Un Dogo Argentino, l’aggressione ai danni di una Guardia Zoofila, gli spari per fermare l’animale e un’altra vittima innocente causata dall’irresponsabilità dell’essere umano. Ha fatto molto discutere l’episodio avvenuto lo scorso venerdì pomeriggio ad Altamura, nell’Area Metropolitana di Bari. Un cane è stato ucciso dai colpi di pistola sparati da un Carabiniere dopo che l’animale si era avventato su un uomo.
Secondo la ricostruzione fornita dalle Forze dell’ordine, i militari sarebbero intervenuti dopo la chiamata del personale dell’Ufficio Postale di Via Gravina. Gli operatori avrebbero segnalato la presenza di un 37enne del luogo, in evidente stato di alterazione, con al guinzaglio il cane. L’uomo, dopo aver aggredito verbalmente anche la propria madre, presente sul posto, avrebbe aizzato l’animale contro i passanti, seminando il panico. Il cane, come spiegato a Kodami anche dai volontari dell’ANPANA chiamati dalla Polizia Locale, sarebbe anche sfuggito a un certo punto dal controllo del trentasettenne, rimanendo però nelle sue vicinanze.
Pur avendo i presenti adottato le opportune precauzioni, la situazione è improvvisamente precipitata. Il cane si è scagliato contro una delle Guardie Zoofile costringendo uno dei Carabinieri ad esplodere due colpi di arma da fuoco. Secondo la versione ufficiale dei militari, prima di giungere alla soluzione più estrema, avrebbero esperito diversi tentativi per dividere il cane dal volontario, prima azzannato e poi scaraventato a terra.
Per l’animale non c’è stato niente da fare. Il 37enne, invece, è stato arrestato con l’accusa di lesioni personali e resistenza a Pubblico Ufficiale. Il volontario, soccorso dal 118, è stato trasportato al vicino ospedale con profonde ferite al braccio. Le sue condizioni non sono comunque gravi. Da successive verifiche è emerso che il cane era sprovvisto di microchip identificativo.
La giustizia farà il suo corso per ricostruire nel dettaglio l’accaduto sulla base dei rilievi e delle testimonianze dei presenti. Appare però evidente che, ancora una volta, la scorretta gestione umana nei confronti dell’animale ha causato una vittima. Avere un cane richiede senso di responsabilità, non soltanto quando parliamo di molossoidi potenzialmente forti e con grande istinto protettivo. Del resto, come aveva spiegato il nostro esperto Luca Spennacchio alcune settimane fa, in quel caso per un’aggressione da parte di un Pitbull ai danni di un Golden Retriever, gestire cani di questo tipo «richiede molta attenzione, preparazione e senso di responsabilità, il margine d’errore con loro è ridotto al minimo, se non a zero e raramente le conseguenze delle nostre distrazioni si concludono con pochi danni».
Non a caso spesso l’adozione di questi cani si conclude con l’abbandono in canile, dopo l’ammissione dell’incapacità a farsene carico. O peggio ancora l’epilogo è tragico come nel caso avvenuto ad Altamura. A pagarne le spese, in ogni caso, finisce per essere l’animale.