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12 Luglio 2022
17:48

Donna morsa da un cinghiale in spiaggia a Genova. L’etologa: «Timore comprensibile, ma non demonizziamoli»

A Genova una donna di 57 anni è stata morsa in spiaggia da un cinghiale, attirato forse dall'odore di una pizza. Dopo il morso, la donna è stata portata al pronto soccorso e medicata. La gestione della fauna selvatica è sul tavolo degli enti locali ma nessuno parla di coabitazione costruttiva.

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cinghiale

Una donna di 57 anni è stata morsa in spiaggia venerdì scorso da un cinghiale. È successo nella spiaggia di Sturla, a Genova. Ad attirare il cinghiale potrebbe esser stato l'odore di una pizza che la donna aveva con sé. Secondo quanto raccontato dalla stessa donna, l'animale si sarebbe avvicinato e, nonostante lei fosse rimasta immobile sull'asciugamano, le avrebbe morso il braccio e poi sarebbe scappato.

«Sono stata morsa al braccio destro da un cinghiale, conseguenze al momento antibiotico tre volte al giorno richiamo antitetanica e profilassi antirabbica per la quale sono previste tre somministrazioni – scrive la donna sul suo profilo Facebook – La gravità è data dal fatto che sono stata attaccata da un cinghiale di media-grossa taglia solo senza prole al seguito e io non avevo fatto nulla per infastidirlo quando mi sono accorta della sua presenza vicino a me sono rimasta immobile come una statua sperando che mi superasse, e invece così non è stato mi ha morso il braccio».

«Ci troviamo in una situazione di emergenza di sicurezza pubblica – denuncia la bagnante – La spiaggia dove mi trovavo è una spiaggia notoriamente frequentata da famiglie con bambini, passeggini ed è attrezzata per i disabili,  ritengo che il Comune dovrebbe vietare l' accesso alle spiagge di Sturla e Vernazzola, fino a quando sarà presente tale emergenza o per lo meno avvisare la cittadinanza del pericolo con apposita cartellonistica affissa nelle suddette spiagge».

Sempre secondo la testimonianza della donna, tutti i bagnanti si sarebbero dati alla fuga, nonostante lei fosse evidentemente ferita. Solo una turista, una volta che il cinghiale è scappato, si è avvicinata e ha chiamato i soccorsi. La donna è stata portata all'ospedale San Martino di Genova dove i medici l'hanno medicata e le hanno prescritto un antibiotico, dicendole di ritornare con il tesserico sanitario per valutare un richiamo per l'antitetanica.

L'esperta: «"Alfabetizziamo" la paura nei confronti del selvatico»

«Il cinghiale può fungere da ospite o serbatoio di alcuni agenti eziologici responsabili di malattie anche a carattere zoonotico, ma non del virus della rabbia», chiarisce subito la veterinaria ed etologa Federica Pirrone membro del comitato scientifico di Kodami.

«I cinghiali urbani sono in aumento e, in quanto fauna selvatica di grossa taglia, possono fare paura – continua l'esperta – E questo può portare le persone a "ingigantire", distorcere o romanzare gli eventi, per stimolare soluzioni rapide, che comunque non esistono, e forse anche un po' per un certo protagonismo. Io penso che questo timore sia comprensibile e non vada demonizzato. È bene però allo stesso tempo "alfabetizzarlo", ossia trasformarlo in biofilia costruttiva, che porti alla coabitazione consapevole, in questo Pianeta, con le altre specie, partendo dal presupposto che la loro presenza vicino noi è in continuo cambiamento. E questo peraltro è spesso il risultato delle nostre stesse attività. Come si può alfabetizzare e trasformare in modo proficuo e intelligente le emozioni come la paura nei confronti della fauna selvatica? Attraverso la trasmissione di cultura, l'informazione e la sensibilizzazione nei confronti del rispetto dell'ambiente e di chi lo abita. Questo, naturalmente, non può prescindere dalla messa in atto di azioni che prevengano l'accesso degli animali selvatici alle nostre città, e contribuiscano a ridurlo quando diventa eccessivo, per il bene di tutti, nostro e loro».

