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13 Ottobre 2022
14:19

Due cani di Satriano hanno avuto il nullaosta dalla Pm: saranno dati in affidamento

Dopo aver visto l'inchiesta di Kodami sui cani di Satriano, un'associazione calabrese ha fatto richiesta alla Procura per adottarne due. Dopo quasi un anno di dinieghi, oggi finalmente la Procura di Catanzaro ha dato il nullaosta.

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cani satriano
I cani di Satriano da un anno in canile

Due dei cani della pineta di Satriano, che il 26 agosto 2021 si trovavano nel gruppo che ferì a morte la ventenne Simona Cavallaro, saranno affidati alla Federazione Italiana Appennini Odv (Fia). Per loro è arrivato il nullaosta della Pm di Catanzaro: potranno essere dati in affidamento per essere poi, si spera, adottati.

La Fia, presieduta da Teresa Marranghello, era venuta a conoscenza della situazione dei cani di Satriano attraverso la videoinchiesta che Kodami ha realizzato. Nel nostro reportage, a cura di Luca Spennacchio – istruttore cinofilo e membro del nostro comitato scientifico – e della direttrice Diana Letizia, avevamo ricostruito la dinamica che ha portato alla tragica morte della ragazza di soli 19 anni: un evento drammatico e molto raro.

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Dopo l’inchiesta erano subito arrivate le prime richieste di adozione per i cani e tra queste c'era proprio la Fia di Marranghello, che quasi un anno fa aveva girato la sua prima richiesta. Nel novembre del 2021, però la Procura di Catanzaro, titolare del fascicolo sulla morte di Simona Cavallaro, negò l'accoglimento della domanda perché i cani risultavano ancora «di interesse investigativo».

Nella richiesta accettata adesso dalla pm, invece, l'Associazione ha sottolineato che i cani non erano sottoposti a sequestro giudiziario come avevamo accertato durante la nostra inchiesta, e pertanto erano potenzialmente adottabili:

Avendo appreso da fonti giornalistiche, servizio sui social della testata giornalistica online Kodami, che i cani di nome Nathan, taglia piccola, colore marrone maculato, e il cane di nome Astrid, cucciola simile maremmano con chiazze di colore nero, noti anche come “cani della pineta di Satriano” non sono sottoposti a sequestro giudiziario e pertanto, chiede l'adozione dei due cani sopra menzionati

La Procura ha finalmente accolto il rilievo della Fia, dando così il «nullaosta all'adozione». Dopo l'udienza preliminare per l'omicidio colposo di Simona Cavallaro, finalmente la situazione almeno per questi due soggetti si è sbloccata.

Nonostante un diniego da parte della Procura durato 11 mesi, Marranghello non si è mai arresa, continuando a interloquire con Kodami e con la Procura per provare a ridare una speranza agli animali: «Non ci siamo fermati perché volevamo dare un'opportunità a questi cani che immediatamente sono stati etichettati come belve. Non sappiamo cosa sia successo in quella Pineta, e forse non lo sapremo mai. Ma ogni volta che riusciamo a recuperare un'esistenza, umana o animale che sia, è una vittoria per la vita».

Il tema, però, supera la tragica vicenda di Simona Cavallaro e dei 13 cani da pastore che l'hanno ferita a morte nella Pineta di Monte Fiorino. «Oltre ad aiutare i cani di Satriano vogliamo dimostrare che c'è stata una cattiva gestione da parte di chi doveva tutelarli e non un'aggressività intrinseca – aggiunge Marranghello – Purtroppo in reazione a quel tragico episodio si sono verificati diversi avvelenamenti ai danni di randagi nelle campagne calabresi. Tutto quello che è scaturito da quel 26 agosto 2021 in poi non deve mai più ripetersi».

I due cani della Pineta per i quali la Fia ha richiesto l'adozione sono Nathan, il piccolo meticcio di colore nero che potete vedere nella foto a seguire:

Il piccolo Nathan (foto esclusiva di Kodami)
Il piccolo Nathan (foto esclusiva di Kodami)

e Astrid, una femmina simil Pastore Maremmano a macchie nere:

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Astrid (foto esclusiva di Kodami)

Nathan e Astrid ora dovranno affrontare il viaggio dal canile Pet Service, dove sono stati rinchiusi dal giorno dopo l'uccisione di Cavallaro, fino a Cassano Allo Ionio, nella struttura della Fia preposta al recupero dei cani.

satriano viaggio cani
Il viaggio dei primi cani di Satriano

«Lì troveranno l'educatrice Carlotta Varca che lavorerà con loro al fine di innalzare il loro indice di adottabilità – spiega Marranghello – L'obiettivo è quello di migliorare la loro qualità della vita e aiutarli a trovare una famiglia stabile, ma prima è fondamentale per loro intraprendere un percorso per socializzare con le persone».

