Oggi, 29 luglio, abbiamo consumato interamente le risorse e i servizi naturali prodotti dal Pianeta per l'intero 2021. Da questo momento siamo in debito con la Terra, che hanno dopo anno fa sempre più fatica a sostenere il fabbisogno e l'impronta ecologica umani. L'hanno chiamato Earth Overshoot Day, letteralmente giorno del superamento terrestre, e salvo rare eccezioni ogni anno arriva sempre più in anticipo.
Tutto è cominciato a partire dal 1971, anno in cui abbiamo iniziato a consumare più risorse di quelle prodotte. All'epoca però questo superamento era stato raggiunto nella giornata del 21 dicembre, ma in appena 40 anni siamo riusciti ad accelerare questa erosione talmente tanto da riuscire ad anticiparla ad oggi di 5 mesi. Solamente nel 2020, anno in cui è scoppiata la Pandemia, eravamo riusciti a posticipare di un bel po' questo triste traguardo a causa del lockdown, raggiunto comunque con molto anticipo il 22 agosto.
La giornata di oggi serve a ricordare – qualora ce ne fosse ancora bisogno – che il nostro stile di vita, come individui e come comunità, ha raggiunto livelli di insostenibilità allarmanti. Per poter continuare a vivere come facciamo oggi servirebbe più di un pianeta e mezzo (1,7 Terre), ma ne avremo sempre e solo uno. Fra le principali cause del sovrasfruttamento ci sono ovviamente l'aumento dell'impronta ecologica e la deforestazione. È stato calcolato per quest'anno un aumento del 6,6% dell'impronta di carbonio e un calo dello 0,5% della biocapacità degli ecosistemi a livello globale rispetto all'anno precedente.
Col G20 per l'ambiente appena concluso e a cento giorni dalla Cop26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre, arriva quindi l'ennesimo grido di allarme del nostro martoriato Pianeta. Eppure sappiamo da tempo come intervenire per rallentare questi consumi. Secondo alcune stime basterebbe dimezzare le emissioni globali di carbonio per spostare l'Earth Overshoot Day di 93 giorni, e cioè di oltre tre mesi.
Per questo il Global Footprint Network, che ogni anno calcola i nostri consumi annuali, ha lanciato al campagna 100 Days of Possibility, proponendo soluzione e scelte sia individuali che collettive, che consentirebbero di spostare sempre più in avanti questa data. Cinque le aree chiave su cui agire che sono state individuate: aiutare il pianeta e gli ecosistemi naturali attraverso azioni di conservazione, un'agricoltura sostenibile e il ripristino degli ecosistemi; progettare e gestire città e trasporti per ridurre i consumi; passare a fonti di energia rinnovabili abbandonando il carbone; ridurre il consumo di carne e gli sprechi alimentari; controllare la crescita demografica della popolazione mondiale. Traguardi presenti anche nell'Agenda 2030 degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Attualmente utilizziamo il 74% in più di risorse che la Terra riesce a produrre. Acqua, frutta, verdura, carne, pesce, legna, combustibili, sono solo alcuni dei servizi e delle risorse che gli ecosistemi producono per noi e che abbiamo già esaurito quest'anno. Una situazione insostenibile che, chiaramente, non potrà certamente durare per sempre.