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8 Marzo 2023
13:58

Droni per allontanare i piccioni a Vicenza. L’Assessora: «Nessun odio per i volatili»

Non c’è alcun odio nei confronti dei piccioni dietro la scelta dei droni per allontanarli, spiega a Kodami l’assessora Simona Siotto. Piuttosto, la volontà di preservare l'area monumentale dal guano di piccione, che la rovina lentamente.

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Arrivano i droni nel centro di Vicenza per allontanare i piccioni. Una lotta senza quartiere quella dell’amministrazione per difendere in particolare il patrimonio storico e culturale della città veneta.

«Non c’è alcun odio particolare nei confronti di questi volatili, per carità – spiega a Kodami l’assessora all’ambiente del Comune, Simona Siotto – Piuttosto il nostro grande problema è la presenza di un’area monumentale molto estesa realizzata con una pietra bellissima, ma che ha la caratteristica di essere molto porosa. Questo significa che assorbe tutto, compresa l’acqua che serve per pulirla continuamente dal guano di piccione. Acqua che penetra all’interno dei monumenti, rovinandoli in profondità».

La scelta del drone è stata fatta perché, nel passato il Comune di Vicenza ha dovuto affrontare diversi ricorsi da parte degli ambientalisti che criticavano tutta una serie di sistemi anti-piccione utilizzati, perché tali metodi erano considerati maltrattamenti inutili nei confronti dei volatili. 

«Le proteste, però, hanno ridotto sempre più gli strumenti a disposizione degli amministratori. Infatti, abbiamo abolito le gabbie, i mangimi anticoncezionali, che sembravano essere la panacea di tutti i mali, si sono dimostrati un fallimento, perché a parte il costo altissimo, per funzionare bisognava dare il giusto quantitativo di cibo ai piccioni, cosa assolutamente impossibile».

A quel punto rimaneva solo un metodo: «Abbiamo scelto di utilizzare i falchi, il sistema più gradito anche agli ambientalisti. Questi splendidi volatili vengono liberati nel centro, creano dello stress al piccione, ma non in maniera esagerata, e li allontanano. Il problema, però, anche in questo caso è il costo, ma soprattutto che non è una soluzione definitiva. Perché sì che si allontano quando arriva il falco, ma appena il falco se ne va, loro tornano». I rapaci da falconeria, come più volte abbiamo spiegato su Kodami, è infatti un sistema poco efficace e scarsamente rispettoso del benessere animale di falchi e aquile.

Da qui è nata l’idea del drone: «L’idea è derivata da una ricerca di mercato. Ci siamo resi conto, infatti, che questo strumento aveva tre grandi vantaggi: il risparmio e questo per un’amministrazione è fondamentale, inutile negarlo. Ma non solo, perché il sistema è anche assolutamente corretto dal punto di vista ambientale e animalista, visto che a differenza del falco che uccide i piccioni, il drone li allontana. Inoltre, c’è poi la possibilità di spruzzare una certa sostanza totalmente ecosostenibile che va benissimo sia sulle case che sui monumenti perché non viene assorbita, molto sgradita ai piccioni che dovrebbe impedire il loro ritorno».

I primi due mesi di sperimentazione sono stati fatti: «Abbiamo avuto ottimi risultati e adesso faremo altri due mesi per vedere cosa succede con le temperature un po’ più alte e soprattutto testeremo le sostanze di cui accennavo sopra, per vedere se davvero i piccioni non tornano più».

Adesso di droni in funzione ce ne sono tre: «L’idea è quella di fare il prossimo bando di igiene urbana legato alla lotta al piccione con un’integrazione che preveda in parte l’uso del falco, ma meno, e in parte l’uso del drone».

Vicenza è stato il primo comune del Veneto a promuovere l’utilizzo del drone contro la presenza dei piccioni in città. «La cosa molto positiva è che non abbiamo avuto, finora, nessuna critica o protesta da parte di ambientalisti e animalisti e questo può farci dire che stiamo seguendo la strada giusta. Del resto, onestamente, a noi che i poveri piccioni si spostino nei parchi o nelle aree più ampie della città non ci disturba. Per noi il problema è di conservazione dei beni culturali, perché il guano di piccione è tremendo in generale, ma sulla nostra pietra è terribile. Devo dire, comunque, che la soddisfazione è arrivata anche da parte dei cittadini. La mia invece è quella di poter arrivare anche a dare un risposta nei quartieri dove il falco non può essere lasciato volare per ragioni di spazio e di sicurezza. Ora speriamo solo in altri ottimi risultati con il secondo periodo di sperimentazione».

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Simona Sirianni
Giornalista
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