Le reazioni politiche: «Abbattimento e recinzioni»

Quello dei cinghiali urbani è un tema caldo, anzi caldissimo a Genova, e l'episodio oltre ad aver avuto un'amplissima eco mediatica ha fatto registrare dichiarazioni da parte dei politici locali. Per primo ad essere interpellato è stato il vicepresidente della Regione Liguria e assessore alla Caccia, Alessandro Piana, la sua posizione è nota:  per gestire gli 80mila ungulati stimati nella regione bisogna abbatterli, e chiede d'intervenire sulla legge 157 del 1992 per prolungare i mesi di caccia al cinghiale.

Il presidente del municipio Levante, dove si trova la spiaggia teatro dell'aggressione, Federico Bogliolo ha invece convocato una cabina di regia in Prefettura per l’adozione di provvedimenti urgenti. «Ho appena protocollato e inviato una lettera al Prefetto – dice il presidente – In qualità di rappresentante dell’istituzione più vicino al territorio e al cittadino ho il dovere politico, umano e morale di richiedere un intervento del responsabile dell’ordine pubblico e della sicurezza sul territorio. La presenza dei cinghiali sul territorio, dal litorale all’entroterra, è diventata incontrollata e pericolosa. Non sono mancati episodi di aggressioni all’uomo. Così non si può andare avanti. Ho chiesto la convocazione urgente di una cabina di regia in prefettura e il coordinamento di interventi mirati e immediati per arginare il problema».

La questione è poi tornata, per l'ennesima occasione, in Consiglio Comunale con un'interrogazione del giorno datata martedì 12 luglio. «Oltre agli episodi di bidoni rovesciati o arredi urbani danneggiati recentemente una signora è stata vittima di un'aggressione da parte di un cinghiale su una spiaggia e ha riportato ferite», spiega nel suo quesito il consigliere Stefano Costa di Forza Italia. «Sono animali selvatici e come tali vanno tutelati nel loro habitat ma non possono circolare in maniera incontrollata in ambito urbano». Come intervenire in maniera mirata in modo che non si ripetano episodi simili? E come predisporre una strategia di medio periodo per il problema ? Ha chiesto Costa alla maggioranza.

La risposta è arrivata dall'assessore agli animali Francesca Corso e dall'assessore alla polizia locale Sergio Gambino, che si sono insediati in Aula Rossa la settimana scorsa con l'amministrazione Bucci bis: «La situazione è complicata perchè le responsabilità sono molto frammentate – ha spiegato Corso – il Comune si deve occupare dell'igiene, della manutenzione del verde e della polizia locale che interviene solo in caso di emergenza, ma non può ordinare l'abbattimento dei cinghiali in maniera diretta. Si può però stimolare la Regione ad intevenire». Il  Per quanto concerne la gestione dei cinghiali in città ci sono diversi aspetti e il più problematico è proprio la frammentazione dei compiti tra gli enti. Da regolamento è vietata la somministrazione di cibo a questi animali, abbiamo aumentato le sanzioni sul foraggiamento che fa avvicinare i cinghiali sempre più in città».

Il responsabile della sicurezza e polizia locale Gambino è invece ritornato sull'obbligo di non foraggiare i cinghiali: «Tranne il presidio degli agenti la polizia locale non può fare altro che intervenire per contenere il rischio in attesa delle guardie regionali, ma voglio ricordare che i cinghiali scendono in città alla ricerca di cibo e questa ricerca non deve essere facilitata da persone che gli danno da mangiare. Stiamo lavorando per disincentivare chi foraggia i cinghiali prima con una campagna di informazione e poi con le multe, la seconda azione è la sostituzione dei cassonetti della spazzatura con altri contenitori non ribaltabili, se cominciamo a impedirgli di trovare del cibo rovesciando i bidoni magari tornano a cercarlo nel loro habitat infine si può studiare un sistema di recinzioni insieme alla protezione civile. Gli strumenti normativi sia comunali sia regionali sono pochi, per fortuna non ci sono ancora stati sulle nostre strade gravi incidenti».

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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