Un esemplare di porcellino d'India è stato abbandonato dentro una gabbietta nella stazione della metropolitana di Canning Town a Londra. Accanto c'era un cartello con scritto: «I need a new owner. Guinea Pig», ovvero: «Ho bisogno di un nuovo proprietario*». L'animale è stato ritrovato da Shahnaz Ahmad, un ispettore della RSPCA (Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals) che lo ha chiamato DiscoPig.
«Quando abbiamo trovato il porcellino d'India sembrava sano e ben curato – ha raccontato Ahmad – Riteniamo che possa avere tra i 6 ed i 12 mesi. È molto triste che qualcuno abbia abbandonato il proprio animale domestico in questo modo: noi dell'associazione incoraggiamo le persone a rivolgersi agli enti di beneficenza locali per il benessere degli animali e per chiedere aiuto nel caso in cui non potessero più badare a loro piuttosto che lasciarli in una situazione vulnerabile e pericolosa com'è successo a questo piccolino».
Il volontario ha anche sottolineato quanto questi animali siano delicati: «I porcellini sono socievoli per natura e normalmente preferiscono stare in compagnia o, comunque, con un umano. Se lasciati da soli possono sviluppare comportamenti anomali e soffrirne molto. Abbandonare gli animali domestici in questo modo è una cosa incredibilmente crudele e non è mai la soluzione giusta».
Le dichiarazioni del volontario esprimono al meglio la fragilità di questa specie. I porcellini d'India, infatti, non amano i cambiamenti che gli causano stress e addirittura depressione. Inoltre, non preferiscono il contatto fisico e questo vale per i rapporti con i propri simili ma anche con gli umani. Hanno bisogno di tempo per fidarsi e il modo migliore per ottenere la loro "amicizia" è la calma e la pazienza.
Come per qualsiasi altro animale domestico, chiunque volesse adottare questo roditore deve considerare che ci vuole consapevolezza e tanta responsabilità. Anche in questo caso, come per cani o gatti, è possibile scegliere di adottare individui provenienti da abbandoni o sequestri presso associazioni che si occupano unicamente di tutelare questa specie.
*Noi di Kodami ricorriamo all'etimologia "pet mate" e non proprietario o padrone perché crediamo che la relazione tra essere umano e animale non presupponga alcun tipo di dominio di una specie sull'altra.