Immaginate se fosse possibile riportare in vita specie estinte come la tigre della Tasmania, il celebre carnivoro marsupiale eliminato a causa dell'uomo nei primi anni del Novecento. E se vi dicessimo che nei prossimi anni potrebbe accadere?
Un team di scienziati dell'Università di Melbourne ha in programma questo ambizioso progetto alla "Jurassic Park": riportare in vita animali estinti infatti non è più fantascienza ma sta rapidamente diventando una realtà scientifica.
Non stiamo parlando solo del carnivoro marsupiale: in tutto il mondo sono in corso ricerche per riportare in vita specie chiave utilizzando i progressi nel sequenziamento del genoma, nell'editing del DNA e nelle tecnologie riproduttive. Insomma, certamente non una passeggiata e neanche qualcosa da prendere sottogamba, ma una nuova possibilità per favorire la conservazione degli ecosistemi naturali da vagliare e pianificare attentamente.
Per poter dare un'idea del lavoro che c'è dietro, il team australiano ha recentemente esposto i motivi ed i nove "step" teorici per far rivivere la tigre della Tasmania.
Perché riportare in vita una specie estinta?
Iniziamo da una domanda fondamentale, che a dirla tutta dovrebbe sempre essere chiara in ogni progetto umano: perché?
La tigre della Tasmania o tilacino (Thylacinus cynocephalus) era un carnivoro marsupiale all'apice delle catene alimentari di Australia e Tasmania, fino alla sua estinzione negli anni 30 del XX secolo, ma pare che fosse praticamente scomparso in Australia continentale prima dell'arrivo degli europei.
Sebbene piuttosto tranquillo di indole, era considerato un animale nocivo per gli allevamenti e fu perseguitato dall'uomo, oltre a soffrire molto la competizione con il dingo arrivato già 3500 anni fa. L'ultimo animale conosciuto morì in cattività nel 1936.
Il tilacino era unico tra i marsupiali esistenti all'epoca. Aveva un aspetto iconico di lupo o cane striato, con una coda lunga e rigida e una grande testa. Da adulto poteva misurare 180 centimetri dalla punta del naso alla punta della coda ed era alto 58 centimetri. Le sue spesse strisce nere si estendevano dalle spalle alla base della coda.
I moderni predatori apicali del Continente Rosso, che ora includono coccodrilli d'acqua salata e dingo, costituiscono una parte estremamente importante dell'ecosistema favorendo la sua stabilità: l'emergere della fatale malattia del tumore facciale del diavolo della Tasmania è un chiaro esempio di ciò che può accadere in un ambiente quando gli animali malati non vengono più predati e rimossi dalla popolazione. I tilacini avrebbero aiutato a controllare la diffusione di questa malattia mortale in Tasmania e avrebbero potuto prevenire l'ormai quasi certa estinzione del diavolo della Tasmania (Sarcophilus harrisii).
La prima regola di tutte le reintroduzioni è valutare l'ambiente di reinserimento. Se osserviamo l'habitat moderno in Tasmania, è rimasto relativamente invariato. Ciò significa che fornisce l'ambiente perfetto per reintrodurre il tilacino, consentendogli di rioccupare la sua nicchia.
Secondo gli esperti il loro lavoro porterà a progressi tecnologici «necessari» che includono lo sviluppo di metodi per creare cellule staminali marsupiali per custodire la diversità e proteggere dalla perdita di specie a causa di eventi come i recenti devastanti incendi boschivi australiani.
Lo sviluppo di tecnologie di editing genetico avvantaggeranno i biologi anche in altri campi come l'ingegneria della resistenza alle tossine del rospo della canna. un'altra piaga dovuta agli europei, in specie marsupiali vulnerabili.
Ma riportare indietro un animale costa un sacco di soldi. E una recente importante donazione filantropica ha fornito 10 anni di finanziamento per istituire il laboratorio TIGRR (Thylacine Integrated Genomic Restoration Research lab) per consentire lo sviluppo di nuove tecnologie per la conservazione e il restauro dei marsupiali.
I nove passaggi per riportare in vita la tigre della Tasmania
Se osserviamo in modo specifico il processo per de-estinguere il tilacino, ci sono nove passaggi chiave che a grandi linee devono essere eseguiti (Non preoccupatevi, cercheremo di chiarificarvi tutto in maniera semplice).
Passo 1
Il primo passo è tracciare tutto il genoma del tilacino che è fondamentalmente un progetto genetico completo, una sorta di "manuale d'istruzioni" su come costruire un tilacino. La buona notizia è che questo passaggio è completo: la probabilità di de-estinzione dell'animale dipende completamente dalla qualità e dall'accuratezza di quel genoma.
Ad oggi, il tilacino rappresenta il genoma estinto di più alta qualità per qualsiasi specie.
Passo 2
Le specie con il DNA più simile forniranno le cellule viventi e il genoma stampo che possono quindi essere modificati per trasformarlo in un genoma di tilacino.
Questo è un altro passaggio che il team ha già completato. Ora abbiamo la sequenza per diverse specie che rappresentano i parenti più stretti del tilacino, che includono il dunnart o il topo marsupiale.
Passo 3
Si tratta di un grande progetto di bioinformatica che mira a confrontare i genomi delle diverse specie di marsupiali simili per identificare tutte le differenze che potrebbero potenzialmente essere modificate nel genoma dell'ospite per creare una cellula "tilacina". Questo elemento è attualmente uno dei principali obiettivi del nuovo laboratorio TIGRR.
Passo 4
Raccogliere le cellule staminali del marsupiale vivente selezionato.
Questo passaggio è anche utile per creare una banca genetica per conservare la diversità nelle popolazioni di marsupiali "a rischio" e proteggerci dalla perdita di specie minacciate o in via di estinzione.
Passi 5,6 e 7
Questi passaggi richiedono lo sviluppo di tecnologie di riproduzione assistita per i marsupiali e sono in fase di sviluppo con il laboratorio TIGRR. Queste tecniche sono necessarie per utilizzare cellule staminali viventi per creare un embrione e quindi trasferirlo con successo nell'utero di una specie ospite.
Passi 8 e 9
È qui che gli sforzi di de-estinzione per i marsupiali hanno un netto vantaggio rispetto ad altri mammiferi. Tutti i marsupiali danno alla luce piccoli che completano lo sviluppo nel marsupio mentre vengono allattati.
Invece, come parte del processo di de-estinzione, questo può essere sostituito fin dalla tenera età con l'allattamento al biberon. Significa che, a differenza di altri animali che richiedono tempi di gestazione lunghi e complicati, possiamo generare animali viventi in una gamma di specie ospiti e potenzialmente senza la necessità di un ospite.
È probabile che questi nove passaggi richiedano un decennio o più, ma il lavoro lungo il percorso sarà di immediato beneficio per la conservazione dei marsupiali, oltre a sviluppare la tecnologia necessaria per riportare all'estinzione un iconico animale australiano che abbiamo purtroppo eliminato (al momento) per sempre.