Due camosci appenninici (Rupicapra pyrenaica ornata) sono stati rilasciati nel Parco nazionale dei Monti Sibillini sull'Appennino marchigiano. Gli esemplari, due maschi dal nome Manardo e Cecco, rispettivamente di 11 e 5 anni, provengono dall'area faunistica di Bolognola dove vivevano in condizioni di semi-libertà.
L'area faunistica di Bolognola
L'area faunistica è stata costituita per assicurare un'efficiente reintroduzione del camoscio appenninico in diversi parchi italiani, tra cui il Parco nazionale dei Monti Sibillini e aumentare così la popolazione selvatica. Per farlo vengono messe in atto azioni di riproduzione controllata, per diminuire così le probabilità di accoppiamento tra consanguinei, e viene fatta ricerca scientifica e screening genetici per gli individui che verranno poi rilasciati sul territorio. L'area faunistica rientra inoltre nel progetto “LIFE Natura 2002 Conservazione di Rupicapra pyrenaica ornata nell’Appennino centrale” ed è stata creata proprio con lo scopo di tutelare la sottospecie di camoscio appenninico che era a rischio estinzione in Abruzzo all’inizio del ‘900.
Ad oggi, grazie ai programmi di conservazione e reintroduzione, la colonia vivente sui Sibillini consta di circa 250 individui. Non è minacciata nell'immediato ma è considerata vulnerabile per la poca variabilità genetica. Proprio per questo motivo è necessario monitorare e tutelare la popolazione, anche attraverso la responsabilizzazione dei fruitori del parco. Ecco un video del Parco Nazionale dei Sibillini che mostra i camosci in un subrecinto dove vengono effettuati i controlli sanitari prima della reimmissione in natura:
L'importanza del monitoraggio e della tutela dei camosci appenninici
Manardo e Cecco potranno finalmente quindi unirsi alla colonia e attraversare i bellissimi monti che si trovano sul territorio come le alture del Bove o del Priora. I due sono inoltre dotati di radiocollari satellitari con lo scopo di monitorare i loro spostamenti e prendere informazioni preziose riguardo il loro areale di riferimento. «Il monitoraggio del camoscio è una delle diverse azioni di studio, verifica e controllo svolte dal Parco per la conservazione della biodiversità. Grazie a queste osservazioni siamo in grado di quantificarne la popolazione e la distribuzione, individuando anche possibili minacce», ha dichiarato il presidente dell'Ente Parco, Andrea Spaterna.
I piccoli nati quest'anno nel Parco dei Monti Sibillini sono ben 56 e si spera quindi di riuscire a superare i 300 individui con le nuove nascite. Il tasso di natalità, secondo i dati elaborati nel 2020, si aggira intorno al 28%, mentre l'indice riproduttivo ha un valore medio dell'80%. Questi dati sono molto positivi e indicano che il Parco rappresenta un habitat ottimale per i camosci, oltre a dimostrare che gli individui si trovano effettivamente in uno stato di ottima salute.