38 animali sono stati liberati dopo un periodo di cura, tra questi 2 istrici ma anche 32 falchi grillai, 2 civette e 2 gufi . Il CRAS di Manduria ha organizzato nei giorni scorsi un appuntamento per restituire alla natura alcuni degli animali che erano stati presi in cura dal centro che si occupa degli animali selvatici recuperati nella provincia di Taranto. In particolare, però, proprio il salvataggio dei 2 roditori, chiamati anche porcospini, ha la sua importanza perché in quel territorio non se ne registrava la presenza da circa 30 anni.
«Erano rimasti incastrati in una rete pastorale – ci racconta il dott. Patrizio Fontana, responsabile sanitario del CRAS di Manduria – si tratta di recinzioni a grosse maglie che in realtà per la fauna dovrebbe essere permeabile, e per questo potrebbe essere considerata una soluzione ottimale. Gli unici che non dovrebbero passare sono ovviamente i lupi, che infatti la evitano. Del resto è la prima volta che ci capita che degli animali rimangano incastrati in questo tipo di reti. Sicuramente sarà stato a causa delle loro spine».
Come detto, però, la circostanza del loro salvataggio ha comunque portato in dote una buona notizia: «In provincia di Taranto e da Ostuni in giù gli istrici erano assenti da tempo – continua il veterinario – questo anche perché sono oggetto di caccia illegale. L'ultimo esemplare era stato registrato una trentina di anni fa poi, complice forse il Coronavirus, si sono create di nuovo le condizioni per ritornare ad espandersi».
L’episodio di questi due istrici porta però alla riflessione su come bisognerebbe ripensare gli spazi urbani laddove sia presente fauna da tutelare: «Molti incidenti sarebbero prevenibili se gli assi viari fossero, per esempio, dotati di cosiddetti ecodotti, sottopassaggi per consentire agli animali di non dover attraversare l’asfalto. Sono come dei tunnel per animali. In Olanda fanno addirittura dei ponti ma parliamo di paesi con un’attenzione ben più alta della nostra. Anche qui, però, sin dalla fine del 1800 c’era chi si preoccupava di queste necessità. In una masseria di San Pietro in Bevagna sono stati realizzati appositamente dei passaggi per la fauna.
Le nuove leggi, ad ogni modo, prevedono la realizzazione di queste opere sulle strade di nuova realizzazione. Qui per esempio dovrebbero essere previste nel progetto della strada che da Talsano raggiungerà Avetrana». Del tema, peraltro, si è ampiamente parlato quando si è verificata la triste vicenda dell'orso Juan Carrito, uno dei figli di Amarena, morto in Abruzzo pochi mesi prima della sua mamma dopo essere stato investito da un'auto.
Con la liberazione compiuta dal CRAS sono adesso 8 gli animali ricoverati nella struttura: tra questi ci sono anche 2 fenicotteri, uno dei quali era rimasto indietro rispetto al suo stormo fermandosi pochi giorni fa su una spiaggia a poca distanza dalla città a Taranto. Queste attività pubbliche, organizzate spesso con le scuole o con altri gruppi di ragazzi, hanno naturalmente delle ragioni legate alla sensibilizzazione delle nuove generazioni.
Non a caso il centro organizza periodicamente attività di didattica divulgativa: ogni sabato, per esempio, si tiene il bird watching per bambini. Posizionandosi su una torre all’interno del centro i ragazzi possono osservare gli uccelli senza dare loro fastidio, attraverso un binocolo o una camera che proietta le immagini su uno schermo: «Il nostro compito principale è salvare la fauna – conclude Fontana – ma è fondamentale anche creare una mentalità del rispetto e dell’educazione ambientale. Un ragazzo che parteciperà alla liberazione di un istrice proverà più empatia verso l’animale e sarà un cittadino più responsabile».