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21 Settembre 2022
17:43

Due succiacapre feriti salvati in Liguria in pochi giorni

Un esemplare di succiacapre è stato trovato con una contusione all'alta nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, un altro nell'entroterra genovese. Entrambi sono stati salvati.

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Un esemplare di succiacapre ferito è stato salvato dai carabinieri forestali all’interno del Parco Nazionale delle Cinque Terre, in Liguria.

L’uccello, una specie crepuscolare e notturna che migra ogni autunno dall'Europa all'Africa, era ferito a un’ala e impossibilitato a volare. Ad avvistarlo in località Drignana, nel territorio del Comune di Vernazza, un cittadino che ha subito avvisato i militari della stazione operativa nel parco. I Forestali hanno recupero il succiacapre e poi lo hanno affidato ai volontari della Lipu, che si occuperanno di lui sino a quando non si sarà completamente ristabilito e non potrà essere liberato in natura. Soltanto qualche giorno prima anche i volontari del Cras dell’Enpa di Genova erano intervenuti per il salvataggio di un succiacapre, questa volta ferito lievemente alla testa: passato lo stordimento, il piccolo uccello era stato portato nei boschi di Campomorone e liberato.

La presenza dei succiacapre (Caprimulgus europeanus) in Italia in questo periodo rientra nelle abitudini di questa specie. Questo uccello è tendenzialmente migratore e sverna sulle coste africane, trascorrendo nel nostro Paese il periodo compreso tra marzo e settembre. In questi giorni, insomma, gli esemplari si stanno alzando in volo per raggiungere l’Africa, e non è infrequente che vadano a sbattere contro auto, manufatti umani e cavi dell’alta tensione.

Il suo volo è silenzioso e roteante, fatto di numerosi zig-zag, e la sua risorsa principale è la vista: pur non avendo degli occhi grandi come i gufi, riesce a vedere altrettanto bene grazie allo strato di tapetum lucidum presente nell'occhio, che lo aiuta a concentrare la luce e avere quindi una visualizzazione più nitida. L'udito invece non sembra svolgere un ruolo importante. Una caratteristica di questa specie è la presenza di strutture definite setole, molto simili a baffi, vicino al becco, che essendo sensibili aiutano a localizzare e incanalare la preda nella bocca.

Lo stravagante nome "succiacapre" deriva da una leggenda secondo la quale questi uccelli succhiavano il latte dalle capre. La specie in Europa ha uno stato di conservazione sfavorevole ed è ritenuta in declino: a minacciarla l’uso massiccio di sostanze tossiche in agricoltura (il succiacapre si nutre principalmente di insetti che mangia durante il volo), il traffico stradale, il disturbo nei siti riproduttivi, l'inquinamento luminoso e la distruzione del loro habitat.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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