Un risultato sul quale persone e animali dovranno impegnarsi  nel segno del rispetto e della collaborazione. Un lavoro intenso, dato lo stato in cui si trovano in questo momento i due cani, dopo un anno di cattività che ne ha fiaccato lo spirito, come ha sottolineato a Kodami Andrea Bevilacqua, proprietario del canile: «Stanno bene, ma si vede che sono smarriti».

A separare i cani dallo smarrimento alla speranza sono appena 103 chilometri, una distanza che per la piccola associazione di Morano Calabro può risultare però enorme: «Dopo l'adozione ogni spesa sarà a nostro carico, al Comune di Satriano chiediamo solo di supportarci nella fase del trasporto degli animali», è l'appello di Marranghello attraverso Kodami.

Ad agosto, nell'anniversario della morte di Simona Cavallaro, il Primo cittadino aveva dato una speranza e rassicurato la «piena disponibilità del Comune a favorire l'adozione degli animali». Per il momento, però, dalla giunta guidata dal sindaco Massimo Chiaravallotti, tutto tace.

Il vicesindaco Giuseppino Bettinelli, raggiunto da Kodami, oggi spiega che: «Ancora non eravamo stati informati. Ci attiveremo subito per dare una risposta».

La risposta del Comune, dopo l'ok della Procura, potrà sbloccare la situazione in cui versano non solo Nathan e Astrid, ma tutti i cani di Satriano. Questa estate, infatti, anche l'associazione Fuori dalle Sbarre ne aveva chiesto l'affido allo scopo di fare iniziare a tutti un percorso con educatori.

Alla notizia del nullaosta della Procura, Maria Sblendorio, presidente di Fuori dalle Sbarre, dichiara: «L'unione delle associazioni di protezione animale è la forza dei cani, perciò siamo felicissimi. Ora speriamo che anche la nostra la situazione si sblocchi finalmente! Nel frattempo ci attiveremo per conoscere e collaborare con coloro che accoglieranno Nathan e Astrid».

Dopo un anno di dinieghi e speranze, l'ergastolo dei cani di Satriano sembra essere giunto al termine, mentre il processo per l'omicidio colposo di Simona Cavallaro è solo all'inizio.

Simona Cavallaro e i cani di Satriano: a che punto è la vicenda processuale

Simona Cavallaro è stata uccisa da un gruppo di 13 cani da pastore il 26 agosto 2021, mentre si trovava nell'area pic-nic della Pineta Montefiorino, a Satriano. Vi si era recata con un amico allo scopo di programmare una gita per la domenica successiva, ma il sopraggiungere di un gregge di ovini ha interrotto il sopralluogo dei due amici, che si sono rifugiati in una piccola chiesetta in legno.

La chiesetta nella pineta di Satriano
La chiesetta della Pineta

Poco dopo sono sopraggiunti i cani. Simona Cavallaro, al contrario del suo amico, è però uscita dalla chiesetta all'arrivo del gruppo. Secondo le prime ricostruzioni, Cavallaro voleva arrivare alla macchina per mettersi in salvo; secondo fonti investigative, invece, la giovane era uscita proprio per avvicinarsi agli animali, ritenuti in un primo momento innocui.

In poco tempo, e imprevedibilmente, la situazione è mutata e Cavallaro è stata aggredita, trovando la morte all'interno della Pineta.

Secondo gli inquirenti, il presunto responsabile dell'omicidio è il pastore 46enne Pietro Rossomanno. Nelle motivazioni dell'arresto avvenuto ad aprile è riportato che questi ha avuto un atteggiamento «sciatto e disinteressato» nella gestione dei suoi animali.

Gli ovini, così come i cani che facevano la guardia, sono infatti riferibili a Rossomanno, che all'indomani dell'omicidio aveva però negato ogni responsabilità, soprattutto rispetto ai cani, scaricandone il mantenimento al Comune di Satriano.

Il processo a Rossomanno si svolgerà con rito abbreviato davanti ai giudici del Tribunale di Catanzaro, la cui Procura è guidata da Nicola Gratteri, mentre il Pubblico ministero del caso è Irene Crea.

Nessuna condanna, tuttavia, restituirà la vita alla giovane Cavallaro. Per commemorarla, ad agosto il Sindaco di Soverato, città natale della 20enne, le ha intitolato un parchetto. Durante l'inaugurazione sono intervenuti anche i genitori di Simona, Alfio e Angela Cavallaro.

Il padre ha dichiarato che non provava rabbia nei confronti di nessuno e che «nessun procedimento giudiziario, nessuna condanna potrà alleviare il dolore che ho nel cuore».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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