Un elefantessa a passeggio lungo una strada statale, le auto che sfrecciano a pochi passi, il tendone del circo in cui è nata e cresciuta a qualche decina di metri e nessun controllo per impedirle di spostarsi e finire nel traffico. La scena è stata immortalata all’Aquila, in Abruzzo, in occasione dell’arrivo del circo Madagascar – Maya Orfei, e ha riacceso la polemica sullo sfruttamento degli animali per le attività circensi e sulla frequenza con cui questi animali, costretti a esibirsi per l’intrattenimento umano, possono finire in situazioni potenzialmente rischiose.
A denunciare l’accaduto e a prendere una netta posizione è stata la Lav abruzzese, che lo ha definito «un episodio gravoso e increscioso che abbiamo segnalato ufficialmente alle competenti autorità, che dimostra ancora una volta come i circhi con animali non debbano avere più spazio nella nostra società e che queste attività mettano a serio rischio l'incolumità animale ed umani».
L’elefantessa si chiama Baby e ha 50 anni, tutti trascorsi con il circo Madagascar che è arrivato a L’Aquila il 9 maggio e dove rimarrà fino al 21.
La Lav ha ricordato che il Regolamento Comunale della città abruzzese è «datato e obsoleto in tema di tutela e benessere animale», e che «tra le numerose carenze nulla eccepisce in ambito di regolamentazione e stringenti controlli che dovrebbero essere necessari prima dell'ingresso dei circhi nel nostro territorio, per cui è opportuno che l'amministrazione provveda senza ulteriori indugi alla sua modifica per aumentarne ambizione e scopo».
Nello specifico, il regolamento è del 2002, e nulla dice appunto in tema di circhi, la cui regolamentazione è ormai da qualche anno al centro di un dibattito finalizzato ad arrivare a una legge nazionale. A oggi l’unica norma nazionale che disciplina i circhi è la legge numero 337 del 1968, che sancisce che «lo Stato riconosce la funzione sociale dei circhi equestri e dello spettacolo viaggiante. Pertanto sostiene il consolidamento e lo sviluppo del settore», e nella stragrande maggioranza dei casi sono i singoli Comuni a muoversi per imporre lo stop allo sfruttamento di animali durante gli spettacoli firmando apposite ordinanze. Provvedimenti che vengono sempre impugnati davanti al Tar, con i giudici amministrativi che quasi sempre danno ragione alle compagnie circensi in un circolo vizioso in cui a farne le spese sono gli animali.
Qualche passo avanti in questo senso c’è stato con l’approvazione, nel luglio del 2022, della Legge delega sullo spettacolo, che regolamenta il rilancio degli spettacoli viaggianti con artisti vietando, tra le altre cose, l'uso di animali selvatici come tigri, leoni, elefanti. A febbraio 2023, però, con l'approvazione della conversione del Disegno di Legge "Milleproroghe", il Senato ha dato il via libera allo slittamento dal 18 maggio di quest'anno al 18 agosto 2024 per la presentazione del Decreto Legislativo attuativo della legge. Si allungano quindi i tempi per l'attuazione delle Leggi sullo spettacolo dal vivo, e quindi anche per lo stop all'utilizzo degli animali nei circhi, e nel mentre continuano a verificarsi situazioni anche molto rischiose: l’ultimo episodio lo scorso 23 aprile quando proprio dal circo Maya Orfei, attendato a Genova, era scappato un lama che era finito nella trafficata corso Italia, dando vita a un inseguimento che si era fortunatamente concluso senza feriti.
«La Lav continua a lavorare affinché la legge-delega del Governo per il riordino dello spettacolo possa diventare finalmente attuativa ed entrare in vigore prima dell'agosto 2024, attuale scadenza, prevedendo una graduale dismissione dei circa 2000 animali selvatici ancora utilizzati nei circhi nostrani».