Dove portare i gatti abbandonati? È la domanda che si fanno moltissime persone quando trovano in strada dei mici evidentemente spaesati, specie se molto piccoli. Esistono diversi luoghi in cui portare un cane abbandonato, molti meno però sono quelli pensati per i gatti. In questo articolo quindi vedremo quali soluzioni attuare in presenza di gatti abbandonati, e soprattutto come distinguerli dai gatti liberi.
Non è facile infatti capire se un gatto è stato abbandonato, se è un gatto di famiglia che esce, oppure se è un gatto libero. Eppure si tratta di differenze fondamentali perché i felini sono animali stanziali che una volta trovato il luogo nel quale si sento a loro agio non andrebbero mai spostati. Su questo principio si basano molte delle regole pensate per le colonie feline, dove si aggregano i gatti liberi e che appunto non possono essere spostate se non in casi del tutto eccezionali. Il rischio di prelevare un gatto che vive tranquillamente in strada è molto alto, così come è alto quello di scambiare un gatto di famiglia abituato a uscire per un micio abbandonato.
Chiariamo subito quindi che l'osservazione è fondamentale per distinguere un gatto libero da uno abbandonato. Un gatto abituato a vivere in strada sa destreggiarsi tra le auto e le moto, sa come procurarsi le risorse necessarie, come cibo e riparo dagli agenti atmosferici, e di solito frequenta uno stesso luogo con continuità tanto da farsi conoscere dalle persone. Un gatto abbandonato compare improvvisamente in una zona dove prima non c'era e questo si nota anche perché non sa come procacciarsi il cibo e a volte anche perché non è accettato dai gatti già stabilitisi in quel luogo. La ratio è evitare di catturalo se non è necessario.
È consigliabile intervenire tempestivamente recuperando il gatto dalla strada solo se si trova in un evidente stato di difficoltà, per esempio se è ferito o se è troppo deperito per procurarsi del cibo autonomamente. Di solito i gatti che si trovano più spesso in questo stato sono proprio quelli abbandonati. Il primo passo in questo caso è contattare i servizi veterinari e le associazioni di tutela animale maggiormente presenti sul territorio. Ecco tutti i passi da compiere.
Cosa fare se si trova un gatto abbandonato
Una volta osservato il gatto e accertato che non è abituato alla vita in strada dobbiamo distinguere due situazioni, e sulla base di queste è possibile capire chi chiamare. Se il gatto è ferito e ha evidenti problemi di salute, è importante chiamare il pronto soccorso veterinario delle Asl o convenzionato con i servizi sanitari locali. Una soluzione sempre valida è quella di contattare il numero unico per le emergenze (112) che metterà in contatto con i Carabinieri o con un centralino che vi passerà all'ufficio adatto alla vostra emergenza.
Nel caso in cui invece il gatto non presenti evidenti problemi fisici è utile contattare le associazioni che si occupano di tutela animale, i volontari possono infatti fornire informazioni utili a capire se è il caso di intervenire o meno.
I volontari, attraverso la conoscenza del territorio sanno anche se vicino al luogo del ritrovamento del gatto è presente una colonia, perché tutte sono censite e monitorate da un tutore e da una Asl di riferimento. Negli ultimi anni, per migliorare il monitoraggio, è stato introdotto anche il microchip per i gatti di colonia. Il primo controllo che si può fare è quindi quello del microchip, lì dove previsto dalla normativa regionale.
Una volta stabilito che il gatto è stato abbandonato ci sono una serie di passaggi da compiere per il suo recupero, anche questi vanno eseguiti con il supporto di persone esperte per salvaguardare l'incolumità dell'animale. Una procedura sbagliata potrebbe infatti portarlo a scappare spaventato, con il rischio di provocare un incidente.
