Due corpi trovati nelle campagne salentine, la voce trapelata nelle prime ore che si potesse trattare di lupi, smentita poi dalla ASL. I cadaveri di due cani sono stati recuperati ai margini della strada Lecce – San Cataldo la scorsa domenica sera. A vederli un ciclista, che si era accorto delle carcasse subito dopo aver superato lo svincolo di Acaya.
L’uomo ha informato le Forze dell’ordine che di seguito hanno attivato l’iter previsto in questi casi, con il coinvolgimento dei veterinari della ASL competente. Proprio dall’azienda sanitaria di Lecce è arrivata la smentita rispetto all’ipotesi delle prime ore, e cioè che si potesse trattare di due lupi. I corpi ritrovati sono quelli di due cani.
Restano da approfondire le ragioni della morte, considerato che l’episodio è avvenuto in prossimità del bosco “Le Filare”, area faunistico venatoria che si estende tra i Comuni di Lecce, Lizzanello e Vernole, ma soprattutto per le circostanze insolite del ritrovamento dei due corpi, stesi sul fianco uno sull’altro con strane ferite sul costato. Del resto anche la tematica dei cani ammazzati perché scambiati per lupi sta purtroppo assumendo una triste rilevanza. In passato, abbiamo parlato su Kodami della somiglianza tra cani e lupi e di quali siano gli elementi per distinguerli.
Al momento, sempre sulla base dei primi rilievi eseguiti dai veterinari della ASL, parrebbe trattarsi banalmente di un duplice investimento. I due cani sarebbero stati colpiti nel tentativo di attraversare la strada. La dinamica è ovviamente complicata da capire, non è da escludere che siano stati travolti insieme e che magari qualcuno abbia spostato i corpi a bordo strada posizionandoli in quel modo. Non vi sarebbero ancora, invece, elementi tali da far pensare a un abbattimento volontario compiuto con altro mezzo (per esempio con un’arma). Indagini più accurate sui corpi, però, potranno dirci se le ferite daranno una ricostruzione diversa.
Il fatto che i due animali siano stati inizialmente scambiati per lupi e che ci sia stato il sospetto di un fatto più grave non deve stupire. Il recente ritorno del lupo in Salento ha portato da un lato interesse ma dall’altro paura, con una recente campagna di terrore portata avanti soprattutto dalle associazioni che rappresentano gli allevatori.
Proprio per queste ragioni, da alcune settimane, la Regione Puglia, in collaborazione con l'Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr – Iret) con la sede Urt di Lecce e il Dipartimento di Biologia e biotecnologie “Charles Darwin” dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, ha avviato un progetto denominato “Hic sunt Lupi”.
Il progetto è ancora nelle sue prime fasi per cui è ancora difficile fornire una fotografia accurata della presenza di questi animali sul territorio salentino: «Facendo una stima a spanne dal semplice calcolo (habitat disponibile/areale medio branco)*Numero Medio di lupi per branco, non si arriva a 40 esemplari – spiega a Kodami Francesco Cozzoli, ricercatore del CNR-Iret – per essere chiari ci basiamo su stime formulate da (grandi) esperti come Paolo Ciucci, ma non ancora su un dato reale. Ne sapremo di più nei prossimi mesi, per esempio con i dati provenienti dalle fototrappole».
Del resto nei mesi scorsi sono stati diversi gli avvistamenti e i recuperi di lupi in Salento. Una delle storie che più hanno colpito il cuore è stata quella del giovane Liko, esemplare di lupo investito da un mezzo e per il quale il CRAS di Calimera ha provato per settimane un salvataggio disperato, purtroppo conclusosi con il decesso dell’animale.