È nato prima l’uovo o la gallina? Ecco la classica domanda esistenziale che sembra non avere soluzione. In realtà, a dare una risposta ci pensano i paleontologi e per la scienza non ci sono dubbi: è nato prima l’uovo. Per capire meglio come gli scienziati siano arrivati a questa conclusione è necessario definire cosa intendiamo per “uovo” e per “gallina”.
L’uovo con cui siamo familiari, presente nell’immaginario comune e consumato in gran parte della popolazione è detto uovo cleidoico o amniotico: la sua principale caratteristica è quella di avere un guscio rigido formato in gran parte da carbonato di calcio e numerose membrane al suo interno. Questo tipo di uovo è stato rinvenuto per la prima volta nei captorinomorfi, un gruppo primitivo di rettili apparso nel carbonifero, circa 350 milioni di anni fa.
Prima della comparsa dei rettili, gli anfibi furono i primi vertebrati a conquistare la terra emersa ma, allora come oggi, erano e sono vincolati a pozze d’acqua o zone umide. Allo stesso modo le loro uova devono essere deposte in acqua per evitare il disseccamento e le loro larve sono adattate alla vita acquatica. La pelle degli anfibi è poi estremamente sottile, tanto da consentire il diretto scambio di ossigeno con l’atmosfera, facilitando il lavoro ai polmoni ancora piuttosto semplici, ma consentendo anche l’evaporazione dei liquidi interni.
È per questo motivo, infatti, che la pelle di questi animali deve sempre restare umida e protetta da uno strato di muco, vincolando la loro distribuzione ad habitat che ne consentono la sopravvivenza. Per lo stesso motivo questi animali non vanno mai toccati a mani nude, perché gli oli che secerne la nostra pelle possono occludere i loro pori, interrompere il film mucoso e provocare loro seri danni.
I rettili sono stati i primi vertebrati completamente terrestri e, al contrario degli anfibi, hanno sviluppato durante la loro evoluzione degli adattamenti per preservare i liquidi all’interno del corpo, come le squame coriacee e il guscio delle uova, che hanno consentito loro di colonizzare anche le zone più aride del pianeta, sin dalla formazione del supercontinente Pangea.
L’uovo amniotico è infatti in grado di sopravvivere lontano dall’acqua grazie alle diverse membrane che lo rivestono. Il suo guscio, resistente ma al contempo traspirante per consentire all’embrione di respirare, è stato poi ereditato da tutti i cosiddetti amnioti, ovvero i rettili apparsi successivamente, gli uccelli e i mammiferi. In questi ultimi si è poi evoluta la viviparità, cioè lo sviluppo embrionale all'interno dell'organismo materno, e la placenta che accoglie il feto è un’ulteriore evoluzione dell’uovo amniotico. In alcuni mammiferi di gruppi primitivi sopravvissuti, come ornitorinchi ed echidna, è, invece, ancora presente la deposizione delle uova.
Gli uccelli, dunque, si sono evoluti successivamente. Nonostante la comunità scientifica lo abbia confermato da tempo, per molti è ancora una sorpresa leggere che questi animali siano dinosauri a tutti gli effetti, probabilmente per l’immagine “mostruosa” radicata nella nostra cultura che i film su questi rettili del passato continuano a proporre. Gli uccelli sono l’unico gruppo sopravvissuto all'estinzione di dinosauri teropodi, ovvero il ramo dei carnivori bipedi come i celebri Velociraptor e Tyrannosaurus, che – a detta dei paleontologi – non erano grosse lucertole squamose assetate di sangue ma animali normali, con interazioni complesse e strategie predatorie, e che, nonostante fossero coperti di piume, potevano risultare ugualmente spaventosi.
Infatti, spesso si ironizza su come i temibili tirannosauri si siano improvvisamente trasformati in piccoli e innocui polli, ma questa è chiaramente una bufala: gli uccelli si sono evoluti parallelamente ai possenti predatori del Mesozoico, in rami ben distinti ma appartenenti allo stesso gruppo. Gli uccelli, poi, sono risultati più adatti a sopravvivere all’evento catastrofico causato dall’impatto del meteorite 66 milioni di anni fa.
I primi fossili di uccelli veri e propri risalgono al medio Cretaceo, cioè circa 100 milioni di anni fa, ma esistono fossili di alcuni loro parenti primitivi, come il celebre Archaeopteryx, che risalgono al Giurassico, datati anche oltre i 150 milioni di anni fa. Al contrario, Tyrannosaurus rex è stata una delle ultime specie di dinosauri non aviani – cioè non uccelli – ad essere comparsa, all’incirca 71 milioni di anni fa, ed estinta successivamente all’impatto del meteorite: quindi è lecito affermare che i primi uccelli siano ben più vecchi di questo temibile predatore preistorico.
Sebbene secondo le stime dei paleontologi i pulcini più antichi abbiano quindi quasi 200 milioni di anni, la loro comparsa resta decisamente più recente rispetto al primo uovo, che, invece, risulta avere almeno 350 milioni di anni. Questo se per “gallina” intendiamo un uccello generico, se invece ci riferiamo al pollo domestico vero e proprio va specificato che non è una specie che esiste in natura: questa è, appunto, una specie addomesticata a partire da progenitori selvatici del sud est asiatico soltanto tra i 7 e 10 mila anni fa, dopo la comparsa di Homo sapiens e delle prime e rudimentali civiltà stanziali.
Quindi la scienza svela il mistero: l’uovo è nato decisamente prima della gallina e gli uccelli convivevano con gli altri dinosauri anche prima della comparsa del tirannosauro.