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28 Novembre 2023
16:22

Dopo le pellicce, la Fashion Week di Melbourne vieta le piume di animali selvatici

Bandite dalle passerelle della Melbourne Fashion Week le piume di uccelli selvatici, come struzzi, pavoni, emù e altri animali catturati nel loro habitat naturale o confinati negli allevamenti. Il divieto entrerà in vigore nel 2024.

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Dopo aver bandito le pellicce e le pelli degli animali selvatici, la Fashion week di Melbourne eliminerà dalle passerelle l’utilizzo delle piume di uccelli selvatici come struzzi, pavoni, emù e altri catturati sia nel loro habitat naturale o confinati negli allevamenti. Il divieto entrerà in vigore nel 2024 e interromperà, finalmente, la mattanza di volatili che ogni anno vengono brutalmente uccisi per fornire le piume ai più famosi brand di moda.

Molto soddisfatti i responsabili e gli attivisti di World Animal Protection e di Collective Fashion Justice che hanno ritenuto la scelta «un esempio brillante per l’industria della moda globale». La nuova politica è stata annunciata in occasione di un evento sul futuro della moda senza animali selvatici, nella quale sono state spiegate le innovazioni di stilisti e marchi su materiali cruelty-free che come sono assolutamente realizzabili.

«L’auspicio è che tutti seguano l’esempio di Melbourne – ha commentato Suzanne Milthorpe, responsabile delle campagne di World Animal Protection – Le piume, infatti, sono la nuova pelliccia. Vengono ottenute con pratiche estremamente crudeli che minano i principi più basilari del benessere degli animali. Con questa nuova politica, Melbourne sta ponendo le basi per un futuro in cui moda ed etica andranno di pari passo, consolidando un'industria che si allinea veramente con le aspettative del pubblico. La speranza è di vedere più marchi seguire l'esempio, abbracciando maggiormente l'innovazione rispetto allo sfruttamento, mantenendo in tal modo la fauna selvatica fuori dalle loro collezioni».

A far eco a Milthorpe, la direttrice del Collettivo Fashion Justice, Emma Hakansson: «L'utilizzo delle piume da parte della moda si basa sul concetto “abbiamo sempre fatto così”, ma davanti a una crisi ambientale che si intreccia con quella etica, è ora di andare oltre lo sfruttamento degli animali e del Pianeta. La moda significa creatività e saranno proprio gli stilisti che già utilizzano materiali a base vegetale, stampati in 3D, riciclati al posto delle piume a portare la moda nel futuro di cui abbiamo bisogno. Il divieto imposto dalla Melbourne Fashion Week consente all’industria di diventare più creativa e meno dipendente da sistemi obsoleti»..

A ricordare come avviene la crudeltà subita dagli uccelli per ottenere le piume con cui vengono realizzati capi e accessori di moda è stata la PETA: gli struzzi, per esempio, non fanno la muta e quindi le loro piume vengono strappate molto spesso quando sono ancora vivi. Il Sudafrica è la capitale mondiale dell’esportazione di piume di struzzo e, proprio qui, l’associazione ha ripreso e denunciato i gravi maltrattamenti sui giovani volatili da parte degli operatori che, una volta presi con la forza, li stordiscono elettricamente e poi tagliano loro la gola. Pochi istanti dopo, prima che gli uccelli vengano scuoiati e smembrati, le piume vengono strappate dai corpi ancora caldi.

Altri uccelli sfruttati e uccisi per le loro piume come i pavoni, gli emù e i fagiani, invece, vivono una vita di miseria negli allevamenti, confinati in spazi così piccoli e affollati da essere costretti a stare nei loro stessi rifiuti, per poi essere trasportati in un mattatoio. E, infatti, la PETA, non si accoda alle altre due associazioni per festeggiare la decisione per quanto storica della Settimana della moda di Melbourne, perché secondo gli attivisti c’è ancora molto da fare: a partire dall'estensione del divieto di tutte le piume comprese quelle di polli, tacchini, oche e anatre.

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Simona Sirianni
Giornalista
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