Con la preziosa collaborazione degli "scienziati-cittadini", il ricercatore della James Cook University, Matthew Connors, ha svelato al mondo due nuove e affascinanti specie di mantide religiosa. L'approfondita documentazione della ricerca, insieme alla dettagliata descrizione di tali specie, è stata pubblicata sulla rivista Zootaxa.
Le mantidi religiose sono insetti carnivori noti per la loro postura eretta e le zampe anteriori altamente specializzate per la cattura delle prede. Appartenenti all'ordine Mantodea, questi animali sono caratterizzati da uno stile di vita predatorio e sono spesso riconosciute per la loro abilità di mimetizzarsi tra la vegetazione. Ne esistono tantissime diverse specie in tutto il mondo, con una varietà di dimensioni, colori e adattamenti alle diverse condizioni ambientali. Alla lista, adesso se ne aggiungono due che sono state scoperte grazie all'aiuto della citizen science.
Questa scoperta, ancor più particolare rispetto alle solite descrizioni di nuove specie, rivela anche un'eccezionale sorpresa. Una delle due mantidi appena scoperte non è soltanto un'aggiunta alla ricca biodiversità del pianeta, ma appartiene a un genere completamente inedito e mai precedentemente identificato, il primo tra le mantidi australiane a ricevere un nome nel nuovo millennio.
Battezzata con il nome di Inimia nat (l'altra si chiama invece Ima corymbia), questa nuova specie è stata scoperta grazie alla partecipazione attiva della piattaforma online iNaturalist, conosciuta anche come iNat, dove appassionati o semplici cittadini possono pubblicare le foto e le loro osservazioni di piante e animali. Il contributo dei cittadini alla ricerca scientifica si è dimostrato quindi fondamentale, accelerando notevolmente l'identificazione e la documentazione di insetti a partire dalle foto pubblicate sulla piattaforma online.
La biodiversità in Australia è estremamente diversificata, e infatti è molto semplice imbattersi in nuove specie. Tuttavia, il contributo degli scienziati-cittadini è fondamentale in ogni caso, in quanto ha permesso di esplorare in un arco di tempo più ristretto uno spazio molto più ampio, fornendo una ricchezza di dati altrimenti inaccessibili.
Grazie al contributo dei cittadini e alle loro preziose osservazioni adesso si conoscono molti aspetti relativi all‘aspetto e alle abitudini di questi insetti. Oltre alla descrizione morfologica estremamente dettagliata compiuta dai ricercatori, si hanno vaste informazioni sulle abitudini delle specie e sugli habitat nei quali è possibile individuarle, aspetti che probabilmente sarebbero stati scoperti molto più lentamente se non avessero partecipato allo studio i cittadini.
Il sorprendente risultato di questa sinergia tra esperti e appassionati è la dimostrazione tangibile del potenziale della scienza partecipata. «La scienza partecipata è un modo fantastico, per chiunque sia interessato alla natura, di uscire allo scoperto e iniziare a fare scoperte dando il proprio contributo. La vastità di specie ancora sconosciute è così grande che è quasi certo che gli scienziati cittadini continueranno a scoprire innumerevoli specie nel corso del tempo», afferma con entusiasmo Connors.
In conclusione, questo straordinario esempio di scoperta collaborativa rafforza la convinzione che, con l'impegno collettivo e la passione per la conoscenza, possiamo continuare a svelare i segreti affascinanti del nostro e arricchire il nostro bagaglio culturale meravigliandoci di fronte alla bellezza nascosta della natura.