Quando pensiamo alle tecniche di caccia delle balene, probabilmente immaginiamo questi placidi giganti del mare mentre divorano piccoli pesci o krill semplicemente inghiottendo grosse boccate d'acqua. Eppure, esiste una tecnica molto più sofisticata che alcune balene utilizzano per catturare le loro prede: le "bolle d'aria". Questo comportamento, osservato soprattutto nelle balene grigie, è incredibilmente affascinante e recentemente due nuovi studi hanno gettato nuova luce su questa straordinaria capacità che potrebbe cambiare completamente ciò che sappiamo.
Un team di ricercatori dell'Oregon State University's Marine Mammal Institute ha monitorato e studiato i comportamenti delle balene grigie (Eschrichtius robustus) lungo la costa dell'Oregon per oltre sette anni, scoprendo che questi giganti marini sono dei veri e propri acrobati, molto di più di quanto si pensava fino a oggi. I video ripresi dai droni mostrano infatti le balene impegnate in evoluzioni sorprendenti: nuoto laterale, capriole e addirittura posizioni "a testa in giù" mentre cacciano sul fondale marino.
Uno dei comportamenti più curiosi rimane però l’utilizzo delle bolle d'aria, tecnica conosciuta come "bubble blast", esplosione o raffica di bolle. Quando una balena grigia emette una potente esalazione sott'acqua, crea un grande cerchio di bolle in superficie. Fino a oggi si pensava che questa raffica di bolle servisse ad aggregare o intrappolare le prede, ma questi studi recenti hanno dimostrato che le balene usano questa tecnica per regolare la loro galleggiabilità mentre si immergono in acque molto basse.
Le balene più grandi e grasse sono infatti quelle che adottano maggiormente questa strategia, specialmente quando eseguono la "headstand", ovvero la posizione a testa in giù, premendo la bocca contro il fondale per cercare prede come piccoli crostacei o gamberetti. I ricercatori hanno inoltre osservato che le balene più giovani tendono a nuotare più spesso in avanti per cacciare, mentre quelle adulte, più grandi ed esperte, preferiscono le tecniche "headstand" e "bubble blast".
Tutto ciò suggerisce che tali comportamenti si affinino con l'avanzare dell'età e con l'esperienza. Clara Bird, che ha guidato questi studi, ha spiegato che i giovani cetacei tentano spesso di imitare gli adulti, ma molto spesso con scarso senza successo, dimostrando come queste tecniche richiedono enormi capacità di coordinazione e forza, elementi che si sviluppano solo attraverso l'esperienza.
L'utilizzo delle bolle d'aria non è solo un affascinante e complesso comportamento, ma anche un esempio di come questi giganti del mare sia perfettamente adattati all'ambiente in cui vivono e di come sappiano "padroneggiarlo" interagendo con esso, dimostrando ancora una volta quanto il loro mondo, nascosto sotto la superficie dell’oceano, sia meraviglioso e ancora tutto da scoprire.