La nuova stagione riproduttiva delle tartarughe marine è stata appena inaugurata in Sicilia, sulla spiaggia di Gallina ad Avola, dove è stato individuato il primo nido del 2021. Con l'arrivo dell'estate le nostre spiagge sabbiose diventano così il teatro di uno degli spettacoli più belli e affascinanti della natura: la nidificazione delle tartarughe marine (Caretta caretta). Nella notte tra il 24 e il 25 maggio una femmina ha risalito lentamente la spiaggia, ha scavato una grossa buca nella sabbia e vi ha seppellito circa un centinaio di uova grandi come una pallina da ping-pong. Una volta terminato il suo lavoro, ha voltato le spalle al proprio nido ed è tornata nuovamente in mare, lasciando sulla sabbia le inconfondibili tracce del suo passaggio. È proprio grazie a questi segni che il nido è stato individuato da un'addetto alla pulizia e alla manutenzione delle spiagge, che ha immediatamente allertato gli esperti del WWF e del progetto Life Euroturtles.
L'annuncio del sindaco di Avola su Facebook
Una volta accertata la presenza delle uova il nido è stato immediatamente recintato e messo in sicurezza dagli esperti e dai volontari. Ora ci vorranno circa 60 giorni per vedere spuntare le prime piccole tartarughine pronte a iniziare la loro lunga avventura in mare. Ancora una volta si è dimostrata fondamentale la collaborazione tra operatori balneari, addetti alla manutenzione delle spiagge, volontari ed esperti, che come ogni anno continueranno a monitorare e sorvegliare i nidi su tutte le spiagge italiane per l'intera stagione estiva.
La tartaruga marina nel Mediterraneo
La tartaruga marina (Caretta caretta) è la specie più comune e diffusa nel Mediterraneo, ed anche l'unica specie a nidificare lungo le coste italiane. A livello globale è considerata una specie Vulnerabile all'interno della Lista Rossa dell'IUCN, ma le popolazioni italiane e mediterranee sono, purtroppo, ancora più a rischio estinzione. Una volta nati questi rettili marini passano la loro intera esistenza in mare aperto, dove mangiano un'ampia gamma di invertebrati, come molluschi, meduse, spugne e coralli. Impiegano molti anni per raggiungere la maturità sessuale, circa 20-30, e solo a partire da quel momento, ed esclusivamente le femmine, intraprenderanno lunghe e faticose migrazioni per ritornare sulla terraferma dopo essersi accoppiate, magari proprio sulla spiaggia dove sono nate.
Purtroppo nonostante gli enormi sforzi per tutelarle in tutto il suo areale, le minacce che mettono a rischio la sopravvivenza di questa specie sono ancora molto forti e lontane dall'essere debellate. Disturbo, turismo di massa e antropizzazione di spiagge e litorale mettono a rischio i siti di nidificazione, e sono ancora tantissime le tartarughe che finiscono ogni anno nei centri di recupero a causa delle ferite dovute principalmente all'impatto con le imbarcazioni che possono provocare grossi danni al carapace, o all'impatto con strumenti da pesca come lenze, reti e ami. Qualcosa però sta cambiando, e le tartarughe sembra ce la stiano mettendo proprio tutta per tornare a popolare numerose le nostre coste.
La lenta ripresa in Italia
Lo scorso anno infatti c'è stato il record assoluto di nidi rinvenuti in Italia: ben 160, distribuiti soprattutto nelle regioni meridionali tra Sicilia, Calabria, Campania e Puglia. Questo dato così positivo si deve certamente all'intensificazione dei controlli, ma anche a un lento e costante incremento delle nidificazioni, probabilmente influenzate anche dall'aumento delle temperature. La sempre più crescente attenzione nei confronti di questi rettili marini, poi, sta certamente aiutando a far crescere la consapevolezza e la sensibilità in tutta Italia.
Sono tantissime le associazioni, i volontari e gli istituti di ricerca che ogni collaborano con amministrazioni e stabilimenti balneari per proteggere questa rara specie in Italia. L'unione e la collaborazione tra tutti questi partner sta permettendo di mappare, tutelare e proteggere i nidi in tutto il Paese. Sono sempre più numerosi gli stabilimenti e i comuni "Amici delle tartarughe", e presto lo diventerà anche Avola. Forse stiamo finalmente capendo che la tutela della natura e della biodiversità non rappresenta un limite ma una risorsa, e che coinvolge e avvantaggia tutti, nessuno escluso. Solo proseguendo tutti nella stessa direzione si possono raggiungere obiettivi importanti. La stagione riproduttiva è appena iniziata e il primo nido è già arrivato, speriamo adesso di battere nuovamente il record nazionale.