È rimasto alla deriva nell’oceano per due mesi insieme al suo cane. Tim Shaddock, marinaio australiano di 51 anni era partito in Aprile insieme alla sua Bella con un catamarano da La Paz, in Messico, per arrivare alla Polinesia francese, ma durante il viaggio si sono improvvisamente ritrovati “ostaggio” del Pacifico dopo che l’arrivo di una tempesta ha danneggiato l’imbarcazione e messo fuori uso i dispositivi elettronici.
Quello che è successo in questi sessanta giorni di scomparsa totale dai radar dei due amici, lo ha spiegato Shaddock quando finalmente è stato ritrovato e salvato insieme a Bella. Il diportista ha raccontato in esclusiva a 9News di essere riuscito a sopravvivere bevendo acqua piovana e mangiando pesce crudo.
Barba ispida, diversi chili in meno per effetto di una dieta spartana, come è apparso nella foto postata dal peschereccio che lo ha ritrovato e portato in salvo, l'uomo ha detto di sentirsi comunque in ottima salute così come la cagnolona e di sognare soltanto del buon riposo e del buon cibo dopo essere stato così a lungo in mare.
L’esperto di sopravvivenza Mike Tipton, interpellato per una consulenza, ha spiegato che il ritrovamento è il risultato sicuramente di fortuna e casualità messi insieme, ma ha aggiunto di ritenere che la presenza del cane possa essere stata decisiva per non lasciarsi andare. Sì, insomma, Bella avrebbe aiutato il suo pet mate a non arrendersi all’infinito mare che avevano davanti a loro, ma lo avrebbe incoraggiato a continuare a lottare. Un sostegno sul quale, tutti coloro che hanno un cane, sanno di poter contare grazie all'animo sensibile e sempre pronto a mettersi in gioco che il fedele amico mostra loro ogni giorno.
Del resto non è una novità l'importante risultato ottenuto dagli interventi assistiti con gli animali, più comunemente chiamati Pet therapy, che coinvolgono appunto i cani, ma non solo, nella promozione del benessere fisico e psicologico delle persone. L'interazione con gli animali può avere effetti benefici per le persone tra i quali ci sono senz'altro la riduzione dello stress e dell’ansia e il miglioramento dell'umore.
Ma il loro aiuto può facilitare anche l'interazione tra le persone, incoraggiando la comunicazione e l'apertura emotiva, contribuire al miglioramento delle abilità motorie, incoraggiando il movimento e può offrire, infine, un senso di gioia, divertimento e distrazione dalle preoccupazioni quotidiane. Chiaramente la pet therapy non è e non vuole essere una sostituzione per le cure mediche tradizionali, ma può essere un complemento utile ai trattamenti convenzionali.
L’utilità e i benefici, però, non devono andare solo in una direzione, ovvero quella umana: è importante allo stesso identico modo tutelare il benessere degli animali coinvolti, garantendo che siano trattati con rispetto, ricevano cure adeguate, siano addestrati in modo etico e non siano sottoposti a situazioni stressanti o dannose durante le sessioni di terapia. Pertanto, sì alla pet therapy, ma con un approccio responsabile e consapevole dove le esigenze e il benessere degli animali siano adeguatamente considerati tanto quanto quelli umani.