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15 Gennaio 2023
8:30

Due oche prigioniere in un laghetto ghiacciato, salvate dai Vigili Del Fuoco

La squadra dei volontari dei Vvf con il nucleo Saf (Speleo Alpino Fluviale) ha indossato le mute e si è avvicinata ai due esemplari con un gommone in un laghetto ghiacciato a Villar Pellice.

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Intervento inconsueto per i Vigili del Fuoco di Luserna San Giovanni, nel torinese, chiamati a salvare due oche. I due uccelli erano bloccati da tre giorni su un’isoletta al centro di un laghetto ghiacciato a Villar Pellice. Diversamente dalle loro sorelle selvatiche, che compiono anche lunghe migrazioni e più volano in alto più riescono ad aumentare la frequenza del loro battito d'ali (236 movimenti al minuto a 2.300 metri che salgono a 261 a 4.800 metri), quelle domestiche non riescono ad alzarsi in volo. Sono diventate sedentarie entrando a contatto con l'uomo e soprattutto sono ingrassate, queste condizioni gli permetteno solo di sbattere le ali e spostarsi di qualche metro raso terra.

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I due esemplari recuperati dai pompieri sono due oche bianche proprio come quelle che le maestre fanno disegnare a scuola ai bambini: zampe e becco arancioni, corpo robusto e di solito collocate nell'aia, come guardiane della fattoria, insieme ad altri uccelli, perché le oche sono animali con una forte componente sociale. Le due probabilmente hanno nuotato fino al terrapieno in mezzo al lago e hanno trascorso la notte lì, ma nel frattempo, con l'abbassarsi delle temperature, il lago è diventato una lastra di ghiaccio e loro sono rimaste intrappolate.

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La squadra dei volontari dei Vvf con il nucleo Saf (Speleo Alpino Fluviale) ha indossato le mute e si è avvicinata ai due esemplari con un gommone. Non sono poi così rare le notizie che riguardano aggressioni da parte delle oche, così i soccorritori hanno indossato dei guanti spessi per prenderle in braccio e issarle a bordo. Riguadagnata la riva sono state riconsegnate in buone condizioni di salute alle loro persone di riferimento.

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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