Il caldo di questi giorni sta diventando davvero eccessivo e oltre al pericolo per la salute degli esseri umani più fragili, è un pericolo anche per gli animali che possono essere colpiti da colpi di calore e disidratazione, ma non solo. Infatti, a causa delle temperature fuori norma il rischio di incendi alimentati dalla siccità e dal vento è molto alto, mettendo a serio repentaglio la vita degli animali tenuti alla catena che, senza alcuna possibilità di fuga, sono destinati a morte sicura.
Per questo la Regione Toscana ha deciso di introdurre il divieto di custodire cani alla catena o con altro strumento di contenzione su tutto il suo territorio. L'annuncio dell'ordinanza è stato dato dal presidente Eugenio Giani durante l'evento "Una vita sul campo", dedicato alle unità cinofile delle forze dell'ordine: il politico ha spiegato che «anche quest'anno abbiamo pensato, oltre che alla sicurezza delle persone, anche alla tutela degli animali da compagnia che, in caso di incendio, rischiano di non poter scappare e di restare così intrappolati fra le fiamme».
In caso di emergenza quindi, grazie all'ordinanza che introduce un preciso divieto, ha aggiunto Giani «si offre loro la possibilità di mettersi in salvo e di allontanarsi rapidamente dal luogo dell'incendio». L'ordinanza avrà validità a partire dal giorno successivo alla data di pubblicazione sul Burt (Bollettino ufficiale della Regione Toscana) fino al prossimo 30 settembre 2023.
Tenere un cane legato alla catena dovrebbe essere una pratica ormai appartenente al passato, ma che invece senza una legge nazionale è ancora frequentemente e ingiustamente utilizzata in diverse Regioni italiane. Negli ultimi tempi, data questa totale mancanza di chiarezza, sono state le amministrazioni locali ad aprire autonomamente la strada a provvedimenti vari, compresi quelli di tipo sanzionatorio.
Al momento, però, sono ancora molto poche: solo Campania, Umbria, Marche, Emilia Romagna, Abruzzo, Puglia, Lombardia, Veneto e Lazio, infatti, vietano la pratica e da pochissimo si è aggiunta anche la provincia autonoma di Trento.
La legge italiana abbiamo detto non ha ancora disciplinato la materia, ma comunque pone una serie di criteri da seguire al fine di non incappare nel reato di maltrattamento e, per esempio, stabilisce che il cane debba essere portato a passeggiare almeno due volte al giorno, che significa che coloro che tengono tutto il giorno il cane alla catena possono essere accusati del reato di detenzione e maltrattamento di animali.
Questo avviene, però, solo in specifici casi. Infatti, continua a non essere considerato reato tenere i cani legati in quel brutale modo, nei casi in cui il cane possa tranquillamente raggiungere la propria cuccia e la ciotola con il cibo e l’acqua, se la catena è abbastanza lunga da permettere al cane di camminare, se il recinto è grande almeno 8 metri quadrati e se l’ambiente che circonda il cane risulta pulito e salubre.