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16 Settembre 2024
19:00

È vero che i topi hanno paura dei gatti?

Queste due specie vengono da sempre descritte in contrapposizione, principalmente perché i roditori sono tra le prede primarie dei felini. Ma ci sono delle eccezioni, e hanno a che fare con un microrganismo.

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Validato da Sonia Campa
Membro del comitato scientifico di Kodami
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La “rivalità” tra gatti e topi è ormai entrata saldamente nella cultura popolare, eppure non sempre ci si sofferma a pensare per quale motivo queste due specie siano sempre dipinte in contrapposizione tra loro. E anche se è vero che di norma i topi hanno paura dei gatti questa non è comunque una regola aurea che vale sempre, e ci sono situazioni in cui non è così.

La premessa da fare è che questa paura ha origini ancestrali. I topi in natura sono infatti tra le prede primarie dei gatti, che cacciano principalmente piccoli roditori e uccelli. Non è un caso che la domesticazione dei gatti sia iniziata proprio quando l’essere umano si è accorto che questi piccoli predatori erano utilissimi per liberarsi dei roditori che insidiavano i raccolti e le riserve di cibo.

I gatti continuano a cacciare i topi soprattutto perché la predazione agisce su molte funzioni mentali che vanno al di là dell'istinto di caccia e della nutrizione. Di fatto la rivalità top-gatti, malgrado la domesticazione, è rimasta pressoché inalterata. I gatti continuano ad essere predatori efficienti perché questa pratica è continuata stabilmente, e dal canto loro gli umani non hanno agito direttamente per modificare questa tendenza, che a noi quindi è arrivata inalterata. Ancora oggi è riconosciuto che la preda elettiva del gatto è proprio il topo.

Una ricerca condotta dagli studiosi dell’Università di Berkeley, in California, ha infatti evidenziato uno scenario in cui i topi non hanno paura dei gatti. Ha a che fare con uno specifico parassita, il Toxoplasma gondii, che può infettare tantissimi animali – uccelli, mammiferi e persino l'uomo – e causa la toxoplasmosi. L'infezione avviene attraverso l'ingestione di carne infetta o attraverso il contatto con feci contaminate, e una parte molto importante del ciclo vitale di questo parassita può avvenire solamente nel suo ospite definitivo, che è il gatto. La ricerca ha messo in luce che i roditori, ospiti intermedi, quando vengono infettati dal parassita non temono i gatti, ma anzi ne sono attratti. Il microrganismo, che ha come obiettivo occupare l’ospite e riprodursi, interferisce con i loro processi neurali e li rende meno timorosi, rendendo l’urina dei felini irresistibile.

Conseguenza diretta, i topi perdono la tradizionale (e salvavita) paura dei gatti e si avvicinano ai luoghi in cui percepiscono l’odore della loro urina. Il Toxoplasma manipola dunque il loro comportamento, facendo aumentare le possibilità di raggiungere finalmente l’ospite definitivo, il gatto. Che nutrendosi del topo finisce per infettarsi.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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