Ottime notizie per la biodiversità e la natura italiana: ben due coppie di falco pescatore (Pandion haliaetus), uno dei rapaci più rari in Italia, sono tornate a nidificare in Toscana nelle Oasi e Riserve Naturali del WWF della Laguna di Orbetello e Orti-Bottagone regalando la prima schiusa. I pulli, così si chiamano i piccoli di uccello, verranno d'ora in poi monitorati da alcune telecamere che non causeranno alcun disturbo alla nidiata. Ma c'è anche un'altra piacevole novità: i nomi dei neo-nati verranno scelti dagli alunni delle scuole che ospitano le Aule Natura del WWF attraverso un social contest, come annunciato da Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia.
L'evento è davvero eccezionale e porta a sette il numero di siti di nidificazione in Italia di falco pescatore, uno in Sardegna e gli altri sei in Toscana in diverse Oasi e Parchi WWF così distribuiti: Parco Regionale della Maremma, Riserva Naturale Diaccia Botrona, Oasi WWF Laguna di Orbetello, Oasi Wwf Orti-Bottagone, Isola di Capraia – Parco Nazionale Arcipelago Toscano (Toscana), Parco Naturale Porto Conte (Sardegna). La cartina completa è riportata dal Progetto Falco Pescatore in un post su Facebook:
Il ritorno del falco pescatore in Italia rende evidente quanto siano importanti le zone verdi delle Oasi WWF e, non di meno, il progetto di reintroduzione nel Parco regionale della Maremma, iniziato nel 2002 e nato da una collaborazione tra il Parco Regionale della Maremma e Il Parco della Corsica, definito "Progetto Falco Pescatore".
Questo maestoso rapace infatti era scomparso in Italia a partire dagli anni '50 e '60 probabilmente a causa della caccia e l'ultima nidificazione conosciuta in Toscana risale addirittura al 1929 sull'Isola di Montecristo. In Corsica invece la popolazione era fortemente diminuita, ma grazie ai repentini sforzi di conservazione si è passati in poco tempo, dal 1974 ad oggi, da sole 4 coppie nidificanti a una trentina.
Per salvaguardare la specie e reintrodurla nel panorama italiano la collaborazione tra il parco della Corsica e della Maremma è stato quindi fondamentale: a partire dal 2002 infatti sono stati prelevati individui giovanissimi dalla Corsica, di circa 5-6 settimane d'età, e rilasciati sul territorio italiano con la tecnica dell’hacking, ossia solo dopo averli fatti restare per un periodo in un centro d'involo per far sviluppare loro un attaccamento al territorio e farli quindi tornare, probabilmente, l'anno dopo a nidificare.
I pulli che sono stati reintrodotti in Italia sono in tutto 33 e questa nuove nidificazioni rendono evidente l'importanza del progetto e degli sforzi di conservazione. Tutti gli individui sono dotati inoltre di un anello di riconoscimento e di un GPS che rende possibile individuare la posizione in tempo reale.