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14 Luglio 2023
12:42

Emergenza granchi blu nel Delta del Po: pescati a quintali, ma non è la soluzione

Quintali di granchio blu sono stati pescati nel Delta del Po. Lo scopo della mattanza è cacciare un animale considerato dannoso per le attività commerciali, perché si nutre di molluschi come vongole e cozze. La soluzione però non può essere quella dello sterminio.

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granchio blu

Quintali di granchio blu sono stati pescati nel Delta del Po. Lo scopo della mattanza però non è la semplice pesca commerciale, ma la caccia a un animale estremamente dannoso per le attività dell'uomo che si basano sulla raccolta dei molluschi come vongole e cozze.

Si tratta di un animale pericoloso per l'ambiente, ma che non rappresenta una minaccia diretta alla sopravvivenza della nostra specie. Il granchio blu è ormai stabilmente presente nel Mediterraneo, tuttavia si tratta di una specie allonctona, proveniente dalle coste atlantiche dell'America e arrivato in Italia negli anni Cinquanta.

Gli animali alieni, un po' come nel caso dei pesci scorpione, rappresentano una seria minaccia per la biodiversità. Una volta giunti in un ambiente nuovo i granchi blu proliferano molto facilmente perché non hanno predatori o patogeni da temere, e possono quindi moltiplicarsi in maniera incontrollata intaccando l'equilibrio dell’ecosistema.

A farne le spese sono le prede del granchio che si nutre di gasteropodi e bivalvi come cozze, vongole, telline, ostriche, che caccia principalmente nelle vicinanze di lagune ed estuari, dove distrugge l'ecosistema e rappresenta un concorrente per i pescatori.

Lo denuncia la cooperativa dei pescatori del Delta Padano: «Se non si riuscirà a debellare tale specie [il granchio blu n.d.r.]  a breve nelle lagune non ci saranno più vongole, non si potranno allevare cozze e sarà la fine del nostro lavoro, ci troveremo senza nessuna fonte di reddito e di sicuro non ci sarà più nessun lavoro collegato alla produzione di molluschi».

Per questo hanno deciso di prendere delle precauzioni, le più cruente possibili: oggi infatti è stata convocata un'assemblea con le altre cooperative per «cercare di far capire a tutti che se non faremo squadra nel cercare di pescare intensivamente il granchio sarà il collasso dell’intero settore».

L'Ispra stessa segnala che «la proliferazione del granchio blu potrebbe causare danni significativi sia economici (deterioramento delle reti da pesca e delle catture, possibile predazione su mitili e ostriche, ecc.) sia ecologici», e per questo invita la cittadinanza a segnalarne la presenza via mali all'indirizzo: alien@isprambiente.it. Le segnalazioni saranno inserite all'interno del progetto dedicato alle specie aliene invasive.

Anche se si tratta di animali considerati pericolosi per le attività umane, la soluzione non può essere quella dello sterminio di animali che sono stati ufficialmente riconosciuti come esseri senzienti dagli ordinamenti di diversi paesi, come la Gran Bretagna.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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