Blindsight di Neuralink, l'azienda co-fondata da Elon Musk, è stato designato come "dispositivo innovativo" dalla Food and Drug Administration (Fda), l'ente regolatore che negli Stati Uniti si occupa di dare il lasciapassare ufficiale a farmaci e impianti medici.
Ci vorrà del tempo prima che Blindsight arrivi sul mercato, ma secondo quanto dichiarato da Musk, questo strumento permetterà di vedere anche a chi ha perso entrambi gli occhi e il nervo ottico, oppure è cieco dalla nascita. Un risultato importante in termini scientifici per gli esseri umani, costruito però sulla sofferenza non necessaria e sul maltrattamento di un gran numero di animali. È questa l'accusa mossa dal Physicians Committee for Responsible Medicine (PCRM), organizzazione statunitense che si occupa di promuovere una ricerca scientifica cruelty-free.
La sperimentazione animale è uno degli aspetti più controversi del nostro rapporto con gli altri esseri viventi: per ottenere l'immissione in commercio di alcuni farmaci è ancora obbligatoria in termini di legge, sebbene molte organizzazioni internazionali e gruppi di ricerca stanno lavorando per ridurne l'impiego e soprattutto per evitare sofferenze inutili e crudeli agli animali detenuti nei laboratori.
Questo però, secondo i documenti diffusi dal Physicians Committee for Responsible Medicine nel marzo 2022 non è quello che è accaduto all'interno dei laboratori dell'Università della California dove gli scienziati della Neuralink conducevano gli esperimenti per un altro chip, l'interfaccia cervello-computer Link.
Dal 2019 in poi gli attivisti del PCRM hanno diffuso pagine di documenti interni in cui vengono descritte le morti di alcuni macachi rhesus, la specie di primati non umani più usata per la ricerca scientifica. Nello specifico, alle scimmie della Neuralink venivano rimosse parti del cranio per impiantare elettrodi nel cervello come parte dello sviluppo di un'“interfaccia cervello-macchina”. I risultati sono visibili nei video pubblicati dalla stessa azienda che mostrano una scimmia giocare a mind-pong.
Aprire il cranio a una scimmia, togliere parte del cervello e impiantare un chip non è una forma di maltrattamento secondo quanto stabilito dall'Animal Welfare Act, il documento federale sul benessere animale. Ad essere sotto accusa sono le modalità con cui queste pratiche sarebbero state condotte dagli scienziati. Il Physician Committee nella sua denuncia presentata contro Neuralink e contro lo staff dell'Università con sede a Davis ha contestato l'assenza di cure veterinarie adeguate alle scimmie morenti, e almeno in un caso l'utilizzo di una sostanza non approvata per riempire i fori praticati nel cranio che ha distrutto parti del cervello dell'animale.
Inoltre, le scimmie utilizzate nell'esperimento avrebbero subito "traumi facciali", convulsioni a seguito dell'impianto del chip e infezioni ricorrenti nei siti degli impianti. In alcuni casi, a causa del deterioramento della salute, Neuralink e UC Davis avrebbero soppresso le scimmie prima ancora che fossero utilizzate nell'esperimento. La scimmia che si vede giocare a mind-pong è una di quelle sopravvissute, ma ce ne sarebbero molte altre morte lungo la strada verso il progresso, almeno 15 dei 23 esemplari coinvolti in questo singolo progetto. Poco dopo, il dispositivo Link è stato approvato per passare dalla sperimentazione animale all'impianto su un essere umano.
Neuralink è stata sommersa di critiche dopo la diffusione di questi documenti incriminanti e dell'arrivo di una serie di denunce dello stesso tenore su altri dispositivi. La comunicazione relativa al benessere degli animali utilizzati per gli esperimenti è infatti sensibilmente cambiata. Le scimmie si vedono ormai pochissimo nei comunicati stampa e negli articoli sul blog dell'azienda: adesso vengono predilette foto di maiali e caprette, animali che la maggior parte delle persone considera da "allevamento" e che vengono accettate più facilmente anche per questo tipo di sfruttamento.
«Una valutazione accurata del benessere degli animali è un obiettivo fondamentale per tutti i professionisti che si occupano della cura degli animali», si legge ancora sulle pagine di Neuralink, ma nulla viene detto su come gli animali siano stati impiegati per realizzare Blindsight, quello che è certo è che migliaia di macachi, maiali e altri animali sono stati sacrificati lungo la strada per arrivare a questo dispositivo.
Dalle pagine di Neuralink, l'azienda chiede agli utenti: «Alcune persone vogliono contribuire alla ricerca medica per vari motivi. Altre no. Perché non potrebbe essere lo stesso per gli animali?». La risposta, che dovrebbe essere scontata, è che gli animali non possono prestare il proprio consenso, e che in ogni caso vanno rispettati alcuni standard minimi. Se ciò non accade per i macachi, con i quali condividiamo più del 97% del nostro dna, cosa garantisce che invece il benessere delle persone sarà rispettato?