Continua il progetto di recupero e di ripopolamento dei Grifoni (Gyps fulvus) che sta interessando la regione Sardegna. Altri dodici esemplari, 4 maschi e 8 femmine, infatti presto verranno liberati nei cieli dell'isola, all'interno del progetto Life Safe for Vultures, finanziato con fondi europei. Questi individui provengono dalla Spagna e saranno liberati nel Cagliaritano, affinché la specie possa essere presente anche nel sud della Sardegna. Già nel 2021 due grifoni provenienti dallo zoo di Dresda erano stati rilasciati sul territorio sardo, nel Sassarese, dopo un lungo periodo di ambientamento controllato sul territorio.
L'obiettivo dell'iniziativa è di riportare in auge la popolazione dei grifoni sull'isola, dopo decenni di declino e decimazione che ha coinvolto la specie nell'intero panorama nazionale. Per esempio, in Sicilia i Grifoni erano considerati estinti fino all'inizio del millennio e solo dopo un intervento analogo la popolazione si è ricostituita, nei pressi delle Madonie e dei Nebrodi. I grifoni in Sardegna fortunatamente non sono mai scomparsi del tutto, ma la sua attuale popolazione si è ridotto a circa 130 individui, localizzati quasi interamente nei territori di Bosa e di Alghero. Espandere ulteriormente quindi il loro areale di distribuzione, aumentare il numero della popolazione e prevenire le principali minacce, come l'avvelenamento e l'impatto con le infrastrutture, sono dunque le sfide con cui dovranno relazionarsi i biologi della conservazione che partecipano attivamente alla salvaguardia di questi animali.
Gli esemplari giunti in Sardegna sono giovani, forti, ma inesperti, dichiarano gli operatori del progetto. Tutti professionisti che hanno già dato prova più volte di avere un particolare feeling con questa specie. Fra questi abbiamo il personale veterinario del Centro di recupero della fauna selvatica di Bonassai-Olmedo, coordinato da Luciano Mandas e Marco Muzzeddu che si sono assicurati di sottoporre ad approfonditi accertamenti medici i grifoni provenienti dal porto di Barcellona. Il centro di Bonassai-Olmedo tra l'altro sarà quello che ospiterà gli animali prima del loro trasferimento nella voliera di acclimatamento, che i tecnici hanno costruito a Villasalto, un comune di meno di mille abitanti situato a pochi chilometri dal capoluogo regionale.
In previsione che gli esiti delle analisi del sangue confermino un buono stato di salute degli animali, i veterinari hanno comunque già inanellato i grifoni seguendo la prassi standard con un anello metallico e un anello colorato che ne consentiranno in seguito l’identificazione a distanza tramite binocolo. Gli esperti d'altronde ci confermano che riconoscere un esemplare esclusivamente dal bandeggio delle sue piume è un'operazione difficile che non tutti gli ornitologi e gli esperti riescono a fare. L'uso perciò degli anelli semplificherà enormemente il lavoro, in quanto ogni anello ha un codice identificativo a grandi lettere leggibile su grandi distanze.
«Abbiamo poi provveduto anche a verificare tramite la scansione del microchip che gli animali arrivati dalla Spagna fossero davvero quelli previsti e già schedati dai colleghi spagnoli» hanno tenuto a sottolineare i volontari del progetto – molti provenienti dall'università di Sassari – che presenta anche un sito web dedicato dove chiunque può rimanere aggiornato sugli esiti delle varie operazioni effettuate.
«Finalmente arriva il primo contingente di grifoni che parteciperanno da protagonisti del progetto dopo il necessario periodo nella voliera di ambientamento – ha dichiarato invece Muzzeddu, riferendosi allo stato dei lavori. – Gli animali sono in buone condizioni e reattivi. Se tutto va come auspichiamo, una quarantena di quindici giorni dovrebbe essere più che sufficiente al loro trasferimento a Villasalto».
Per quanto riguarda la coordinatrice scientifica del progetto LIFE, la professoressa Fiammetta Berlinguer del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari, solo ora il progetto entra seriamente nel vivo. «Si tratta di un primo importantissimo passo, cui ne seguiranno altri in futuro, per favorire il ritorno del grifone in tutta l’isola. Inoltre, per raggiungere questo obiettivo, d’intesa anche con le istituzioni, gli stakeholders pubblici, i privati e i tanti soggetti che sostengono il progetto, proseguiamo nell’impegno di creare le condizioni più favorevoli alla presenza della specie a lungo termine. Condizioni dalle quali può discendere un vantaggio indotto anche per le comunità locali e per l’economia regionale».
Ovviamente in questa fase tutti auspicano che l'acclimatamento vada a buon fine, anche perché il suo buon esito potrebbe comportare il successivo arrivo di esemplari, con cui implementare la popolazione sarda. Qualcuno però potrebbe chiedersi perché fra tutti gli esemplari esistenti, i biologi hanno scelto di accogliere quelli che provengono dalla Spagna. «La ragione è semplice» dichiarano i ricercatori. Questa nazione è infatti nota a livello europeo per essere una delle poche dove i Grifoni sembrano aver resistito alle varie sfide ambientali che negli scorsi anni hanno sterminato altrove la sua popolazione. Per questo risulta essere una sorgente di nuovi esemplari ed una partner importante per i diversi progetti di conservazione.
In pratica, senza i grifoni spagnoli oggi non ci sarebbero molte chance di implementare la popolazione in altre aree del Mediterraneo. E il recupero di questi animali sarebbe molto più complicato.