Due specie di ittiosauri presentavano un adattamento predatorio che seguiva la filosofia "meglio non pestare i piedi agli altri". Una recente ricerca ha dimostrato che le strutture anatomiche del muso di due specie di ittiosauri erano diverse, evidenziando una dieta differente per non competere per le stesse risorse.
Essere un ittiosauro del mesozoico non doveva essere semplice. Oltre a competere per le risorse alimentari con gli altri grandi predatori dell'epoca, diverse specie di ittiosauro erano costrette a condividere le stesse acque. Per questo motivo alcune di essere hanno sviluppato un ottimo adattamento per evitare di non cacciare le stesse prede: diversificare la forma del muso.
Uno studio degli scienziati dell'Università di Bristol, nel Regno Unito, pubblicato sulla rivista Journal of Anatomy, ha preso in analisi la morfologia dei crani di due due specie di ittiosauro, Hauffiopteryx typicus, dal rostro più sottile, e Stenopterygius triscissus, dal muso più largo, per scoprire di più a riguardo.
Cosa sono gli ittiosauri
Il team di ricercatori inglese ci catapulta immediatamente a circa 251 milioni di anni fa, nell'era Mesozoica. Probabilmente è il caso di togliersi la felpa e trovare riparo alle prime avvisaglie di pioggia: il clima era più caldo e numerosi monsoni erano soliti sferzare le coste di molte regioni. Da una riva riusciamo ad avvistare in mare una pinna dorsale di una animale che, all'apparenza, ci ricorda molto un grande delfino. Ci troviamo milioni di anni prima della nascita dei primi mammiferi: quello che vediamo in acqua è un ittiosauro.
Gli ittiosauri erano grandi animali marini estinti facenti parte della classe sauropsida, un raggruppamento tassonomico che racchiude rettili e uccelli. Questi animali prosperarono per la maggior parte dell'era mesozoica e a testimoniarlo esistono numerosi reperti fossili di cui, i più recenti, arrivano fino a 90 milioni di anni fa, nel Cretaceo Superiore.
Possiamo dire che il percorso evolutivo degli ittiosauri somiglia molto a quello dei grandi mammiferi marini: sia rettili che mammiferi, una volta affrancati dalla terra dopo milioni di anni di evoluzione, decidono di tornare all'acqua "spinti" dalla presenza di nicchie ecologiche libere. La somiglianza con i moderni delfini e balene è un fenomeno che gli esperti definiscono "convergenza evolutiva", ovvero stessi adattamenti comparsi in gruppi animali distanti geneticamente e temporalmente.
Questi animali erano predatori voraci e la conformazione particolare del rostro, la punta allungata del muso che presentava lunghe file di denti acuminati, ha fatto si che potessero cibarsi di animali piuttosto veloci e dalla pelle dura. Proprio per quanto riguarda la conformazione del rostro lo studio dell'Università di Bristol ha fornito ulteriori dettagli che ci hanno permesso di comprendere meglio quali sfide dovessero affrontare gli ittiosauri nella competizione alimentare.
Gli ittiosauri non entravano in competizione
I ricercatori hanno esaminato i fossili di due specie di ittiosauri provenienti dagli scavi di Strawberry Bank, a Ilminster, un piccolo paese del Regno Unito di meno di 5 mila anime. La procedura utilizzata è stata piuttosto semplice: hanno effettuato una TAC ai reperti fossili, la stessa operazione di analisi medica che molti di noi hanno sicuramente fatto una volta nella vita.
Così gli studiosi hanno ottenuto dei dettagliati modelli 3D dei crani che, tramite software costruiti ad hoc, sono stati impiegati in delle simulazioni per testare parametri come la velocità e la forza del morso. I risultati delle analisi hanno confermato l'ipotesi che la specie dal rostro sottile avessero un morso rapido ma debole, e quella dal muso largo aveva un morso lento ma potente.
Dunque, una ricostruzione di un'inseguimento di questi predatori doveva risultare più o meno così: la specie dal rostro sottile presumibilmente inseguiva prede in rapido movimento e poteva schioccare le fauci più velocemente per assicurarsi la cattura. Le prede più lente e dotate di guscio duro, invece, erano le preferite dell'ittiosauro dal muso largo, un predatore con un morso violento ma più lento nei movimenti.
Riuscire a fare supposizioni così precise sul comportamento di animali vissuti milioni di anni fa mette una certa emozione in ricercatori e appassionati osservatori della natura. Considerato che i predatori moderni come gli squali e le orche tendono a mangiare tutto ciò che possono, sapere che in un'epoca così antica ci fossero già delle specializzazioni alimentare ben definite apre le porte a molte possibilità: anche altri grandi animali del passato, quindi, potrebbero aver sviluppato adattamenti simili a quelli di queste due specie di ittiosauri e non rimane altro che analizzare ulteriori fossili.