Sì, lo ha fatto di nuovo. Eh sì, rischiamo anche noi di scrivere sempre le stesse cose di conseguenza… Eppure questa volta, però, ci ha regalato un elemento in più: addirittura Papa Francesco ha dichiarato che bisogna «bastonare l'Italia» perché nel nostro paese «si privilegia avere cagnolini e gatti e non bambini».
Che dobbiamo fare, Santo Padre? Cosa possiamo ancora aggiungere per dimostrarle che per giunta sono più le famiglie con bambini ad accogliere animali domestici (dati Eurispes)? Forse nulla più c'è da dire e ciò che resta è solo fare un respiro profondo e ormai affidarci all'intelligenza media delle persone che non possono non fare un minimo ragionamento sul dato di fatto che la reiterazione di questo concetto non sta nemmeno portando gli effetti desiderati dal Pontefice: in Italia il calo demografico di certo non si modifica con i suoi proseliti, possibile che ciò non sia chiaro a lui e ai suoi collaboratori?
Servono politiche sociali e economiche valide, non discriminanti soprattutto nei confronti delle donne (e pure dei padri lavoratori diciamolo!) e non certo campagne religiose che mettono contro animali e persone o meglio – perché gli animali che se ne fregano di tutto questo nostro inutile chiacchiericcio? – famiglie o single con cani e gatti e quelli senza.
Sì, la parola chiave è "rispetto" ancora una volta, quello a cui Francesco sembra davvero non badare più chiuso in un loop mentale che evidentemente nessuno riesce a contenere e che lo ha portato a dire questa volta durante l'evento "The economy" queste testuali parole:
“Vedo che ci sono alcuni bambini lì: è bello questo, in una cultura dove si privilegia avere cagnolini o gatti e non bambini – ha osservato il Pontefice –. Dobbiamo bastonare un po’ l’Italia!”.
Bene, anzi male: il livello della comunicazione di disinformazione di massa di stampo per nulla francescano (nonostante il nome che ha assunto) ora è salito di grado, immettendoci anche un elemento, sebbene chiaramente provocatorio, pure di violenza fisica.
Ma cosa c'entra la religione con tutto questo? Perché è l'unica e ultima domanda che ci rimane da fare a Francesco, dopo aver provato a scrivergli una lettera pubblica e pure a rivolgerci a lui con un video editoriale in cui manifestavamo una grande perplessità per quello che sarebbe diventato per lui un messaggio ossessivo – l'ultimo risale appena al 4 settembre scorso – da elargire come un appuntamento fisso.
Sì, sarebbe utile poter parlare con lui per comprendere dove è finita la parola "compassione" rispetto a tutti gli abitanti del creato. Ma senza nemmeno volerlo coinvolgere sul tema animale, ci sarebbe da chiedergli cosa mai potranno imparare dei bambini che nascono perché i genitori volevano evitare le bastonate della Chiesa.