Dovrebbero arrivare a destinazione sabato nel primo pomeriggio le otto ambulanze veterinarie partite in direzione Ungheria con l'obiettivo portare aiuti per le associazioni animaliste e i rifugi ucraini che in questi giorni stanno cercando di salvare quanti più animai possibili dalla guerra.
L’iniziativa à di Ambulanza Veterinarie Italia (Avi), onlus che si dedica all'assistenza e al trasporto di animali in difficoltà e che ha sedi a Torino, Sanremo, Misinto, Casale Monferrato, Borgosesia, Vercelli, Albenga, Asti, Novara, Varese, Biella e Savona. Ogni sede si è mossa per organizzare punti di raccolta, grazie anche alla collaborazione di Enpa e di altre associazioni attive sul territorio, e a bordo delle ambulanze sono stati caricati generi alimentari primari, medicinali e presidi medici e sanitari, coperte e sacchi a pelo e alimenti per animali, indispensabili per aiutare le associazioni e i volontari che da giorni resistono sotto i bombardamenti e in zona di aperto conflitto nel tentativo di assicurare a cani, gatti e altri animali le basilari cure per sopravvivere.
I problemi sono ormai diventati quasi insormontabili: i rifugi non hanno acqua né elettricità, il cibo in alcuni casi inizia a scarseggiare e nei pochi negozi ancora aperti non c’è più disponibilità. A livello logistico, inoltre, è difficilissimo per gli operatori che non risiedono nei rifugi raggiungerli perché dovrebbero attraversare zone di aperto conflitto, trovandosi sulla linea di fuoco.
Tra le persone che stanno inviando regolari aggiornamenti sulla situazione a Kiev, in particolare, c'è Natasha Mazur, responsabile del canile e delle cliniche veterinarie municipali e di un rifugio a Borodyankas, una delle zone più colpite dalla guerra. Mazur, che è in contatto con diverse associazioni italiane per concordare l'invio e la ricezione degli aiuti, nei giorni scorsi ha ringraziato per il supporto e ha confermato che gli animali hanno bisogno urgente di cibo, farmaci salvavita e medicinali per il primo soccorso.
Una situazione sempre più drammatica in cui gli aiuti internazionali sono fondamentali (qui abbiamo fornito tutte le info per contribuire). Diversi carichi preparati dalle associazioni sono già stati consegnati, pur con tutte le difficoltà a superare i confini, e i mezzi Avi sono partiti venerdì in tarda serata diretti verso Záhony, città ungherese al confine con l’Ucraina.
«Purtroppo non possiamo varcare la frontiera ucraina – ha spiegato Jimmy Dotti, presidente di Avi – quindi raggiungeremo e ci fermeremo nella città di frontiera dalle 13 alle 19 circa di sabato. Scaricheremo gli aiuti e imbarcheremo per il rientro in Italia solo persone ed animali già in territorio ungherese».