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30 Agosto 2021
15:11

È morta Nina, la gatta che ha vissuto in una scatola legata alla catena

Era stata salvata dalle guardie zoofile dell’Oipa, ma le sue condizioni di salute sono state così critiche che, alla fine, non ce l’ha fatta. Nina, la gatta che a Porcia (Pordenone) era stata per una vita tenuta legata alla catena, è morta. Era stata salvata dalle guardie zoofile dell’Oipa, ma le sue condizioni di salute sono state così critiche che, alla fine, non ce l’ha fatta.

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Era stata salvata dalle guardie zoofile dell’Oipa, ma le sue condizioni di salute sono state così critiche che, alla fine, non ce l’ha fatta. È morta Nina, la gatta che a Porcia (Pordenone) era stata per una vita tenuta legata alla catena.

La sua morte è avvenuta a seguito di un megacolon, una malattia dell’intestino. L’organo si era dilatato a tal punto da riempirsi di materiale fecale e dare stitichezza cronica. «Quando abbiamo appreso la notizia, ieri pomeriggio, eravamo increduli. Pensavamo che qualche possibilità di sopravvivenza ci fosse – dice a Kodami Maria Laura D’Amore, coordinatrice delle guardie ecozoofile dell’Oipa di Pordenone – La gattina era in prognosi riservata». Molto probabilmente la patologia che l’ha uccisa può essere stata causata proprio dall’immobilizzazione a cui era costretta.

La gatta, infatti, è stata per molto tempo legata alla catena e messa una scatola. Il compagno umano che avrebbe dovuto prendersi cura di lei (e che dovrà rispondere del reato di maltrattamento davanti alla Procura della Repubblica), si è giustificato dicendo che aveva paura che uscisse di casa, come era capitato ad altri suoi gatti.

La situazione del mondo felino, in Friuli, è particolarmente sentita. A confermarlo è la stessa D’Amore. «In Friuli c’è una profonda problematica legata al randagismo dei gatti, davvero pazzesca – dice – Le gatte figliano tantissimi cuccioli e i proprietari li abbandonano. È una storia infinita, non si riesce a contenere l’emergenza».

Nel sopralluogo fatto dalle guardie ecozoofile dell’Oipa (e che aveva portato al ritrovamento di Nina), era stato notato un cane senza microchip (che è costato all'uomo una sanzione amministrativa). In una stanzetta fatiscente, invece, sono state scoperte molte gabbiette piccole e sporche, con alcuni uccelli da richiamo senza cibo né acqua (che ha portato a una denuncia al Corpo forestale provinciale di Pordenone).

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