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19 Agosto 2024
11:48

Dove vivono le vipere in Italia e quali sono le più pericolose

Le vipere in Italia si trovano in alcune zone specifiche, e generalmente sono presenti in habitat rocciosi, boschi, macchie e prati aperti con molta vegetazione. Vediamo dove, e quali sono le specie più pericolose che si possono incontrare.

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La vipera è un genere di serpenti che appartiene alla famiglia viperidae e che include diverse specie di serpenti, le uniche velenose presenti in Italia.

Si distingue da altri serpenti non velenosi della famiglia dei colubridi, come il biacco e la biscia dal collare, per alcune caratteristiche fisiche: la testa triangolare, il corpo tozzo (mai più lungo di un metro), la coda che si restringe bruscamente nella parte terminale e occhi dalle pupille strette e verticali, simili a quelle dei gatti. Il colore è inoltre utile a riconoscere le vipere, perché è generalmente grigiastro, bruno o rossastro scuro, in alcuni casi con macchie sfumate di giallo, rosso o verde.

In linea generale, le vipere sono presenti in habitat rocciosi, boschi, macchie e prati aperti con abbondante vegetazione. In Italia sono diffuse nelle regioni montuose e collinari del nord e del centro Italia, come le Alpi e gli Appennini. Vediamo allora dove vivono le vipere in Italia esattamente e quali sono le più pericolose.

Le vipere in Italia: specie e località

In Italia esistono quattro specie di vipere, che sono diffuse in diversi territori e che si differenziano per colore, forma e lunghezza.

Vipera aspis (Vipera comune)

La vipera aspis è la specie più comune in Italia ed è diffusa principalmente nelle regioni montuose e collinari dell'Italia settentrionale e centrale. Il suo veleno è neurotossico e ematotossico, può causare dolore locale, gonfiore, necrosi e sintomi come nausea, vomito e difficoltà respiratorie. La lunghezza massima che può raggiungere è di 80 centimetri, e sia la testa che la coda sono ben distinte dal corpo. La particolarità di questa specie è che ha l'apice del muso rivolto all'insù.

Vipera berus (Marasso)

Si trova prevalentemente nelle Alpi e in alcune aree dell'Appennino: in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia. Ha un corpo piuttosto grande e la lunghezza varia a seconda della zona. Generalmente gli esemplari più grandi raggiungono i 90 centimetri di lunghezza. I colori del corpo sono nelle tinte del marrone e del verde, con una striscia sul dorso di una gradazione più scura. Il suo morso non è mortale, ma richiede un soccorso immediato. Il veleno del marasso è simile a quello della Vipera aspis, con effetti neurotossici e ematotossici.

Vipera ursinii (Vipera dell'Orsini)

È la vipera più piccola tra quelle italiane, e si trova in alcune aree limitate dell‘Appennino centrale, tra Marche, Umbria e Abruzzo. Ha un corpo tozzo, testa stretta e può raggiungere una lunghezza massima di soli 50 cm. La colorazione è crema o rossastra, con una striscia bruna a zig-zag sul dorso.

Vipera ammodytes (Vipera dal corno)

È la più velenosa delle vipere italiane, ma è limitata a poche aree nel nord-est del paese, come il Friuli Venezia Giulia e il Trentino. Si differenzia dalle altre specie per il corpo dalla colorazione marrone/grigia, per la lunghezza di un metro e per il corno che ha sul muso. Si riconosce anche grazie alla linea a zig zag o alla serie di rombi scuri sul dorso.

Quali specie sono pericolose

La vipera ammodytes è certamente la più pericolosa per l’uomo. Il suo veleno è molto potente, ha effetti neurotossici e ematotossici e può causare sintomi gravi in caso di morso: oltre al dolore intenso, gonfiore, necrosi e gravi reazioni sistemiche come nausea, vomito, difficoltà respiratorie, sudorazione, vertigini, ipotensione e, nei casi più gravi, shock anafilattico.

Anche la vipera comune – vipera aspis – è pericolosa per l’uomo, sempre per la potenza del suo veleno. La meno pericolosa è invece la vipera dell’Orsini: il suo veleno è meno potente rispetto a quello delle altre vipere, ma può comunque causare reazioni locali e sistemiche, sebbene generalmente meno gravi.

Cosa fare se si trova una vipera

La prima cosa da fare se ci si trova davanti una vipera, magari durante un’escursione in montagna o nei boschi, è restare calmi. Evitare movimenti bruschi che potrebbero farla sentire minacciata e spingerla ad attaccare, e assolutamente evitare di schiacciarla con i piedi: gli attacchi dei serpenti si basano sull’intenzione di difendersi, il che significa che più percepiscono una minaccia come tale maggiori saranno gli sforzi per debellarla. Ciò potrebbe comportare il morso e anche l’uso del veleno. È bene infatti ricordare che per le vipere il veleno è una risorsa preziosa, e non sempre il morso è accompagnato dall’inoculazione. Se però si sentono in pericolo di vita, useranno tutte le armi che hanno a disposizione.

Se ci si trova davanti una vipera, dunque, la cosa da fare è immobilizzarsi, arretrare lentamente senza perderla di vista e non fare, come detto, movimenti bruschi che possano agitarla. L’ideale è lasciarle lo spazio per allontanarsi in sicurezza, cosa che farà non appena avrà la certezza di non correre pericoli. Diverso ovviamente è il discorso se la si tocca o pesta per sbaglio: in quel caso, e in caso di morso, bisogna chiamare i soccorsi senza ritardi, mantenere la calma e cercare di immobilizzarsi o immobilizzare la persona morsa (se l'arto è immobile si ritarda la diffusione del veleno). Se si tratta di un bambino o di un cane potrebbe essere utile portarlo in braccio. Si può poi eseguire un bendaggio linfostatico, fasciando la ferita con benda a partire da 10-20 cm sopra il morso a scendere, senza stringere.

Fondamentale è comunque la prevenzione: indossare calzature idonee durante le escursioni (scarponcini che proteggono le caviglie), ispezionare il terreno, le rocce e gli anfratti con un bastone e fare rumore evitando movimenti bruschi.

Su Kodami abbiamo dedicato una puntata della nostra serie "Incontri selvaggi" a questo rettile:

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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