Le specie esotiche invasive sono specie di animali, ma anche vegetali, funghi e microrganismi, originari di una determinata regione geografica e che, una volta introdotti in un nuovo territorio, mantengono popolazioni in grado di sopravvivere e riprodursi allo stato selvatico. In un innovativo studio per il Nord America, un team di ricercatori ha individuato 40 specie considerate altamente pericolose per la Florida. L'identificazione di queste specie è fondamentale per implementare strategie preventive e garantire il rilevamento precoce, al fine di prevenire impatti ecologici ed economici significativi.
La gestione delle specie invasive spesso risulta essere reattiva anziché preventiva, come ha sottolineato Deah Lieurance, ex coordinatore del progetto UF/IFAS Assessment of Non-Native Plants e attuale assistente professore di biologia e gestione delle specie invasive presso la Penn State University. L'obiettivo del progetto era proteggere le aree naturali della Florida, risparmiando risorse che altrimenti sarebbero state destinate a costose strategie di gestione. La presenza di specie invasive, infatti, comporta non solo un grave impatto sulla biodiversità ma anche notevoli costi finanziari, stimati in 423 miliardi di dollari a livello globale nel 2019 e destinati a quadruplicarsi ogni decennio.
Per affrontare questo problema, un team di esperti guidato dall'Università della Florida ha valutato 460 specie terrestri, acquatiche e marine, attribuendo loro punteggi basati sulla probabilità di arrivo, insediamento, diffusione e impatto su ecologia, economia e salute umana. Da questo lavoro è emerso che alcune tra le specie più pericolose sono il pesce Alosa pseudoharengus, la cozza zebra (Dreissena polymorpha), il gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) e il macaco mangiagranchi (Macaca fascicularis). «Non avrei mai pensato che il macaco potesse rappresentare una minaccia», ha dichiarato Lieurance. «Tuttavia, la loro predilezione per i granchi implica un potenziale impatto sulla nostra biodiversità nativa. Inoltre, considerando che il parente del macaco in questione, il macaco rhesus, è già presente nello stato, c'è la possibilità che anch'esso porti lo stesso virus (herpes B) identificato nelle popolazioni del Silver Springs State Park».
Gli esperti, inoltre, hanno esaminato attentamente i potenziali modi attraverso i quali queste specie invasive potrebbero raggiungere la Florida, identificando le fughe dal confinamento (come il rilascio di animali domestici e di acquari) e i trasporti clandestini come le vie più probabili. Lieurance sottolinea che questa ricerca costituisce un punto di partenza cruciale per future valutazioni periodiche e monitoraggi, suggerendo che queste dovrebbero essere eseguite circa ogni cinque anni. «Ora che abbiamo un elenco, il passo successivo sarà monitorare eventuali nuove introduzioni potenziali», ha aggiunto Lieurance. La prevenzione, come sostiene, è fondamentale, poiché molti sforzi vengono intrapresi solo dopo la scoperta di una specie invasiva, spesso quando è troppo tardi. L'obiettivo del progetto è preservare le specie vulnerabili e garantire la protezione della biodiversità della Florida, degli ecosistemi unici, delle infrastrutture socioeconomiche e del benessere umano: solo tramite la prevenzione sarà possibile raggiungerlo.