Ecco dove è imprigionata JJ4. Gli attivisti: «Casteller è un atroce braccio della morte per orsi»

JJ4 è stata trasferita al Casteller. Ma quali sono le condizioni di vita degli orsi all'interno del recinto. Lo abbiamo a chiesto a chi lo ha visto da vicino.

18 Aprile 2023
17:37
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Casteller

JJ4 è stata catturata in Val di Sole e trasferita all'interno del recinto del Casteller, dove resterà almeno fino all'11 maggio, quando i giudici del Tar si pronunceranno sul suo destino. Nel frattempo l'orsa, responsabile dell'aggressione che ha causato la morte di Andrea Papi, è in una delle gabbie libere accanto a M49, che si trova al Casteller dal 2020.

In quell'anno, i Carabinieri del Cites svolsero un sopralluogo all'interno del recinto, rilevando forti condizioni di stress nei tre orsi che al tempo erano rinchiusi. Oltre a M49, infatti, fino allo scorso anno si trovavano al Casteller anche DJ3 e M57, oggi rispettivamente in un recinto in Germania e in un parco faunistico in Ungheria.

Per capire di che luogo si tratti, abbiamo parlato con Francesca Manzini, del collettivo #Stopcasteller, il gruppo di attivisti che, nel 2021 aveva organizzato un'incursione all'interno del recinto con l'obiettivo di rivelare le terribili condizioni di vita degli animali. «Stiamo parlando di un recinto all'interno del quale si trovano tre gabbie chiuse con sbarre d'acciaio e separate tra loro da muri di cemento. Al loro estreno vi é un appezzamento di terreno suddiviso a sua volta in 3 aree – spiega Manzini – Una condizione agghiacciante, che non può offrire nessuna parvenza di benessere agli animali. Questo posto, di cui la Provincia non diffonde informazioni, è il braccio della morte di un carcere di massima sicurezza: qui gli orsi possono solo andare a morire».

«Il Casteller è un atroce lager per orsi che ricorda Guantanamo»

Alessandro Ghezzer, fotografo naturalista e amministratore del gruppo Facebook Convivere con orsi e lupi si può, ha avuto modo di avvicinarsi al Casteller. Abbiamo chiesto anche a lui che aspetto abbia il recinto, situato a Est di Trento, su una collina poco fuori dal capoluogo. «Dall'esterno si vedono chiaramente due recinzioni alte almeno quattro metri. La più esterna è elettrificata. Al suo interno, invece, si trovano delle buche che dovrebbero fungere da tane – spiega Ghezzer a Kodami – L'area totale è di circa 0,7 ettari e corrisponde alla dimensione di un campo da calcio. È suddivisa a sua volta in 3 sezioni, con tre recinti interni. Purtroppo è impossibile avvicinarsi: l'area è completamente interdetta».

In Trentino, però, il Casteller non è l'unico recinto per orsi. Ne esistono altri due, ma entrambi hanno dimensioni ancora inferiori e condizioni di vita addirittura peggiori. A San Romedio misura 0,1 ettari e viene ospitato un esemplare, mentre a Spormaggiore (0,2 ettari), vivono da tempo due femmine.

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Il recinto del Casteller non era nato per ospitare gli orsi per lunghi periodi, bensì per aiutarli a riprendersi. «Inizialmente doveva tamponare le emergenze che nascevano in caso di soccorso di animali feriti o ammalati – spiega Ghezzer – Con il tempo, però, è stato trasformato in una sorta di Guantanamo per orsi. Un'atroce galera permanente in cui un animale non può che necessitare di sedativi per sopravvivere. Chiamarla area faunistica è vergognoso. Questo è un lager per orsi».

Al tempo dell'incursione di #Stopcasteller, nel febbraio del 2021, la Provincia Autonoma aveva dichiarato che quanto emerso dal video diffuso dagli attivisti riguardava un momento limitato nel tempo. Al più presto, secondo l'Assessore all'Agricoltura e Fauna, Giulia Zanotelli, sarebbero terminati i lavori di ristrutturazione dell'intera area e, inoltre, sarebbe stato effettuato un ampliamento. Da quel momento, però, non è mai più stata diffusa alcuna informazione a riguardo.

«Oltre alla preoccupazione per i due orsi reclusi, ci chiediamo anche che ne sarà dei tre cuccioli da cui è stata separata JJ4 durante le operazioni di cattura? Saranno già in grado di provvedere a sé stessi? Questo pensiero non interessa certamente a Fugatti, concentrato solo sulla reclusione e l'abbattimento degli orsi nell'ottica di condurre la sua battaglia destinata a un tornaconto elettorale – conclude Manzini – Avrebbe preferito abbatterla subito, senza passare dal Casteller, perché nel clima di tensione che si è creato in queste settimane, è evidente che per Maurizio Fugatti un luogo fisico è scomodo: permette ai trentini che non la pensano come lui di andare a manifestare la propria contrarietà».

Sul destino dei cuccioli dell'orsa, Federica Pirrone, etologa e membro del comitato scientifico di Kodami spiega: «È probabile che separarsi dalla mamma per la loro crescita non sia un problema, perché per l'età che hanno sono vicini al momento dell'acquisizione dell'autonomia, ma potrebbero anche averlo già superato. I piccoli che hanno maggiori probabilità di rimanere con la madre per un periodo più lungo sono quelli di cucciolate con 2 soggetti, i piccoli di JJ4 sono 3. Ma la probabilità di rimanere più a lungo con la madre dipende anche dalla massa corporea raggiunta dalla prole: più è piccola, più i tempi si allungano nel secondo anno».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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