancheri, recentemente ha indirizzato una lettera al neo presidente della Regione Schifani, il cui contenuto è un invito ad una maggiore attenzione al complesso fenomeno del randagismo, di sempre più difficile gestione in Sicilia, accompagnato da una proposta di istituzione di un Micro Fondo a destinazione vincolata di cui i Comuni potrebbero usufruire per le ingenti spese destinate agli animali del territorio.
Kodami è spesso portavoce delle diverse realtà siciliane in cui vivono cani e gatti del territorio e, in varie occasioni, ha ascoltato sia le associazioni di volontariato come nel caso di Chiara Calasanzio che ha anch’essa scritto una lettera al presidente della regione Sicilia in cui lo invita a conoscere la realtà del suo rifugio a Santa Margherita di Belice, sia le istituzioni come nel caso dell’assessore al randagismo Giuseppe Tripoli di Bagheria che ha raccontato delle difficoltà economiche dei Comuni che spesso si ritrovano impotenti di fronte al dilagante e sempre più complesso fenomeno del randagismo.
Stavolta, a raccontarci della situazione randagismo e delle difficoltà di un Comune siciliano relativamente al fenomeno è proprio il Primo cittadino di Delia, Gianfilippo Bancheri, che si è dimostrato attento e sensibile alla tutela degli animali attraverso la richiesta contenuta all’interno della lettera indirizzata al presidente Schifani e della quale spera di riceverne accoglimento.
Sindaco, perché a Delia e in generale in tutta la Sicilia il fenomeno del randagismo è così dilagante e sempre più difficile da gestire?
Per diversi motivi. Sicuramente uno di questi riguarda gli incivili, cittadini che adottano o acquistano un cane credendo che questo sia un peluche e che quindi non comporti alcuna responsabilità. Poco tempo dopo si stancano perché magari non sono in grado di vivere con l’animale e “risolvono il problema” con l’abbandono. Se è già complicato controllare e monitorare i cani liberi del territorio, il fenomeno dell’abbandono da parte dei privati sicuramente non aiuta, anzi incrementa le nascite incontrollate e ostacola il lavoro delle amministrazioni comunali nella gestione del randagismo. Un secondo problema è che in un Comune come Delia che è prettamente agricolo sono numerosi i cani che, spinti dalla fame, si spostano dalle campagne verso il centro abitato, formando branchi che sono difficili da monitorare. Altro problema è sicuramente la mancanza di fondi messi a disposizione dei Comuni, risorse limitate che non ci permettono di intervenire in modo adeguato.
L’amministrazione comunale di Delia cosa ha fatto fino ad oggi per il benessere e la tutela degli animali del territorio?
Noi negli anni abbiamo posto in essere numerose operazioni di microchippatura gratuita che ci hanno consentito di fare una sorta di censimento non solo dei cani liberi di Delia ma anche di quelli dei privati che spesso sfuggono all’obbligo legislativo dell’iscrizione all’anagrafe canina. Inoltre, con i pochi fondi che abbiamo avuto a disposizione, in sinergia con l’Asp abbiamo usufruito della previsione legislativa che ci consente di accalappiare un cane, sterilizzarlo e reimmetterlo in territorio. Gli esperti mi hanno spiegato che la sterilizzazione oltre a far perdere la capacità riproduttiva nei cani, limitando quindi la piaga delle nascite incontrollate, li rende più stanziali e anche più stabili nelle relazioni sociali con la specie umana. Ultimamente ho anche sollecitato la comunità relativamente alle adozioni dei cani del nostro territorio e devo dire che molti hanno apprezzato e accettato il mio invito. Nonostante questi diversi interventi comunque il problema persiste e il lavoro da fare richiede un maggiore impegno da parte di tutti.
Cosa avete invece intenzione di fare prossimamente?
Sicuramente andremo avanti avvalendoci della legge regionale 15/2000 la quale ci permette di recuperare i cani, ricoverarli presso le strutture, sterilizzarli, microchipparli e poi reinserirli in territorio, nelle zone in cui sono stati precedentemente prelevati. Inoltre, è nostra intenzione – e questa è una considerazione su cui stiamo già lavorando – prevedere un’esenzione per la durata di tre anni da un tributo locale per chiunque adotterà un cane di Delia. Non solo cani che attendono in canile la loro occasione di vita, ma anche i cosiddetti cani di quartiere, ossia cani che sono stati già microchippati e sterilizzati a spese del Comune e che hanno semplicemente bisogno di vivere in una determinata zona controllati da chi vorrà occuparsene.
