Che la presenza delle meduse indichi che il mare sia pulito è solo una diceria, per cui sfatiamo questo mito: avvistare delle meduse in mare non è sinonimo di una buona qualità delle acque.
La presenza delle meduse potrebbe essere dovuta a diversi fattori, ognuno legato alle esigenze della specie. Nel Mediterraneo, infatti, abbiamo diverse specie di meduse come la medusa luminosa (Pelagia noctiluca), una specie pelagica, ovvero che solitamente è possibile trovare in mare aperto, che nel periodo autunnale e primaverile si avvicina alla costa, il polmone di mare (Rhizostoma pulmo), grandi meduse per lo più innocue, la medusa tubercolata (Cotylorhiza tubercolata), molto comune nel mare Adriatico, soprattutto da maggio a ottobre, e la Velella velella, una medusa che spesso forma colonie ed è soprannominata la “barchetta di San Pietro” a causa di una cresta di forma triangolare simile ad una vela che le permette di muoversi sulla superficie dell’acqua tramite la spinta del vento.
Cosa indica la presenza delle meduse in mare e cosa le attira
Ogni medusa ha capacità motorie più o meno limitate, per spostarsi si affida principalmente alle correnti marine o al vento e per questo motivo non è possibile che le meduse cerchino attivamente delle acque pulite. A far percepire la presenza di una medusa non è tanto l'avvistare un suo spostamento, dunque, ma la sua abbondanza relativa nei nostri mari.
A favorire tale abbondanza sono fattori ambientali come l’aumento delle temperature, che favorisce la riproduzione di molte delle specie che possiamo osservare nel Mediterraneo, determinate condizioni di salinità e, soprattuto, disponibilità di prede. Queste condizioni sono alla base dei così detti "bloom", ovvero l’incremento improvviso e incontrollato del numero di individui, fenomeni influenzati anche dai cambiamenti climatici insieme ad alterazioni delle caratteristiche fisico-chimiche delle acque e la sovrappesca, che eliminando i competitori naturali delle meduse e i loro predatori, rende loro la vita molto più semplice.
In quali acque vivono le meduse?
Dunque, acque piuttosto calde favoriscono la vita pelagica di questo animale, ma il ciclo vitale di una medusa non è composto solo dalla parte in cui viaggia trasportata dall'acqua, quella che siamo abituati a vedere ovunque, ma anche da una planula, ovvero una larva che scende e si fissa sul fondale dove poi successivamente assume la forma di un polipo e prende il nome di scifistoma.
Proprio a proposito di queste ulteriori fasi del ciclo vitale delle meduse, anche la cementificazione dei litorali favorisce l'instaurarsi di gruppi di meduse nei nostri mari. Infatti, i frangiflutti tipici dell’Adriatico, per esempio, forniscono un substrato ideale per le colonie di polipi, che riescono a riprodursi così molto più facilmente.
Ad oggi i bloom di meduse costituiscono un fenomeno biologico che mette in allerta gli scienziati e sono diversi i progetti di monitoraggio volti a tenerli sotto controllo. Dal 2008, per esempio, è in atto il progetto JellyWatch Program che monitora la presenza delle diverse specie di meduse nel Mediterraneo e la diffusione dei bloom.
Il progetto è fondamentalmente un enorme banca dati detenuta dal CIEM (Commissione Internazionale per l’Esplorazione Scientifica del mar Mediterraneo) e dall’Università del Salento. Chiunque assiste a un bloom può inviare le foto dell'evento a questi due Istituti per aiutare il monitoraggio, grazie anche a una comoda app, che, oltre a poter segnalare direttamente la presenza di meduse, avverte gli utilizzatori di eventuali bloom sulle coste del Mediterraneo.