I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Catania, oggi in servizio perlustrativo nella zona alta della città, hanno individuato e denunciato due bracconieri per la cattura illegale di quattro uccellini selvatici.
Durante un servizio di perlustrazione e di attività info-investigativa nella zona Monte Po di Catania, infatti, i militari hanno rintracciato una vettura sospetta, con due persone a bordo.
L’autista del mezzo, una Opel Corsa, alla vista dei Carabinieri, ha cercato di allontanarsi a fari spenti, insospettendo ancora di più i militari che hanno così fermato e controllato gli occupanti del mezzo, che si sono rivelati essere due bracconieri.
Dietro il sedile del guidatore, i due bracconieri nascondevano una gabbia per uccellini, semicoperta da una busta di plastica, con all’interno un piccolo cardellino, un uccello migratore che vive in gran parte dell’Europa, dell’Asia e del Nord Africa.
I due occupanti del mezzo hanno cercato in tutti i modi di sminuire il ritrovamento dell’uccellino, fornendo giustificazioni che non hanno convinto i militari. Nell’ambito della perquisizione del veicolo, infatti, sono state ritrovate altre tre gabbie, con rinchiusi dentro altri due cardellini e un lucherino.
Le voliere erano state nascoste nel vano portabagagli, assieme a reti, paletti e altro materiale per la cattura di frodo degli uccellini, che avviene ponendo al centro della rete una gabbia contenente un cardellino femmina, il quale fa da esca e attrae i volatili liberi maschi. Questi ultimi, una volta che raggiungono la femmina, vengono catturati con la rete. In effetti, il cardellino custodito al caldo dell’abitacolo era appunto la femmina, che con tutta probabilità è stata usata dai due uomini proprio per attrarre gli altri uccelli.
Una delle pratiche più crudeli utilizzate nella caccia e nel bracconaggio è proprio l'uso dei richiami vivi. Inconsapevoli uccelli vengono tenuti in gabbia e fatti cantare per richiamare i loro simili vicino al luogo dove sono nascosti uomini armati che gli spareranno o che li cattureranno per rinchiuderli in anguste gabbie, privati della loro libertà. La vita di un uccello da richiamo, infatti, può essere definita senza tema di smentite, come atroce: costretti a vivere in piccole gabbie dove trascorreranno tutta la loro vita, tenuti al buio durante la primavera e l’estate per farli cantare in autunno quando la caccia aprirà. Ingannati da quella che per loro è un’esplosione di luce con la quale identificano un’inesistente stagione degli amori.
I due bracconieri sono stati denunciati per “divieto di uccellagione", "detenzione di reti da uccellagione" e "detenzione fauna selvatica patrimonio indisponibile dello Stato" e tutto il materiale da loro adoperato per la cattura è stato sequestrato.
Tutti e quattro gli uccellini invece, sono stati rilasciati dai Carabinieri, in una zona adeguata alla loro sopravvivenza, per continuare a vivere liberi da reti, gabbie e bracconieri.