«Difendere la natura con l’uomo dentro». Con queste parole, la neo presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha fatto sapere in che modo manterrà gli impegni presi in campagna elettorale durante il suo mandato alla guida dell'Italia.
Durante il lungo discorso per ottenere la fiducia alla Camera, Meloni ha tirato le fila dei prossimi impegni del Governo da lei presieduto, il primo retto da una donna, e il primo guidato da una forza politica posta decisamente a Destra dell'arco parlamentare.
Nel farlo, Meloni ha spiegato che assolverà ai punti programmatici dell'accordo quadro della coalizione da lei guidata, che comprende oltre a Fratelli d'Italia anche Lega e Forza Italia. Durante il mandato popolare, affidatole dal 43% degli elettori, Meloni si propone anche di dare seguito alle proposte più articolate dei singoli partiti, c'è da supporre partendo innanzitutto da quelle avanzate da FdI.
Nel corso della campagna elettorale di questa estate, che in breve si è trasformata in una vera giungla delle elezioni politiche, era già emerso il profondo antropocentrismo delle forze di Destra e Centrodestra. L'analisi semantica effettuata da Kodami sui programmi dei partiti aveva evidenziato infatti sia come il Partito Democratico avesse abdicato quasi totalmente rispetto ai temi della biodiversità e della tutela degli animali; ma anche come per Fratelli d'Italia gli animali non fossero tutti uguali.
Fratelli d'Italia pur prevedendo forme più severe di repressione dei reati nei confronti degli animali d'affezione, cristallizza la distinzione esistente rispetto ai selvatici, “da gestire”. La differenza di trattamento risiede nella funzione delle diverse specie rispetto agli interessi umani.
Pur non essendo mai nominati né la biodiversità né gli animali, nel discorso di oggi di Meloni viene riproposta la medesima visione che vede assoggettato lo sfruttamento dell'ecosistema all'interesse dell'essere umano: «I nostri mari possiedono giacimenti di gas che abbiamo il dovere di sfruttare appieno e la nostra Nazione, in particolare il Mezzogiorno, è il paradiso delle rinnovabili, con il suo sole, il vento, il calore della terra, le maree, i fiumi, un patrimonio di energia verde troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibile».
Un riferimento in polemica al mondo dell'ecologismo anche nelle sue manifestazioni istituzionali, oltre che popolari, esplicitato poco dopo da Meloni stessa: «Non c’è un ecologista più convinto di un conservatore; ma quello che ci distingue da certo ambientalismo ideologico è che noi vogliamo difendere la natura con l’uomo dentro, coniugando sostenibilità ambientale, economica e sociale».
«Difendere la natura con l'uomo dentro» significa tutelare in primis quegli interessi economici motori della pressione antropica che sta portando il Pianeta al collasso.
La difesa degli interessi economici in danno di quelli ambientali era già emersa della scelta dei ministri del governo Meloni. La Presidente ha preferito inserire nei ruoli chiave figure politiche a lei molto vicine, basti pensare a Guido Crosetto nei panni di ministro della Difesa, oppure tecnici d'area come il direttore del tg 2 Gennaro Sangiuliano.
Durante la delicata fase della scelta della squadra di Governo Meloni non ha fatto sconti ai colleghi leader di partito negando, ad esempio, a Matteo Salvini l'agognato Ministero degli Interni, finito invece alle Infrastrutture. Tra le posizioni che la leader di FdI ha dovuto cedere c'è il bollente Ministero dell'Economia, toccato al leghista della prima ora Giancarlo Giorgetti, oppure il Ministero dell'Università e della Ricerca, dato ad Anna Maria Bernini, berlusconiana di ferro.
Alla logica della spartizione politica non è sfuggito neanche il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, oggi retto da Gilberto Pichetto Fratin, al fianco di Berlusconi fin dal 1995. Fratin, a poche ore dal giuramento, ha già fatto parlare di sé per le esternazioni sul nucleare di nuova generazione, presentato come uno strumento «per far fronte alla crisi energetica».
Reduce dall'esperienza di vice al Ministero dello Sviluppo Economico, spetterà a Fratin a il compito di far quadrare i conti della transizione energetica, così come quello di farsi carico dei numerosi dossier che sono stati aperti nel 2021 rispetto alla crisi climatica e alla tutela degli animali.
Fratin, pur essendo un politico di lunghissimo corso, non si è mai occupato di diplomazia energetica, eppure spetterà proprio a lui il compito di sedersi ai tavoli della Cop 27 di Sharm el-Sheikh con i potenti della Terra. L'appuntamento annuale organizzato delle Nazioni Unite decide le mosse delle potenze globali per difendere il Pianeta e tutte le forme di vita che lo abitano.
Pur essendo un entusiasta sostenitore delle energie rinnovabili, Fratin nel corso degli incontri con gli industriali piemontesi, si è impegnato a favorire «gli interessi del secondo Paese manifatturiero europeo, quale è l'Italia, ispirandoci ai principi della neutralità #tecnologica e della sostenibilità industriale per evitare che i costi della transizione ecologica non ricadano su consumatori, famiglie e imprese».
Una sostenibilità industriale che tiene conto degli interessi dell'essere umano e non degli altri animali, è davvero possibile? Per Meloni e il suo ministro evidentemente non solo è possibile, ma addirittura auspicabile.
Fratin non è però l'unica figura del governo Meloni che sarà chiamata incidere sulla sorte degli animali. Le competenze rispetto alla gestione degli animali sono frammentate, e a seconda della specie e del tema, alcune specie possono ricadere anche sotto l'egida del Ministero dell'Agricoltura.
Nipote d'arte e cognato dell'attuale Presidente del Consiglio. È questa la carta d'identità di Francesco Lollobrigida, nuovo ministro dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare. Il nipote dell'attrice Gina Lollobrigida e marito di Arianna Meloni, sorella della Presidente, si è già distinto per alcune osservazioni critiche nei confronti della carne coltivata in laboratorio come alternativa allo sfruttamento animale.
La sovranità alimentare, infatti, non passa per gli ortaggi Made in Italy, ma soprattutto per le carni che il Belpaese esporta in gran quantità in tutta Europa, e anche al di fuori. È già sul tavolo del neoministro il ricco dossier sulla peste suina africana che tanto spaventa gli allevatori, e sulla gestione dei suidi domestici e selvatici.
Lollobrigida infatti ha definito la caccia «un'attività nobile», ammettendo di essere egli stesso un cacciatore con licenza che contribuisce alla «gestione del popoamento faunistico». Alla luce di simili dichiarazioni rilasciate poco più di un mese fa, è facile immaginare come saranno gestiti suidi e anche i grandi carnivori.
In questa legislatura, però, giocherà un ruolo di rilievo anche una terza figura, quella del Ministero per il Mare e per il Sud affidato all'ex governatore siciliano Nello Musumeci. La delega al mare potrebbe essere una trovata di Meloni per privare l'alleato-rivale Salvini, al dicastero delle Infrastrutture, di una presa salda sui porti e quindi sulla gestione dei flussi migratori in entrata.
Tuttavia, quello che potrebbe essere nato come un gioco di palazzo è destinato a riflettersi su una delle risorse più importanti per la Penisola. Il mare sarà al centro del processo di transizione energetica, dato che le pale eoliche offshore, cioè in acqua, sono una delle soluzioni individuate dal Pnrr.