Immaginate di poter tradurre i grugniti dei maiali nel linguaggio umano per comprendere i loro stati d'animo. Per alcuni scienziati impegnati nel progetto SoundWel finanziato dall'Unione Europea non si tratta più di fantascienza.
Un algoritmo attualmente in fase di sviluppo potrebbe riuscirci ma non aspettatevi lunghi monologhi animali: i suoni emessi dai suini saranno registrati e correlati alle loro emozioni per valutare il loro stato d'animo, in una sorta di "monitoraggio delle emozioni".
D'altronde il benessere degli animali di allevamento, oltre ad essere una prerogativa etica imprescindibile se si conosce la complessità anche psicologica di queste specie (e chi passa un po' di tempo in loro compagnia come Nicholas Cage, se ne accorge) , è sempre più chiaramente legata anche all'interesse di allevatori e consumatori.
I primi risultati nella delineazione dell'algoritmo sono stati pubblicati in un articolo apparso su Scientific Reports.
L'espressione vocale delle emozioni è stata osservata in moltissime specie animali e potrebbe fornire un mezzo non invasivo e affidabile per valutare il loro livello di benessere. Oggi è infatti accettato che il benessere degli animali si basi non solo sulla loro salute fisica ma anche su quella mentale, come ha dichiarato Elodie Briefer, docente di biologia all'Università di Copenaghen e autrice dello studio.
Tra le specie di allevamento, i suini (Sus scrofa domesticus) sono degli autentici "chiacchieroni" e possono emettere una vasta gamma di suoni: i maiali comunicano costantemente tra loro e non si limitano a dire «Oink-Oink» ma mostrano un vocabolario di oltre 20 suoni diversi, ognuno con il suo significato, come avvertimento, saluto e fame.
Non solo i maiali hanno molto da dire ma si assicurano anche di essere ascoltati: lo stridio di un maiale può raggiungere fino a 115 decibel, come un cantante lirico. La comunicazione dopotutto gioca un ruolo fondamentale nelle specie sociali come i suini che in condizioni di libertà tendono a formare gruppi di circa otto individui.
Al fine di produrre un "vocabolario digitale" gli scienziati hanno registrato 7414 "conversazioni" da 411 maiali in differenti contesti di allevamento, dalla nascita alla macellazione. I suoni sono stati suddivisi tra bassa frequenza (LF) ed alta frequenza (HF), e secondariamente associati all'attività del maiale in quel momento, con ipotesi plausibili del suo stato d'animo. Le analisi acustiche hanno rivelato che la valenza emotiva può essere dedotta dalla durata della chiamata e dal tasso di modulazione dell'ampiezza.
Ad esempio il mangiare o l'attività di gioco è stata considerata positiva, ed i suoni associati sono risultati caratterizzati da determinate note ed una specifica breve durata. Viceversa, le emozioni negative vengono espresse da suoni più lunghi.
Successivamente, sono stati poi testati due diversi metodi automatizzati per la classificazione dei suoni, denominate "Neural network" e "pDFA". La prima è risultata essere affidabile al 92% ed è attualmente in fase di incorporazione in un'app che possa essere consultata facilmente dagli allevatori. Non pensiate infatti sia solo una questione di semplice curiosità: con l'aumentare della nostra comprensione del benessere animale, sempre più allevatori e consumatori hanno iniziato a comprendere la sua importanza anche alimentare, come reso evidente da alcuni studi scientifici sull'argomento.