Il licaone (Lycaon pictus), noto anche come cane selvatico africano, è un canide originario dell’Africa sub-sahariana inserito nella Lista Rossa IUCN nel 1990. Si stima che siano rimasti in natura poco più di 6.000 esemplari, divisi in numerose sottopopolazioni che rischiano di essere separate definitivamente dalla frammentazione di habitat. A minacciare ulteriormente la sopravvivenza della specie sono le epidemie e la violenta persecuzione da parte dell’uomo, che continua ad abbattere gli esemplari, per quanto protetti, a causa degli attacchi ai capi di bestiame.
In Uganda i licaoni sono stati dichiarati localmente estinti dal 1982, ma la mattina dello scorso 26 giugno una coppia di questi animali è stata avvistata da un ranger del Parco nazionale della Valle di Kidepo, nell’estremo nord-est del paese, per la prima volta dopo oltre 40 anni. I due esemplari sono stati avvistati lungo la strada del parco nazionale, mentre il ranger stava accompagnando dei clienti per un safari.
Il vicedirettore dell’Uganda Wildlife Authority (UWA), Charles Tumwesigye, ha dichiarato che il parco è un luogo sicuro per questi animali.
«Abbiamo assistito a un significativo spostamento di animali dal Sud Sudan verso il parco di Kidepo, poiché l’Uganda è più sicura. Un’altra ragione della ricomparsa dei cani selvatici sta nel fatto che gli allevatori di bestiame intorno ai nostri parchi si sono allontanati. All’epoca, quando perdevano uno o due capi di bestiame, attaccavano i cani selvatici. Pensiamo che sia per tutte queste ragioni che gli animali siano tornati, e faremo tutto il possibile per mantenerli qui», ha concluso Tumwesigye.
Ora l’interrogativo è se i licaoni avvistati fossero semplicemente due esemplari in transito da altre regioni o se finalmente siano tornati a stabilirsi in Uganda per la prima volta dagli anni 80. La ricomparsa di questa specie nel parco nazionale della Valle di Kidepo potrebbe dare un po’ di speranza per un’eventuale ripresa della popolazione di questo canide unico nel suo genere.
Ogni licaone ha un mantello con un motivo peculiare che cambia da esemplare ad esemplare, caratterizzato da una pelliccia irregolare e screziata con macchie di rosso, nero, marrone, bianco e giallo e che consente loro di riconoscersi a grande distanza. Sono i canidi africani più grossi e possono arrivare anche a 30 kg di peso; condividono il loro areale con iene e leoni e, come loro, sono animali estremamente sociali e presentano gerarchie di dominanza separate per maschi e femmine. Contrariamente alla norma, in questa specie sono le femmine a lasciare il branco una volta raggiunta la maturità sessuale e, una volta trovato un nuovo gruppo dove stabilirsi, cacceranno le altre femmine, favorendo così il ricambio di geni.
Sono famosi per essere predatori instancabili e la loro strategia consiste nello sfiancare la preda: possono infatti inseguire un’antilope per oltre un’ora ad una velocità di 66 km/h, anche se spesso le catture sono molto più rapide.
Dal 2003 sono partiti diversi progetti di conservazione della specie, creando corridoi tra le diverse popolazioni in Kenya e proteggendo gli esemplari dalla persecuzione umana.
In futuro ci auguriamo una ripresa del numero di individui anche in Uganda e soprattutto di poter continuare ad ammirare questi cani – come dice il nome – “dipinti” dalle grandi orecchie tonde ancora per tanti anni.