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22 Agosto 2023
14:46

«Dopo gli incendi è strage di animali»: il Wwf chiede alla Sicilia di sospendere la caccia

Aprire la caccia dopo una stagione estiva caratterizzata dagli incendi e da una situazione climatica eccezionale potrebbe compromettere in maniera irreversibile la fauna siciliana. Il Wwf si appella alla regione per chiedere la sospensione.

cacciatore

Aprire la caccia dopo una stagione estiva caratterizzata dagli incendi e da una situazione climatica eccezionale potrebbe compromettere in maniera irreversibile la fauna siciliana. È questa l'analisi che ha spinto il Wwf a chiedere alla Regione Sicilia di sospendere l'avvio della stagione venatoria, prevista per i primi giorni di settembre.

Con una lettera inviata al presidente Renato Schifani, all'assessore all'Agricoltura Luca Sammartino, e all'assessora all'Ambiente ed Elena Pagana, l'associazione ha stigmatizzato la scelta dell'amministrazione regionale di anticipare addiritturta l'apertura della stagione venatoria ai primi di settembre per alcune specie, come ad esempio la Tortora selvatica, la cui popolazione è in calo in tutta Europa.

tortora selvatica
Tortora selvatica

La Regione pur avendo deliberato lo “stato di crisi” e di “emergenza di rilievo nazionale” ha anche scelto di anticipare al prossimo 2 settembre l’inizio della stagione venatoria, il cui avvio ufficiale è il 17 settembre, per concludersi poi il 31 gennaio 2024.

Aprire la stagione venatoria dopo un’estate torrida caratterizzata da violenti incendi per il Wwf è «una follia perché decimerebbe gli animali sopravvissuti, determinando un danno ulteriore, gravissimo e irreversibile al patrimonio faunistico». Per rafforzare il proprio messaggio l'associazione ha riportato nella lettera anche gli studi scientifici dell'Ispra, secondo cui, la riapertura della caccia «comporta una condizione di rischio per la conservazione della fauna e rischia di avere, nel breve e nel medio periodo, effetti negativi sulla dinamica di popolazione di molte specie – si legge nel documento del Wwf – Le aree boschive e di macchia interessate da incendi e dalla prolungata siccità erano abitate da migliaia di esemplari di avifauna e mammiferi in riproduzione e/o con i propri piccoli che, se non sono morti bruciati o di stenti, si sono rifugiati nelle poche zone non colpite dal fuoco. Di conseguenza, le zone di sostentamento di molte specie selvatiche sono repentinamente mutate in maniera sostanziale e negativa, non garantendo più il tradizionale rifugio e il sostentamento e causando la grave compromissione della stagione riproduttiva di moltissime specie, sia cacciabili che protette».

Con un lungo e articolato documento firmato dalle cinque organizzazioni aggregate operanti in Sicilia, il Wwf ha chiesto a presidente Schifani di fare un passo indietro in nome della tutela della biodiversità. Gli attivisti si sono rivolti anche allo Stato, invitando il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, «ad intervenire presso la Regione Siciliana in caso di difetto o inerzia, anche coi poteri sostitutivi e contingibili previsti ex Legge n. 59/1987, onde impedire l’ulteriore compromissione della fauna selvatica».

Nel caso in cui la richiesta di sospensione della caccia venisse respinta dalla Regione, il Wwf ha ufficialmente preannunciato che si vedrà «costretto a promuovere le azioni giudiziarie ritenute più opportune». Come era già avvenuto per la querelle giudiziaria avvenuta l'anno scorso proprio per la tortora selvatica, quando il Tar della Sicilia ne ha sospeso la caccia accogliendo il ricorso delle associazioni ambientaliste italiane, tra le quali il Wwf.

È l'avifauna ad essere maggiormente esposta a rischi, sia che si tratti di specie stanziali che migratorie come quaglie, uccelli acquatici. «I territori arsi dal caldo e vegetazione distrutta dal fuco non consentono agli animali di trovare cibo, riparo ed habitat idonei a sopravvivere – ha commentato il Wwf – quindi aumenta la mortalità degli individui (giovani nati in primavera e adulti), poiché tali condizioni ambientali e climatiche rendono i soggetti maggiormente vulnerabili a malattie e predazione. Ispra, infatti, rileva che la “scarsa disponibilità di risorse trofiche condiziona sia specie che si nutrono di bacche, semi e insetti, sia specie erbivore che, a causa della scarsa disponibilità idrica, non sono in grado di compensare il basso tenore d’acqua presente nei tessuti vegetali di cui si nutrono».

Insomma, quella che si preannuncia a breve, se la Regione non sospende subito il Calendario venatorio, sarà una vera e propria strage di fauna.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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