Finita nel mirino delle polemiche per aver dichiarato di non assumere donne sotto i 40 anni in ruoli dirigenziali e per aver minacciato sanzioni a chi scioperava e si rifiutava di fare gli straordinari, Elisabetta Franchi torna sotto i riflettori ma per una vicenda che questa volta riguarda gli animali.
Per la precisione il suo, che di nome fa Giovannino, «l’ultimo cane randagio che ho adottato da Palermo venti giorni fa», come spiega piuttosto arrabbiata la stilista su Instagram che racconta «il paradosso», come lo descrive, accadutole in vacanza. «Una cosa che ha veramente dell'inverosimile», dice l'imprenditrice bolognese della moda e animalista, bacchettando la Polizia Municipale di Cervia-Milano Marittima “colpevole” di averle dato una sanzione ingiusta a suo dire.
«Giovannino è scappato dal giardino della nostra casa al mare – racconta Franchi in una story – Ritrovato, è stato portato al canile che a sera era già chiuso e da cui ci hanno detto di andarlo a prendere la mattina. Una volta recuperato il cane, però, mi è arrivata una multa dalla Polizia Municipale di Milano Marittima perché Giovannino era sprovvisto di collare e museruola».
A questo punto la stilista si chiede: «Ma la Polizia Municipale parla con il canile? C'è qualcosa che non funziona», prosegue Franchi prima di concludere la sua invettiva: «Perché le multe non le fate a chi tiene i cani alla catena, visto che in Romagna ce ne sono ancora tanti, o a chi tiene i cani sotto il sole, a chi li abbandona e a chi li maltratta».
A leggerla così, è chiaro, verrebbe da dire a tutti, che se un cane scappa di casa, chiaramente collare e museruola non potrà indossarli. E anche l'avvocato Salvatore Cappai, avvocato e membro del Comitato Scientifico di Kodami, lo conferma: «Mi sembra un evidente errore – spiega – La sanzione più appropriata sarebbe dovuta essere semmai quella per inadeguata custodia».
Come sa, o come dovrebbe sapere chi adotta un cane o qualunque altro animale, infatti, uno dei suoi principali obblighi oltre alla cura, è la diligente custodia dello stesso, la cui omissione, insieme al mal governo, vengono sanzionati dal nostro codice penale all’articolo 672 nella sezione dedicata alle «contravvenzioni concernenti l’incolumità pubblica delle persone nei luoghi di pubblico transito o nelle abitazioni».
La legge, però, fa distinzione nel caso si tratti di animali pericolosi e no: per quanto riguarda i primi, l’articolo 672 del codice penale, depenalizzato, prevede che «chi non custodisce con le debite cautele, animali pericolosi da lui posseduti, o ne affida la custodia a persona inesperta, è punito con la sanzione amministrativa da euro 25 a euro 258». La colpa, invece, in relazione agli animali non pericolosi, sarà generica cioè negligenza, imprudenza e imperizia.