Due cavalli morti sulla pista dell’ippodromo di Cesena in venti giorni: Dream Stecca, cavalla di tre anni, è morta mentre percorreva il tracciato lo scorso 15 luglio, appena due settimane dopo la morte di un’altra cavalla, Carabela, deceduta durante la gara del 29 giugno. Due episodi molto ravvicinati che riaccendono la polemica sullo sfruttamento degli animali per gare e corse, e sulle conseguenze pesantissime – a volte fatali, come in questi casi – che questi sforzi fisici hanno sul loro benessere e sulla loro salute.
L'associazione Horse-angels ha già chiesto al Ministero per le Politiche Agricole e Forestali di aprire un’inchiesta finalizzata a capire se si siano verificate irregolarità che hanno portato alla morte delle due cavalle: «Chiediamo che i veterinari e i giudici di gara facciano il loro dovere, con controlli in scuderia e in campo prova, anche negli eventi di sport equestri – fanno sapere dall’associazione di Cesenatico – Il vostro dovere è tutelare l'integrità dei cavalli e dello sport, non chiudere gli occhi perché lo show must go on e siete membri pagati dello spettacolo. Vi impedirebbero di lavorare se faceste il vostro dovere? Denunciate le intimidazioni e minacce ricevute. Troverete nelle associazioni animaliste un valido partner per aiutarvi a portare le istanze alle istituzioni. E per istituzioni si intende lo Stato, non gli enti organizzatori delle manifestazioni. Dove l'omertà regna, il prestigio dello sport muore».
La società che gestisce l'ippodromo: «A disposizione del Mipaaf»
Hippogroup, la società che gestisce oltre all’ippodromo di Cesena anche quello di Capannelle, a Roma, e quello di Arcoveggio, a Bologna, ha diffuso una nota in cui si dice «attonita per l’insieme delle circostanze e soprattutto per la propria assoluta impotenza di fronte al verificarsi di episodi come questo, che possono al momento solo ricondursi ad ineludibili fatalità. Nella centenaria storia dell’ippodromo di Cesena mai si era verificata una situazione come questa e due cavalli morti in corsa in oltre trent’anni (con decine di migliaia di cavalli partecipanti alle corse), altro non avrebbero rappresentato che la normale incidenza di situazioni analoghe nel mondo degli sport equestri e non».
La società ha parlato quindi di «inevitabile eco della vicenda», sottolineando però che «non abbiamo alcun ruolo di controllo né tecnico né tanto meno veterinario, come ben noto agli addetti ai lavori. Durante tutte le operazioni precedenti e successive alla corsa stessa la società di gestione dell’ippodromo, che ha regolare convenzione con il Mipaaf, ha quale unico impegno il dover mantenere al meglio la pista e le attrezzature necessarie allo svolgimento della corsa, nonché garantire la massima assistenza logistica ai funzionari di giuria designati dal Mipaaf, inclusi i veterinari preposti alla tutela della salute dei cavalli. Professionisti da supportare con mezzi ed uomini in caso di incidenti che coinvolgessero gli animali».
Focalizzandosi poi su quanto accaduto venerdì scorso, Hippogroup ha chiarito che «la giuria nominata dal Mipaaf presente ha valutato quanto accaduto ed i veterinari che la compongono hanno prima tentato ogni azione utile a salvare il cavallo poi, purtroppo, hanno avviato tutti gli accertamenti previsti dal regolamento delle corse in casi come questo». Ha quindi garantito «la massima collaborazione per tutti gli accertamenti che il Ministero competente vorrà disporre e siamo fin d’ora disponibili a valutare nuove iniziative organizzative ci venissero richieste, ai fini di migliorare la prevenzione di questi gravi incidenti».
La richiesta delle associazioni: «No alle gare per cavalli sotto i 5 anni d'età»
La richiesta che arriva dalle associazioni però è chiara: vietare le corse negli ippodromi quantomeno ai cavalli giovani – proprio come le due morte a Cesena – e cioè a quello che ancora non hanno compiuto i 5 anni d'età. A questo andrebbero affiancate altre misure di sicurezza tra cui l’obbligo di prelievo di sangue a tutti i cavalli prima di una corsa, l’autopsia obbligatoria e automatica in caso di morte di un cavallo in ippodromo, l’obbligo di avere una clinica di riferimento e due ambulanze per ogni giornata di corse e l’arrivo dei cavalli in ippodromo la mattina entro le 10.
«Negli ultimi 20 giorni sono morti due giovanissimi cavalli in pista all’ippodromo di Cesena, l’ultima pochi giorni fa, presumibilmente per un arresto cardiaco: si chiamava Dream Stecca e a soli 3 anni di età aveva già disputato 7 corse. Lo scorso 30 giugno era morta in gara Carabela, di 4 anni, nello stesso ippodromo – sottolinea Sonny Richichi, presidente di Italian Horse Protection Onlus – L’anno scorso, sempre a Cesena, aveva perso la vita Alleluia, un cavallo di 5 anni che a quell’età aveva già disputato ben 116 corse. Nel 2020 abbiamo documentato le morti di Aramist di 4 anni, Billionaire Glory di 3 anni, Zufolo Grif di 5 anni negli ippodromi di Trieste, Taranto e Follonica. Nel 2019 abbiamo documentato le morti di Roman, Finger Cross e Moorhouse Lady (quest’ultima di 4 anni), tutti a Treviso, e di Willy Wildwind (3 anni) a Siracusa. Purtroppo è un elenco tutt'altro che completo: di questi incidenti siamo venuti a conoscenza solo attraverso le segnalazioni che riceviamo, ma le morti durante le corse negli ippodromi sono senz'altro molte di più».
«Far correre puledri di 2, 3 o 4 anni, che non hanno ancora completato lo sviluppo fisiologico e muscolo-scheletrico, alza inevitabilmente il rischio di incidenti gravi alle articolazioni, nonché il rischio di scompensi cardiaci o polmonari. E spesso si arriva alla morte – conclude Richichi – Quindi chiediamo con forza al Mipaaf di intervenire urgentemente per mettere subito fine a questa inaccettabile catena di morti di giovani puledri negli ippodromi italiani».