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1 Settembre 2022
14:27

Due degli ippopotami di Pablo Escobar hanno trovato casa

Gli ippopotami Hipo e Hipo sono stati ricollocati nel Bioparco Ukumarì, in un habitat naturale di 44 ettari. I due facevano parte del gruppo di ippopotami che discende dai tre esemplari che vivevano nell'Hacienda Napoles di Pablo Escobar.

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Due degli ippopotami di Pablo Escobar, che rischiano come tutti gli altri di essere soppressi in Colombia, saranno ospitati al Bioparco Ukumarì. Hipo e Hipo, come sono chiamati gli esemplari, sono stati ricollocati in un habitat naturale di 44 ettari dove riceveranno l'attenzione e le cure di mani esperte.

Per comprendere perché questa sia una buona notizia, bisogna fare un passo indietro e spiegare il motivo per cui in Colombia hanno un grosso problema con gli ippopotami e da tempo si parla addirittura di sterminarli. Il trasferimento dei due animali in un'area protetta, infatti, fa parte delle strategie che si stanno portando avanti per trovare una soluzione definitiva ai rischi che derivano dalla presenza dell'ippopotamo in questa regione.

Circa tre mesi fa iI Ministero dell'Ambiente, dopo l’allarme lanciato negli ultimi anni da scienziati e biologi, secondo cui questi animali rappresentano una minaccia non solo per l'uomo ma per la biodiversità dell'intera area, li ha inseriti nell'elenco delle specie esotiche invasive del Paese.

Gli esperti, infatti, descrivono gli ippopotami come "ingegneri biologici", il che significa che per le loro grandi dimensioni e per le loro esigenze di alimentazione sono in grado di modificare gli ecosistemi in cui si trovano, danneggiando direttamente non solo la fauna e la flora acquatica, ma anche lo stile di vita delle popolazioni umane circostanti.

Ma perché sono così tanti gli ippopotami in Colombia? Se ne contano infatti almeno 80, forse 120. Per rispondere bisogna tirare in ballo il "re dei narcos": Pablo Escobar. Fu proprio lui, alla fine degli anni Ottanta, a introdurre in un paese in cui gli ippopotami non esistevano, quattro soggetti nella sua Hacienda Napoles, l’enorme ranch edificato a metà strada tra Bogotà e Medellín. Erano tre femmine e un maschio e da loro deriva tutta l'attuale popolazione di pachidermi locali.

Dopo la morte del narcotrafficante nel 1993, però, mentre molti animali ospitati nel grande parco furono ricollocati in altre strutture, gli ippopotami vennero liberati nei pressi del rio Magdalena poiché per il loro trasporto ci sarebbe voluto un ingente esborso economico.

Un ambiente che si è dimostrato particolarmente favorevole per questi animali visto che il clima è temperato, la presenza di cibo e verde è abbondante e ci sono bellissimi laghi e fiumi in cui nuotare.  Lasciati allo stato brado, gli ippopotami hanno iniziato a riprodursi, tanto poi appunto da far andare la situazione fuori controllo.

Le autorità, hanno provato con la sterilizzazione che però non ha dato buoni risultati, come ha spiegato al Washington Post David Echeverri López, ricercatore dell'agenzia regionale Cornare per via della loro stazza imponente. Hanno anche pensato alla dislocazione in parchi e zoo, ma anche in questo caso non si sono trovate abbastanza strutture disponibili e preparate a ospitare in un habitat adatto i pachidermi.

Il governo colombiano, dunque, è arrivato così a mettere in campo anche la soppressione selettiva, soluzione che non solo ha dato vita a forti proteste degli animalisti ma che non è piaciuta per niente neanche alla popolazione. Molti cittadini delle zone abitate anche dagli animali, infatti, non solo si sono affezionati a loro ma, vivendo di turismo, li ritengono un'importante risorsa economica. In più anche gli Stati Uniti sono entrati nel merito della questione: gli animali sono stati riconosciuti come “persone giuridiche” da un tribunale degli Stati Uniti. Dopo l’avvio della campagna di sterilizzazione, infatti, un giudice aveva accettato le istanze degli animalisti.

Rimanendo sempre in tema “animali di Pablo Escobar”, è stato anche annunciato che verrà "ricostruita" Leidy, l’elefantessa del re della coca morta nel 2012, ma rimasta indelebile nella memoria di molti in Colombia. Nel dicembre 2021 è iniziata l'esumazione delle sue ossa, sepolte proprio all' Hacienda Napoles che adesso è diventato un parco a tema, un vero e proprio zoo per turisti che vogliono provare l'emozione di entrare nella reggia del narcotrafficante più noto al mondo (soprattutto dopo la serie tv di Neflix "Narcos").

Le ossa di Leidy saranno recuperate e restaurate alla Remington University Corporation Veterinary Clinic di Antioquia. Il compito non è facile: gli elefanti hanno ben 220 ossa e Leidy ha richiesto un trattamento speciale perché era sottoterra da più di un decennio.  La pulizia, infatti, è stata molto complicata.

Gli scienziati hanno recuperato il 97 per cento dei frammenti, ma non tutti erano in buone condizioni, poiché l'elefante aveva 71 anni e le sue ossa non erano perfette al momento della morte.

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Simona Sirianni
Giornalista
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