L’hanno osservata e inseguita per due settimane, cercando di catturarla per trasferirla in un centro di recupero animali selvatici, ma alla fine la femmina di cinghiale finita nella Darsena di Milano è morta. A ucciderla, secondo quanto riferito dai veterinari dell’Ats, un mix di calore, stress e debilitazione.
La vicenda di questo animale era iniziata lo scorso 4 agosto, quando alcuni cittadini l’avevano visto nuotare nella Darsena e avevano avvisato il 112. Sul posto erano quindi arrivati agenti della polizia Provinciale, la Protezione Civile, la polizia Locale e i Vigili del Fuoco, che avevano provato a catturarla sfruttando delle gabbie trappola e usando i gommoni per individuarla. La femmina di cinghiale però era sfuggita a tutti i tentativi di prenderla: inizialmente sembrava che i Vigili del Fuoco fossero riusciti nell’impresa, ma si era spinta ancora più a fondo in un cunicolo riuscendo a fuggire e a far perdere le sue tracce.
Nelle settimane successive i soccorritori avevano continuato a monitorare la Darsena in cerca dell’animale, impiegando anche i sommozzatori e lasciando in acqua frutta e verdura per attirarla nelle trappole. Sino a giovedì mattina però la femmina di cinghiale si era tenuta a debita distanza, continuano a nuotare tra cunicoli e condotte. Sino a quando non è arrivata la notizia che si era infilata in una delle gabbie, sistemata in una condotta sotto piazzale Tripoli.
I veterinari dell’Ats, arrivati per recuperarla, l'hanno immediatamente sedata per organizzare il trasferimento. Le sue condizioni però erano troppo gravi: magra e fortemente debilitata dopo le settimane trascorse in acqua, è morta durante il trasporto al Cras “per lo stress e il deperimento”, come hanno fatto sapere i veterinari. Un duro colpo per tutte le persone che da due settimane ormai seguivano il suo viaggio e si erano affezionate a quel cinghiale che sfuggiva caparbiamente a tutti i tentativi di cattura, deciso a difendere la sua libertà.
Non è così inconsueto che animali selvatici arrivino sin negli specchi d’acqua milanesi, soprattutto i cinghiali: nel giugno del 2021 una femmina adulta era stata recuperata nel Naviglio Grande, tra Gaggiano e Trezzano, a ottobre del 2020 altri due cinghiali erano arrivati avevano nuotato tramite i Navigli fino alla Darsena: uno era stato abbattuto, l’altro sedato e recuperato. E ancora a settembre 2020, altri due ungulati avevano nuotato per chilometri nel Naviglio morendo entrambi, uno annegato e l’altro abbattuto.
L’ipotesi è che gli animali arrivino dal parco del Ticino, nuotando attraverso i Navigli, e che a spingerli a tuffarsi in acqua sia il grande caldo di queste settimane e la siccità: ormai abituati all’ambiente urbano, dove arrivano in cerca di cibo, sfruttano canali, laghetti e altri specchi acquei per cercare refrigerio, a loro agio anche alla luce delle capacità natatorie.