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29 Aprile 2022
17:57

Emergenza animali selvatici, come e quando soccorrerli secondo l’ENPA

Sono sempre di più gli animali selvatici che vengono portati in condizioni di salute critiche al rifugio dell'ENPA di via San Damiano a Monza. Per questo, l’organizzazione ritiene molto importante che chiunque si venga a trovare davanti a un animale ferito sappia esattamente cosa fare, per non peggiorare le cose.

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Ricci, minilepri, merli, cince, colombacci, piccioni, gazze e tantissimi germani. Sono sempre di più gli animali selvatici soccorsi dai volontari ENPA, dalle forze dell’ordine e da cittadini premurosi, che vengono portati in condizioni di salute critiche al rifugio dell’associazione animalista di via San Damiano a Monza. 

Proprio a questo riguardo, l’organizzazione ritiene molto importante che chiunque si venga a trovare davanti a un animale ferito sappia esattamente cosa fare, per non peggiorare le cose.

Quando è il caso di soccorrere

E allora, quando è opportuno recuperare un animale e quando è meglio invece lasciarlo sul posto? Le cose cambiano a seconda dell’animale che si deve soccorrere.

Per esempio: spesso succede di vedere i piccoli dei merli e delle cornacchie da soli, ma questo non significa sempre che siano stati abbandonati o si trovino in difficoltà. Infatti questi uccelli, che ormai spesso costruiscono i nidi nei nostri giardini, proprio per loro natura escono dal nido quando sono ancora incapaci di volare e alimentarsi autonomamente. Ma i genitori li seguono a distanza e li nutrono regolarmente finché non sono in grado di rendersi autonomi e volare via con loro.

Per questo prima di raccoglierli pensando che abbiano bisogno di aiuto, è preferibile osservarli per un paio d’ore per vedere se in in questo lasso di tempo si presenti qualche adulto. Se così non fosse, allora e solo allora, è il caso di intervenire, così come nel caso di una minaccia diretta rappresentata da cani o gatti.

Per quanto riguarda i ricci, essendo loro animali notturni, vanno sicuramente raccolti se si vedono vagare, invece, di giorno perché questo significa che sono in uno stato di denutrizione tale da essere spinti a cercare cibo anche con la luce del sole.

Vanno soccorsi anche i ricci che non si chiudono a “riccio” appunto, o infestati da zecche o con ferite evidenti. Bisogna intervenire se si vedono vicini a pericoli, come tombini aperti, piscine, strade troppo trafficate, reti metalliche o cantieri di lavoro. In questo caso bisogna allontanarli dal pericolo, ma non troppo per non disorientarli. Se, invece, incontrati di sera o di notte in zone tranquille, non vanno disturbati.

Un’altra attenzione da avere quando si raccoglie un riccio adulto, perché magari in mezzo alla strada, è quella di non allontanarlo troppo dal luogo in cui si trova, perché se fosse una femmina e non riuscisse più a tornare alla tana, i cuccioli lasciati soli sarebbero condannati a morte.

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Come per i merli e le cornacchie, spesso succede di imbattersi anche in cuccioli di lepri e minilepri da soli, ma non per questo significa che siano orfani. Infatti, questi animali nascono tra la vegetazione e vengono lasciati dalla mamma in un posto considerato da lei sicuro, in cui li va a trovare ogni tanto per allattarli. Quindi anche in questo caso, è bene aspettare qualche ora prima di raccogliere il piccolo e assicurarsi che sia davvero abbandonato.

Una cosa importantissima da non fare, è toccare a mani nude i cuccioli di mammiferi. Infatti, contaminati dall’odore dell’essere umano, la madre non li riconoscerebbe più come suoi e li abbandonerebbe.

Come soccorrerli

Nel caso, però, di ritrovamento di un selvatico a terra immobile, ferito, malato o in una situazione di pericolo, come può essere una strada trafficata, la presenza di gatti, cani e bambini nella zona, allora è bene raccogliere l’animale e riporlo in una scatola di cartone imbottita con della carta e su cui siano stati fatti dei fori per il passaggio dell’aria.

Non gli va dato cibo, ma solo acqua con un po’ di zucchero, data goccia a goccia facendola filtrare dai lati del becco per alzare il livello glicemico. Dopo il recupero è fondamentale portarlo immediatamente in strutture idonee. 

L’ENPA ci tiene a sottolineare, infatti, quanto sia sbagliato tenerlo in casa ore o addirittura giorni, prima di consegnarlo a chi di dovere, perché questo comportamento, non certo dovuto a cattiveria, può però causarne la possibile morte per carenza di cure e cibo inadatti, compromettendo spesso anche la sua reimmissione in natura.

Succede, invece, che alcune persone decidano proprio di crescere l’animale ritrovato in casa, costringendolo a vivere una vita inadeguata. ENPA ricorda a tutti loro che la detenzione di fauna selvatica protetta e la loro cattura anche se fatta in buona fede, è vietata per legge.

Infine, mai come in questo periodo è raccomandabile tenere sempre i cani al guinzaglio e di lasciarli liberi solo nelle apposite aree, perché è facile che in questo periodo dell’anno si imbattano in cuccioli di selvatici.

In ogni caso, per evitare sbagli, prima di raccogliere un qualunque animale, è sempre meglio chiedere consiglio

Indirizzi utili

Parco Canile-Gattile di Monza (via San Damiano 21, Monza): 039-835623 dalle 14.30 alle 17.30. Per emergenze riguardanti la fauna selvatica, il canile è aperto tutti i giorni della settimana dalle ore 9.00 alle ore 18.30, festivi compresi.

– Pagina Facebook ENPA Monza e Brianza per consigli e informazioni.

CRAS del WWF (Centro Recupero Animali Selvatici) in via Delle Tre Campane 21 a Vanzago (MI) Tel 02-93549076

Per informazioni o consigli generici sui selvatici (NON per emergenze), o per collaborare con i volontari del gruppo selvatici dell’ENPA monzese: selvatici@enpamonza.it

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Simona Sirianni
Giornalista
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