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24 Luglio 2023
11:33

Due nuove specie di felini dai denti a sciabola descritte in Sudafrica

I felini dai denti a sciabola costituiscono un gruppo eterogeneo di predatori dai lunghi canini che vagavano per l'Africa circa 6-7 milioni di anni fa, nel periodo in cui iniziarono a comparire anche gli antenati degli esseri umani.

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I felini dai denti a sciabola sono stati fra i più grossi predatori che hanno abitato le praterie e le savane della preistoria. L’Africa è stata per lungo tempo il loro principale territorio, il continente in cui si sono evolute e si sono diversificate le principali specie, capaci di adattarsi alle mutevoli situazioni in un pianeta in costante trasformazione. E tra le specie che era possibile trovare nel tardo Pliocene c’erano anche le ultime due appena scoperte in Sudafrica, a Langebaanweg, qualche chilometro a nord dalle periferie di Città del Capo.

Queste nuove specie sono state rinvenute all’interno di alcune collezioni museali dalla equipe di Alberto Valenciano, paleontologo dell'Università Complutense di Madrid, che ha coordinato lo studio recentemente pubblicato sulla rivista iScience.

Secondo Valenciano il ritrovamento di questi felini può considerarsi il compimento di una ricerca di tutta una vita, visto che uno dei sui obiettivi primari fin dall'inizio del suo dottorato era quello di realizzare il primo albero filogenetico dei felini dai denti a sciabola, ovvero di tutti quei gatti, leoni o tigri che nel corso degli ultimi 7 milioni di anni hanno evoluto dei lunghi canini come strumento principale della loro caccia.

I risultati ottenuti dal confronto delle specie più antiche hanno d’altra parte fornito anche importanti informazioni sull'antico paleoambiente africano, in grado di spiegare la distribuzione di questi animali durante il tardo periodo pliocenico e quello pleistocenico. Per esempio, dallo studio dei nuovi reperti sembra che l'allora distribuzione dei grandi carnivori nel settore orientale del continente – importante anche per gli studi inerenti l’evoluzione umana – fosse differente da quanto ipotizzato in precedenza a partire dalla prima metà del secolo scorso.

«Il materiale precedentemente noto appartenente ai felini con i denti a sciabola di Langebaanweg era relativamente scarso ed è per questo se l'importanza di questi animali non era stata adeguatamente riconosciuta fino al nostro arrivo – ha dichiarato Valenciano, commentando le informazioni antecedenti alla scoperta delle nuove specie – La nostra analisi filogenetica è infatti la prima a prendere in considerazione i fossili più recenti», che oltre a fornire nuove informazioni riguardo la storia evolutiva di questo gruppo ha portato all’identificazione di Dinofelis werdelini e Lokotunjailurus chimsamyae, le nuove specie descritte nel nuovo studio.

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Queste specie erano più piccole rispetto ad altre forme che sarebbero comparse in seguito, soprattutto in Nord America, ma erano meglio adattate al clima arido e per questo più snelle, risultando così le specie ideali per un ambiente che non poteva garantire un gran numero di predatori.

Per identificare le nuove specie e definire l’albero genealogico dei felini con i denti a sciabola, Valenciano, insieme ad altri ricercatori, ha dovuto per prima cosa studiare i tratti fisici e morfologici di ciascuna specie, facendo particolare attenzione alla presenza e alla curvatura dei denti, come anche alla forma della mascella e del cranio, che si collegava direttamente alle dimensioni e alla struttura degli incisivi.

La presenza inoltre delle nuove specie, inserite nel gruppo dei gatti Machairodontini e Metailurini, ha portato gli scienziati a ricostruire nello specifico quale fosse l’habitat dell'area al passaggio fra il tardo pliocene e i primi anni del pleistocene, che era composto principalmente da un mix di foreste e praterie, con una predisposizione geografica alla progressiva desertificazione. Un fenomeno che si sarebbe accentuato in particolar modo 5,2 milioni di anni fa e che avrebbe avuto pesanti conseguenze anche per i primati.

«La continua aridificazione del territorio africano durante tutto il Mio-Pliocene, che causò l’estinzione di gran parte della fauna e delle foreste che in seguito sarebbero state sostituite da ambienti aperti, oltre a fornire l’agente scatenante della comparsa dei primi grossi felini con i denti a sciabola divenne anche un importante fattore scatenante del bipedismo degli ominidi – sottolineano gli autori dell’articolo, dando modo di capire che entrambi i gruppi di animali sono figli dello stesso processo climatico che portò la Terra a perdere ingenti quantità di biomassa vegetale – Possiamo quindi dire che la presenza dei felini dai denti a sciabola a Langebaanweg, con tutte le sue implicazioni ambientali e paleobiogeografiche, fornisce uno sfondo paleontologico molto interessante per la futura discussione sull'origine di questi predatori e l'evoluzione degli stessi ominidi».

Questi animali vissero quindi per buona parte del tempo con i nostri antenati, durante una delle peggiori crisi climatiche degli ultimi 10 milioni di anni, adattandosi ai cambiamenti che altrove devastarono completamente le comunità animali e vegetali, come in Africa settentrionale o in Europa. Ed essendo in effetti entrambi le tipologie di animali (felini con i denti a sciabola e primati) più adatti muoversi in spazi aperti rispetto alle specie che li avevano preceduti, si diversificarono rapidamente su tutto il continente africano e anche oltre.

È infatti interessante notare, chiariscono i paleontologi, che queste due nuove specie ritrovate in Sudafrica presentano somiglianze con le tigri dai denti a sciabola di Yuanmou, in Cina. I generi Longchuansmilus di Yuanmou e Lokotunjailurus dell'Africa, potrebbero infatti condividere una stretta relazione evolutiva, un po' come come gli esseri umani e gli scimpanzé.

Gli scienziati hanno comunque promesso che continueranno a studiare le diverse grotte presenti all’interno della regione che circonda Città del Capo, un territorio geologicamente molto importante e che ha permesso l’identificazione di centinaia di specie preistoriche. Sperano così di ottenere ulteriori prove fossili che permettano di approfondire come queste specie sono collegate alle controparti asiatiche e come erano formati gli antichi paleoambienti.

«I due nuovi gatti con i denti a sciabola sono solo un esempio dei numerosi fossili inediti di Langebaanweg ospitati presso i musei della Città del Capo – ha affermato Romala Govender, curatrice e paleontologa presso i Musei Iziko in Sud Africa che ospitano la collezione fossile in cui sono stati trovate le nuove specie – Questo dimostra quanto sia rivelante la necessità di compiere nuovi e dettagliati studi sulla fauna di Langebaanweg, anche tramite scavi diretti in situ».

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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