La regione Campania aveva già detto «no» agli animali legati con una catena ma ora ha approvato l'emendamento, proposto dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, che introduce finalmente una sanzione. Le multe previste andranno da un minimo di 300 € a un massimo di 2mila e vanno finalmente a completare la legge regionale sul benessere animale che mancava della parte più importante , ovvero l'ammenda, lì dove era appunto prevista la fattispecie. Ora si attende solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che renderà la Campania la regione italiana con la normativa in materia più severa e avanzata rispetto alle altre.
Colmato finalmente un vuoto amministrativo
L'articolo 9, comma 3, della legge regionale campana sul benessere animale 3/2019 vietava già gli animali tenuti legati a una catena, ma non prevedeva alcuna sanzione. Ed è proprio da questo vuoto amministrativo che è nata la proposta di Borrelli, che contattato da Kodami commenta così: «Tutto è nato da una delle tante segnalazioni che ci arrivano dai cittadini. Nel tentativo di aiutare a risolvere una di queste, ci siamo accorti che nonostante il divieto non era prevista alcuna sanzione, e i contravventori potevano quindi dormire sogni tranquilli. Adesso le segnalazioni potranno finalmente avere un seguito ed essere punite e saranno fondamentali i controlli e la vigilanza di tutti i cittadini». Grazie a questo emendamento la Campania diventa così la regione italiana con la legge più severa e che si pone come modello per l'Italia e non solo: «Siamo molto orgogliosi di questo primato: la Campania è una regione con tanti problemi ma che spesso riesce a essere innovativa, soprattutto sul benessere animale – aggiunge Borrelli – D'altronde, come diceva Gandhi, "il mancato rispetto per la natura e gli animali è uno dei primi sintomi di una società che decade" ed è anche per questo nostro atteggiamento che il Pianeta è malato».
Soddisfatti e orgogliosi anche Green Impact e Save The Dogs, che proprio lo scorso marzo avevano pubblicato il più grande e approfondito rapporto sui cani legati alla catena in Italia e non solo. Il report era stato seguito poi dalla campagna #LiberiDallaCatene, che attraverso una petizione online aveva raccolto oltre 10mila firme: «Siamo davvero molto felici – dichiara Sara Turetta, presidente e fondatrice di Save The Dogs – questa è la dimostrazione che l'impegno delle associazioni e della società civile, se fatto nel modo e nei tempi giusti, porta importanti risultati. Siamo convinti che la Regione volesse già introdurre le sanzioni, ma la nostra compagna ha certamente acceso i riflettori sulla mancanza accelerando la modifica. La petizione è stata un successo ed è stata sostenuta anche da personalità di spicco dell'ambiente partenopeo, come l'autore Maurizio de Giovanni e la cantante Maria Nazionale».
La Campania come modello per le altre regioni
Le sanzioni previste dalla modifica alla legge regionale partiranno da 300 € per chi non rispetta il divieto per la prima volta e possono arrivare fino a 2mila € in caso di reiterazione: «Ci sembrano sanzioni giuste e ben misurate, tra l'altro le più pesanti in Italia, che pongono la Campania come modello a livello nazionale», conclude Sara Turetta.
Sulla stessa linea anche Gaia Angelini, presidente di Green Impact, che ha inoltre sottolineato come quella campana sia «Una delle leggi più avanzate al mondo» – aggiungendo -«Siamo contenti che grazie alla nostra sollecitazione si sia subito intervenuti a correggere una mancanza, tra l'altro con una sanzione molto significativa. Grazie al nostro importante rapporto, a cui hanno contribuito anche etologi e professori internazionali, era evidente che siamo molto indietro su questa tematica. Ora la Campania è l'unica regione insieme all'Umbria ad avere un divieto secco con annesse sanzioni. La speranza è che adesso anche tutte le altre regioni si adeguino al modello campano».
In Italia, le altre Regioni hanno formulazioni inadeguate o inefficaci che consentono indirettamente di tenere i cani legati a una catena. Liguria, Sicilia e Basilicata ad esempio non hanno proprio alcuna regolamentazione. L'auspicio è che la strada tracciata dalla Campania venga presto seguita anche da tutte le altre, per dire finalmente basta alle catene e a tutte le forme di maltrattamento animale.