Con i suoi tre metri di lunghezza e 150 chilogrammi di peso, il drago di Komodo (Varanus komodoensis) è uno dei predatori più temibili del Pianeta. Questo maestoso rettile è in grado infatti di cacciare prede di grandi dimensioni come cervi, maiali e bufali d'acqua. Recentemente però, un nuovo studio pubblicato su Nature Ecology & Evolution ha svelato un'ulteriore arma segreta a disposizione di questi giganti: i loro denti sono fatti di ferro, in un certo senso. Anche se piccoli (sono lunghi 2,5 cm) e quasi mai visibili da fuori perché ricoperti dalle gengive, hanno sempre nascosto un segreto.
Mentre osservava da vicino alcuni denti di drago di Komodo, Aaron LeBlanc del King's College di Londra aveva notato un insolito strato arancione sulla loro superficie. Inizialmente, LeBlanc, aveva sottovalutato quelle macchie, attribuendole semplicemente agli effetti del tempo o magari della scarsa igiene orale legata alla dieta non proprio salubre di questi rettili. Tuttavia, durante una visita a varie collezioni museali, ha notato che praticamente tutti gli esemplari conservati avevano i denti dello stesso colore arancione.
Non poteva essere un caso, così si è convinto si trattasse di un qualche tipo di adattamento evolutivo. Utilizzando potenti raggi X, lui e i suo team hanno quindi esaminato la superficie dei denti dei draghi, mappando tutti gli elementi presenti. Hanno così scoperto che ogni dente era rivestito da uno strato di ferro. «Abbiamo rapidamente capito che il ferro era concentrato lungo i bordi taglienti e sulle punte dei denti, ma non in altre parti», ha spiegato LeBlanc. «Questa caratteristica corrispondeva esattamente alle macchie arancioni visibili al microscopio».
Comparati ai denti umani, lo smalto dei denti dei draghi di Komodo è però incredibilmente sottile. Le dentellature hanno uno smalto spesso appena 20 micrometri, circa un quarto dello spessore di un capello umano, mentre quello dei nostri denti è circa 100 volte più spesso. Sopra questo sottile strato di smalto, i draghi di Komodo sviluppano questo strato di ferro che, secondo i ricercatori, potrebbe conferire una maggiore resistenza allo smalto durante la masticazione oppure agire come barriera contro i succhi gastrici acidi.
Il ferro è un elemento facilmente reperibile nell'ambiente attraverso la dieta, in particolare per un predatore carnivoro di grandi dimensioni. Gli autori ipotizzano che le cellule che producono lo smalto a un certo punto modifichino il loro comportamento durante l'ultimo stadio della formazione dei denti, per creare così questa rifinitura ricca di ferro. E sebbene anche coccodrilli e alligatori possano concentrare il ferro nello smalto, loro non possiedono questo particolare rivestimento sui denti.
Il team ha anche cercato tracce di questa copertura di ferro nei denti fossili dei dinosauri e in altri rettili estinti, che condividono i Komodo i denti zifodonti, ovvero seghettati, curvi e a forma di lama. Ma sebbene non abbiano ancora trovato prove definitive, credono però che la fossilizzazione possa in qualche modo distruggere le tracce di ferro, per cui non è ancora possibile sapere se si tratta di una caratteristica comune. «Dobbiamo esaminare denti di dinosauri meglio conservati per esserne certi», ha detto LeBlanc.
Questa scoperta ha suscitato persino l'interesse di alcuni dentisti colleghi del ricercatore. «Siamo ancora lontani da eventuali applicazioni pratiche, ma posso immaginare un futuro in cui useremo la natura come fonte d'ispirazione per nuovi rivestimenti dello smalto dentale. Forse uno di questi sarà ispirato proprio dai draghi di Komodo», ha concluso LeBlanc. L'affascinante mondo dei draghi di Komodo continua quindi a stupire e questa scoperta non fa altro che aumentare la già enorme fama di questi straordinari rettili giganti.