Una volta affrontato il tema della sicurezza, vediamo come recuperare un gatto abbandonato dalla strada:
- Posizionare del cibo per attirarlo all'interno di un trasportino, una volta dentro fare scorrere la porticina. Questo metodo è utile nel caso in cui il gatto si lasci avvicinare con molta difficoltà dalle persone;
- Se il gatto si lascia avvicinare, è possibile prenderlo con attenzione per non causargli stress, e così portarlo nella struttura indicata dall'Asl o dai volontari. In questo caso è bene prestare molta attenzione al comportamento del gatto perché le sue unghie sono uno degli strumenti di offesa e di difesa molto efficaci del gatto, tanto da poter scatenare infezioni molto dolorose in chi venga colpito.
Le cose sono leggermente diverse quando si assiste di persona all'abbandono di un gatto.
Chi chiamare se si assiste a un abbandono
L'abbandono di animale, che sia un cane o un gatto, è un reato punito dall'articolo 727 del Codice Penale che prevede:
Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze.
Affinché si incorra in questo reato non è necessaria la diretta volontà del soggetto che pone in essere la condotta ma è sufficiente una sua colpa, cioè è sufficiente un comportamento imprudente, negligente.
Le cifre dell’abbandono sono preoccupanti e descrivono come ci siano ancora molte persone che optano per questa terribile pratica. Dati forniti dalla Lega Anti-Vivisezione (LAV) stimano che ogni anno in Italia siano abbandonati una media di 80.000 gatti e 50.000 cani. Ne abbiamo parlato in un video approfondimento dedicato proprio alla piaga degli abbandoni in Italia.
Se si assiste a un abbandono, cioè a una persona che apre il trasportino e libera l'animale o lo fa uscire dall'auto, stiamo quindi assistendo a un reato che può e deve essere denunciato. Il primo passo perché la denuncia vada a buon fine è prendere informazioni utili all'identificazione del soggetto come la targa dell'auto, il luogo esatto dell'abbandono e segni particolari. Il tutto facendo attenzione anche alla propria incolumità.
Una volta acquisite le informazioni si devono passare alle Forze dell'Ordine per ufficializzare la denuncia. La stessa Asl è tenuta ad accettare queste denunce in quanto la polizia veterinaria agisce come organo di polizia giudiziaria. Tuttavia, si registrano anche casi in cui Carabinieri o Polizia si rifiutano di prendere simili denunce: questo non si può fare. Se un agente o un carabiniere non vuole accogliere la vostra denuncia potete chiedere un verbale in cui si mette nero su bianco il motivo di tale rifiuto.
Gatti abbandonati: dove si possono portare?
Una volta chiarito chi contattare in presenza di un gatto abbandonato, bisogna capire dove portarlo. Purtroppo le cose si fanno ancora più complicate perché le strutture dedicate ai gatti che non possono vivere in strada sono davvero pochissime, fatta eccezione per i gattili sanitari delle Asl. In questi sono luoghi i gatti restano solo per un preciso lasso di tempo dedicato al controllo sanitario.
La legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo, la 281 del 1991 infatti non specifica la regolamentazione di queste strutture, la loro funzione si può evincere dalle specifiche riguardanti i canili.
Una volta trascorso il periodo di osservazione sanitaria, le alternative per questi animali sono poche, vediamo le principali:
- Gattili comunali: sono strutture di ricovero temporaneo per gatti in attesa di una sistemazione definitiva. Sono gestite dai Comuni ma non sono previsti ovunque, ad esempio in Campania non esistono gattili comunali, mentre invece ne esistono diversi in Lombardia.
- Rifugi privati: sono gestiti dalle associazioni di tutela animale. Sono pochi in Italia, il loro scopo è accogliere il gatto non compatibile con la vita in strada per trovargli un'adozione con il supporto della rete dei volontari.
- Oasi feline: sono strutture che coniugano caratteristiche delle colonie feline e dei gattili. Qui si trovano mici che non possono essere reintegrati nelle colonie e che non possono neanche essere dati in adozione, magari a causa della scarsa socializzazione con l’essere umano. Sono gestiti dalle associazioni e non sono previste dalla normativa nazionale.