Esattamente come ognuno di noi sceglie la casa in cui vivere e come arredarla, allo stesso modo gli animali selezionano accuratamente i loro luoghi preferiti per ricavarsi per esempio nascondigli, tane o rifugi. Gli uccelli per costruire i loro nidi si affidano il più delle volte ai loro becchi e un nuovo studio, i cui risultati sono stati pubblicati su Philosophical Transactions della Royal Society B, ha permesso di dimostrare che questi non servono solo a dare una certa forma al nido stesso ma che il materiale utilizzato per la costruzione dipende proprio dalla conformazione del becco delle diverse specie.
È risaputo che in natura sono numerose le specie capaci di manipolare gli oggetti: pensiamo alle scimmie, mammiferi capaci sia di maneggiare che fabbricare utensili grazie alle mani. Ovviamente, non sono gli unici animali a possedere questa capacità, esistono infatti tante altre specie capaci di utilizzare oggetti anche con parti del corpo più "scomode" come le zampe o la bocca. Gli uccelli, infatti, utilizzano il becco non solo per nutrirsi, ma anche per trasportare materiali con i quali costruiscono i loro nidi.
La maggior parte delle oltre 10.000 specie esistenti, infatti, costruisce nidi e vi è una notevole diversità nella loro struttura e nel materiale utilizzato: c'è chi si accontenta di nidi semplici e chi invece elabora strutture estremamente ingegnose e complesse, chi utilizza fango, erba e ramoscelli e chi invece predilige piume o addirittura sfrutta materiali di origine antropica, come i rifiuti.
Poiché il nido è fondamentale per la riproduzione di questi animali è importante comprendere quali sono le motivazioni che si celano dietro la scelta di un certo materiale, cercando di capire anche se la forma del becco gioca un ruolo cruciale oppure no. Utilizzando dati relativi a quasi 6.000 specie diverse di uccelli, un team di ricercatori ha utilizzato un particolare algoritmo per cercare di prevedere, in base alla tipologia di becco, quali materiali avrebbero utilizzato questi animali per costruire i loro nidi.
E i risultati sono stati a dir poco strabilianti: avendo a disposizione solo informazioni relative alla forma e alla dimensione del becco, è stato possibile prevedere correttamente quale tipologia di materiale viene selezionato nella maggior parte delle specie di uccelli, con una percentuale di accuratezza che in alcuni casi è arrivata anche al 97%. Questo dimostra che vi è una forte correlazione tra le caratteristiche del becco delle varie specie e la selezione dei diversi materiali utilizzati per la costruzione dei nidi.
«La nostra scoperta rappresenta il primo passo per rivelare possibili interazioni tra l'evoluzione dei becchi e la manipolazione degli oggetti utili costruzione del nido. Questo ci aiuta a capire meglio come gli animali si sono evoluti per interagire con il mondo con o senza mani», ha affermato il dottor Shoko Sugasawa, autore senior dello studio dell'Università di St Andrews.
Ovviamente, saranno necessarie ulteriori ricerche per avere tra le mani dati più robusti, ma attualmente il team sta lavorando a un progetto volto anche ad esaminare come i materiali di origine antropica (come plastica, spaghi o mozziconi di sigaretta) utilizzati per costruire i nidi influenzino la loro sopravvivenza. «Sarebbe interessante, inoltre, capire in che modo la forma del becco si relaziona ad altre caratteristiche del nido, come la sua struttura complessiva», ha aggiunto la dottoressa Catherine Sheard della School of Earth Sciences di Bristol.