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11 Luglio 2023
16:46

Dieci feriti nei primi giorni della corsa dei tori a Pamplona per la festa di San Firmino

Dieci feriti, solo uno grave colpito da un’incornata. Per i tori invece è stata morte certa nell’arena. E'ill bollettino dei primi giorni dell’edizione 2023 della Festa di San Firmino a Pamplona, la seconda dopo la sosta di tre anni dovuta alla pandemia.

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Giornalista

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Dieci feriti, solo uno grave colpito da un’incornata. Per i tori invece è stata morte certa nell’arena. Il bollettino dei primi giorni dell’edizione 2023 della Festa di San Firmino a Pamplona, la seconda dopo la sosta di tre anni dovuta alla pandemia, che andrà avanti fino al 14 luglio, come ogni anno riporta fedelmente quanti, fra le centinaia che si lanciano all’inseguimento dei tori durante i famosi ‘encierros’ nelle strade della cittadina spagnola, sono finiti all’ospedale.

Nessuna notizia dei tori da combattimento che dalle 8 di ogni mattino dal 7 al 14 luglio, sono incolpevolmente lanciati verso morte certa dopo una corsa fra migliaia di persone che li pungolano, li spingono e cercano di aizzare in ogni modo il loro naturale istinto alla difesa, verso un finale già scritto che li vedrà soccombere nella corrida nell’arena cittadina, teatro dell’atto finale di una manifestazione folcloristica a sfondo turistico che in molti, anche se sempre di meno, si ostinano a chiamare “spettacolo” tradizionale.

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Immagini impressionanti restituiscono il clima orgiastico e l’escalation che porta alla corsa parossistica fra le strette stradine della città, tra persone che corrono, cadono, si rialzano, corrono ancora e infine si mettono in salvo, quando ci riescono, sui balconi e entro ogni rientranza libera che riescono a trovare. Tutti, tranne coloro che invece non riescono a sfuggire alla furia dei tori imbizzarriti dalle urla e dall’eccitazione collettiva in una corsa senza freni che ieri è durata 2 minuti e 23 secondi ed è stata guidata da uno dei tori del ranch José Escolar, la scuderia che ha già partecipato a 6 corse dei tori di Sanfermin, «registrando dieci incornate (1,67 per corsa del toro), diventando così la nona scuderia che ha lasciato il maggior numero di incornate (10 in totale)» secondo quando registra la stessa organizzazione.

Hemingway e la sua santificazione della corrida spagnola

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Quest'anno ricorre il 100° anniversario della prima volta che lo scrittore americano Ernest Hemingway partecipò a questa manifestazione, rendendola famosa a livello internazionale nel suo romanzo del 1926 "The Sun Also Rises". Sono proprio gli anni 20’ del secolo scorso quelli in cui Hemingway inizia a subire il fascino della corrida spagnola, che diventerà poi anche il protagonista di Morte nel pomeriggio (Death in the Afternoon), il saggio dedicato alle cerimonie e alle tradizioni della tauromachia in Spagna. Da allora sono migliaia i turisti che arrivano per assistere a questa corrida che si svolge tra le vie della città e che esalta, secondo una visione letteraria e romanticheggiante, la lotta tra l’uomo e il toro come in una tragedia greca. Al contrario di ogni tragedia greca, però, a San Firmino e nelle corride in genere, i protagonisti non giocano ad armi pari, e a perdere sono sempre i tori.

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I turisti sembrano ancora apprezzare la manifestazione, tanto che i biglietti per accedervi possono costare una piccola fortuna. Come spiega l’italiano Jacopo della Torre, toscano esperto di Palio di Siena e da 8 anni anche di San Firmino, sul suo sito “La corsa di Pamplona” : «La corsa non è un gioco, e può costare da qualche frattura all’asportazione di un organo interno, alla vita. Chi decide di correre dovrebbe sapere cosa fa, e presentarsi in forma sia fisica che mentale. Data l’enorme (esagerata) quantità di partecipanti, è statisticamente improbabile rimanere vittime di un qualche incidente: la possibilità comunque esiste, è bene saperlo, e diversi sono i feriti per la corsa dei tori ogni anno».

Nel sito Della Torre racconta la cerimonia di apertura, El Chupinazzo, una sorta di ubriacatura collettiva per le strade della città che inaugura la manifestazione, quella finale di chiusura, Il Pobre de Mí, letteralmente il “povero me” che a mezzanotte del 14 di luglio riunisce nella piazza del Comune ogni partecipante con una candela in mano. Attraverso il sito si possono comprare i biglietti per entrare nella Plaza de Toros di Pamplona dove, con una capienza di 20.000 persone, si potrà assistere alla corrida finale, con biglietti che, secondo quanto riporta l’italiano, «costano sui 40€ al sole, una media di 100€ all’ombra» perché sono frutto di rivendite di frazioni di abbonamenti settimanali. «E per chi non abbia voglia di vedere sangue – specifica il sito – il sabato e la domenica mattina alle 11 si tengono degli spettacoli taurini durante i quali i tori nei fatti non vengono neanche toccati: vengono infatti evitati acrobaticamente, con l’incredibile abilità dei recortadores».

Anche per chi vuole assistere dai balconi lungo le strade in cui verranno lanciati in corsa i sei tori e i quattro buoi lungo gli 825 metri del centro storico di Pamplona che si articolano lungo Calle Santo Domingo, Plaza Consistorial, Calle Mercaderes, Calle Estafeta e infine la Plaza de Toros, il costo può essere abbastanza alto. Gli abitanti della città, infatti, vendono a caro prezzo l’apertura dei loro balconi e la possibilità di assistere alla corsa da una posizione privilegiata che offre lo “spettacolo” evitando qualsiasi tipo di pericolo. «I prezzi partono da 80€ per persona, e salgono fino a 160€ per le postazioni nei punti più spettacolari» spiega il sito. Per chi non avesse voglia di aspettare in città il tempo che intercorre dalla corsa della mattina alla corrida che inizia alle 18:30, Della Torre offre la possibilità di visitare una ganaderia, cioè una fattoria dove si allevano i tori da combattimento con tanto di safari in fuoristrada per addentrarsi tra gli animali allevati per andare incontro alla morte sicura che li attende dentro l’arena. Ancora oggi finanziati con i fondi dell'Unione Europea.

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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