Cosa manca in concreto alle amministrazioni comunali per poter fare di più?
Il problema della gestione del randagismo va bloccato sul nascere con sterilizzazioni e messa in regola dei randagi e con il controllo dei cani dei privati che spesso sono lasciati liberi di uscire e vagare e di conseguenza accoppiarsi e dare vita a cucciolate indesiderate. Per fare questo occorre tanto lavoro ma soprattutto un intervento dall’alto. I comuni da soli e con i fondi ad oggi a disposizione possono fare il minimo, purtroppo però il minimo è davvero poco. Ad esempio nel nostro caso, non esistendo fondi a destinazione vincolata, se io prelevo e utilizzo un tot di euro per il ricovero o la sterilizzazione di un cane, necessariamente facendo ciò tolgo gioco forza ad altri capitoli di bilancio. Insomma, la coperta è corta.
Purtroppo, nelle ultime settimane, molti animali in Sicilia sono stati vittime di avvelenamento. Anche a Delia, lo scorso aprile, era avvenuto un caso di avvelenamento a danno di alcuni cani. Perché oggi succedono ancora cose del genere e qual è la soluzione per tutelare al meglio questi animali?
Sì, purtroppo anche a Delia è successo. E le dirò di più: alcuni giorni fa un altro episodio di avvelenamento si è verificato a danno di altri cani. A volte succede involontariamente a causa di alcuni diserbanti utilizzati dagli agricoltori, quasi sempre però gli autori del reato sono incivili che pensano che causare la morte di un innocente sia il metodo migliore “per liberarsene”. Questi gesti vanno assolutamente condannati e i criminali che commettono tali atrocità vanno segnalati alle autorità e sottoposti alle sanzioni previste dalla legge. Delia è un comune totalmente sottoposto a videosorveglianza perciò risalire ai criminali non è poi così difficile: quando si verifica un caso del genere, io mi reco in Caserma e sporgo denuncia contro ignoti e poi l’investigazione procede con l’acquisizione delle immagini riprese dalle videocamere di sorveglianza. Perciò, una soluzione è sicuramente quella di impiantare nelle diverse zone dei paesi delle videocamere di sorveglianza.
Attualmente un cane di Delia segnalato alle autorità dove viene trasferito?
Noi abbiamo una convenzione con canile di Montedoro, perciò i cani segnalati vengono ricoverati presso questa struttura per il tempo necessario alle operazioni di microchippatura e sterilizzazione: in seguito se c’è una richiesta di adozione il cane, dopo i vari controlli e su parere degli esperti, verrà affidato o in alternativa reimmesso in territorio, diventando così un cane di quartiere.
A Delia esistono associazioni di volontariato animaliste? L’amministrazione comunale si avvale della collaborazione dei volontari?
Non c’è una forma di associazionismo, ci sono solo volontari che agiscono individualmente. Spero che essi possano riunirsi formando un’associazione animalista in modo da avere un unico interlocutore che possa mettersi a disposizione dell’intera collettività, del Comune e soprattutto dei nostri amici animali.
Qual è, in breve, il contenuto della lettera che Lei ha inviato al presidente della regione Sicilia?
In breve ho chiesto ascolto, aiuto e collaborazione. Nello specifico ho richiesto l’istituzione di un micro Fondo a destinazione vincolata, che possa permettere a noi sindaci, assessori, consiglieri di tutelare gli animali del territorio in modo efficiente e concreto. I soldi destinati al fenomeno del randagismo e al benessere degli animali devono essere predestinati e finalizzati al raggiungimento dell’obiettivo. Spero che il Presidente possa convocarmi per sentire la voce del territorio affinchè si trovi una soluzione definitiva. Nessuno ha la bacchetta magica e nessuno pretende che dall’oggi al domani i problemi della gestione del randagismo in Sicilia scompaiano del tutto, ma iniziare con un lavoro più attento e con la predisposizione degli strumenti richiesti dai Comuni potrebbe essere l’inizio di un cambiamento radicale, per il bene di tutti gli animali che meritano grande rispetto e attenzione.